30 pasti al giorno per l’ospedale San Paolo direttamente dalla cucina di DistrEAT
«Prima di essere chef siamo artigiani che offrono un servizio, che sia rivolto ai gourmet in tempi di normalità o sia adattato a questi giorni anomali, il nostro obbiettivo è di essere di conforto attraverso
«Prima di essere chef siamo artigiani che offrono un servizio, che sia rivolto ai gourmet in tempi di normalità o sia adattato a questi giorni anomali, il nostro obbiettivo è di essere di conforto attraverso quello che normalmente facciamo ogni giorno per i nostri clienti: cucinare pietanze, senza dimenticare le persone, il territorio, la solidarietà».
Ed è stato proprio rifacendosi all’idea di un mutuo soccorso che i ragazzi di DistrEAT hanno preso contatti diretti con il presidio ospedaliero San Paolo e si sono attivati per consegnare personalmente, e in sicurezza nel rispetto della normativa vigente, i pasti agli operatori di alcuni reparti, da quello di Terapia Intensiva al Pronto Soccorso. Trenta pasti al giorno, a rotazione su ogni reparto, accompagnati da una dedicata posta sulla gustosa schiscetta. Un’azione solidale nata in concerto con l’agenzia di comunicazione Altavia, con la quale il locale condivide gli spazi oltre che l’idea di costituirsi come luogo sempre più aperto sulla città e sul quartiere.
«Ci siamo confrontati con il referente istituzionale interno all’Ospedale San Paolo per capire i modi e i tempi della nostra azione, abbiamo definito le esigenze in termini di fruibilità delle pietanze e abbiamo accolto anche la loro richiesta di cercare per loro un quantitativo adeguato di succhi di frutti, tra le esigenze prioritarie in questo momento nei reparti. Abbiamo contatto la Coop che con grande generosità e tempestività ha provveduto in autonomia alla consegna delle monoporzioni», spiega lo chef che si fa portavoce di questa cordata solidale che si svilupperà nei prossimi giorni in base alle esigenze che verranno dall’Ospedale.
Pronti, dunque, ad accogliere nuove richieste dal San Paolo, i ragazzi di DistrEAT potranno scendere in campo, al pari di altri colleghi chef. «Vogliamo aiutare chi di solito non solo ci aiuta curandoci ma anche si prende cura di noi trasmettendoci conforto con empatia», spiegano gli chef di DistrEAT. «Per ricambiare abbiamo scelto di prenderci cura di loro con qualche piccola coccola golosa, perché questo è quello che sappiamo fare». Pronti a ripartire quando l’Ospedale chiamerà di nuovo.