17 e 18 settembre a Milano torna Cascine Aperte in oltre trenta strutture

Sono le cascine di Milano, quelle che ci vogliono ricordare ogni giorno - come ha detto Lucia Fedeli dalla Battivacco - che «La nostra è una città di campagna»: il 17 e 18 settembre, sabato

cscineaperte_largeSono le cascine di Milano, quelle che ci vogliono ricordare ogni giorno – come ha detto Lucia Fedeli dalla Battivacco – che «La nostra è una città di campagna»: il 17 e 18 settembre, sabato e domenica (organizza l’Associazione Cascine Milano con il contributo della Fondazione Milano Policroma), tornano ad aprire porte, portici, aie, cortili e stalle per rinsaldare quel legame con la città che hanno iniziato a tessere quasi dieci anni fa.

Oggi il Distretto Agricolo Milanese – del quale fanno parte 34 aziende – indica al Comune appunto le “vie verdi” dell’area metropolitana. E non solo: riso, verdure, latte arrivano a km zero anche se siamo in città. Si trovano negli spacci delle cascine e cominciano anche a far capolino dagli scaffali di qualche supermercato. Ed anche la festa di sabato e domenica avrà al suo centro i più classici mercati agricoli a chilometro zero, per  continuare con le visite guidate a frutteti di varietà antiche. Ci saranno, come sempre, anche laboratori per bambini e adulti, yoga in cascina, musica dal vivo, il “battesimo della sella”, biciclettate con incursioni teatrali e passeggiate alla scoperta del patrimonio archeologico e naturalistico.

Microsoft Word - CASCINE APERTE 18-9-2016ATanti anche i momenti speciali: alla Campazzo si fa formaggio “primo sale” e si cuoce il pane nel forno a legna e, poi tutti insieme si fa merenda, la festa per i 30 anni di Athla in Cascina Bellaria; l’inaugurazione della Ciclofficina in Cascina Nosedo; la grande parata di pupazzi nel Parco della Vettabbia; la biciclettata teatrale dalla Cuccagna alla Martesana  (per saperne di più, leggi qui). E poi un ricco programma di iniziative serali: spettacolo con Sunugal in Cascina Casottello in zona Corvetto; Teatro in Cascina Triulza nell’ex sito Expo; Dj set con Cascinet in zona Forlanini; nella “nuova” Cascina Torrette di Trenno in zona Ovest; Musica e teatro in Cascina Martesana per i 400 anni dalla morte di Shakespeare. Continua inoltre la collaborazione con il Consorzio di Villa Reale e Parco di Monza, saranno 3 le cascine aperte con visite guidate, laboratori per tutti e mercati contadini.

È sempre la ricerca dell’equilibrio tra città e campagna, ovvero tra i due volti complementari dell’area metropolitana, a fare da filo conduttore: e quanto questo legame sia importante lo ripete, come fa da anni, Andrea Falappi, dalla cascina Campazzo, poche centinata di metri da piazzale Abbiategrasso e 4 km da piazza del Duomo. Falappi ha concluso da pochi mesi la “guerra dei trent’anni” che lo ha contrapposto al gruppo Ligresti ed è finalmente affittuario del Comune. «Che significa, in pratica, legare città e campagna? Per esempio, oltre al lavoro dell’agricoltura professionale, come aziende possiamo contribuire alla manutenzione e alla cura dell’ambiente: per questo siamo diventati interlocutori dell’amministrazione su temi come sicurezza e  maltimento di rifiuti abbandonati oltre che per i prodotti a km zero e per la didattica». L’esigenza più importante? «Ora siamo diventati finalmente anche noi attori della gestione del territorio – ha aggiunto Falappi – e non più gente che vive su terreni destinati ad essere edificati. Abbiamo bisogno di tempi lunghi per tutti i contratti d’affitto, mentre adesso questo vale solo per le proprietà comunali e non per i privati. Ci servono prospettive ampie non solo per il lavoro agricolo, ma anche per i progetti di risanamento e recupero delle nostre cascine, veri e propri monumenti che sono anche sottoposti a vincolo».

Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, visitare www.associazionecascinemilano.org

Laura Guardini

(Settembre 2016)

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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