Bilancio Partecipativo, parte l’edizione 2017
Il Comune ci riprova con il Bilancio partecipativo. Dopo un tour nei Municipi, che ha visto l’assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini impegnato più a difendersi dal mezzo flop dell’edizione del 2015 che a esporre le
Il Comune ci riprova con il Bilancio partecipativo. Dopo un tour nei Municipi, che ha visto l’assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini impegnato più a difendersi dal mezzo flop dell’edizione del 2015 che a esporre le novità del Bilancio partecipativo 2017, il progetto è stato presentato alla città, durante un incontro all’Urban center, tenutosi a fine maggio. A sostenere l’assessore, incolpevolmente sulla graticola, anche il sindaco Beppe Sala. Le principali novità contenute nel Bilancio partecipativo 2017 sono due. La prima di budget. Quest’anno al posto dei 9 milioni dell’edizione targata Pisapia Balzani, il Comune ne stanzia la metà: 4,5 milioni, ovvero 500mila euro a Municipio. La seconda novità sta nelle modalità di gestione. Non sarà più un soggetto esterno a gestire la partecipazione, ma un ufficio del Comune, appositamente costituito, in collaborazione con Università di Coimbra (Portogallo) e la Statale di Milano. La prima fase del Bilancio partirà tra settembre e novembre, i cittadini potranno, collegandosi al sito www.bilanciopartecipativomilano.it, presentare un progetto, legato a un municipio, anche diverso da quello di appartenenza.
La seconda fase vedrà il coinvolgimento degli uffici tecnici del Comune, che in un percorso di coprogettazione assieme ai cittadini dei progetti più popolari, avranno tempo fino al mese di febbraio 2018 per definirli e poi validarli, alla luce della loro fattibilità tecnica ed economica. Nella terza fase, a partire dal marzo 2018, i progetti saranno votati e ogni cittadino potrà esprimere al massimo tre preferenze. I più cliccati, fermo restando i vincoli di bilancio di 500mila euro a Municipio, passeranno alla fase di realizzazione. I progetti potranno beneficiare anche di due bonus, uno municipale e uno comunale. Il primo ha l’obiettivo di coinvolgere le istituzioni locali, completamente escluse dalla scorsa edizione. Ai progetti coerenti con gli obiettivi che si darà ogni Municipio, sarà assegnato un bonus che aumenterà del 10 per cento i voti ottenuti online. Il bonus comunale, sempre del 10 per cento dei voti, sarà invece assegnato ai progetti che favoriscono l’accessibilità della città, come per esempio l’abbattimento delle barriere architettoniche. Una volta stabiliti i progetti vincitori partiranno gli interventi. Dal sito dovrebbe essere possibile seguire tutte fasi dei lavori. Nonostante le sollecitazioni dei giornalisti e dei cittadini, il sindaco non se l’è sentita di sbilanciarsi sui tempi di realizzazione dei progetti, limitandosi a parlare di “tempi ragionevoli” per portare a termine i lavori. Una prudenza comprensibile anche se difficilmente accettabile dai cittadini, visto che proprio i tempi sono stati e ancora sono il maggior problema del Bilancio partecipativo del 2015. Lo stesso assessore alla Partecipazione Lipparini, in un incontro al Municipio 5, non ha potuto fare a meno di ammettere che «tra la scelta dei progetti e l’avvio della fase di bandi si è perso almeno un anno».
Di fatto dal dicembre dell’anno 2015, data della proclamazione dei progetti vincitori, votati da 30mila milanesi, all’inizio del 2017, non si è fatto praticamente nulla. Perché? Il contratto con l’azienda che doveva seguire la partecipazione non è stato rinnovato e tutto è rimasto fermo sul fronte dell’aggiornamento on line dei progetti. Poi si è entrati nella fase pre-elettorale e tutto si è fermato, i progetti orfani di un responsabile sono entrati mollemente nella macchina burocratica del Comune, perdendosi o, in alcuni casi, fermandosi addirittura per questioni tecniche che non erano state affrontate prima. Il paradosso poi è stato che i progetti vincitori composti da più interventi – che si erano formati in questo modo su indicazione dello stesso Comune proprio per consentire lavori più celeri – sono stati spacchettati per costruire, con estrema lentezza, bandi giganti, con più interventi dello stesso tipo, che pare siano ancora in gestazione. Infine, l’ultimo errore compiuto riguarda i finanziamenti. Come ha ammesso lo stesso Lipparini, i lavori devono essere rifinanziati, con il prossimo piano triennale. Anche in questo caso la motivazione è paradossale. I 9 milioni stanziati c’erano, ma con il vincolo di essere spesi nel 2015, come accade per tutte le poste di bilancio. Quindi passato l’anno – ed era logico che sarebbe stato così visto che la fase di scelta si è conclusa a novembre – le risorse sono andate nel calderone delle risorse non utilizzate e girate su altri progetti. E l’anno dopo sono sparite dal bilancio. Nell’incontro tenutosi al Municipio 5 con l’assessore Lipparini non sono mancate le critiche e gli inviti a trovare soluzioni per accelerare le realizzazioni di quanto promesso. «Almeno con gli interventi più piccoli, ne va della credibilità del Bilancio 2015 e di quello che sta partendo adesso: senza risultati concreti è difficile chiedere ai cittadini di partecipare», ha ribadito il consigliere Pd Amedeo Iacovella. Un cittadino poi, parlando dei tempi lunghissimi del Comune, ha affermato: «Com’è possibile che per realizzare degli interventi minimi, come in cortili di scuole, in parchi o giardini, debbano passare due anni senza che succeda niente? Neanche nel terzo mondo accadono cose di questo tipo». Come dargli torto?
Stefano Ferri
L’appello dei bambini della scuola elementare di via Perrone
«Buongiorno signor sindaco, spero che non si sia dimenticato della votazione per la ristrutturazione del giardino della nostra scuola C. Perrone. Se per caso si fosse dimenticato adesso che legge questo piccolo pensiero se lo potrà ricordare, perché noi bambini stiamo aspettando…». È questo l’incipit di una delle oltre 80 tra lettere e disegni consegnati durante l’incontro tenutosi in Consiglio di Municipio 5 il 29 maggio scorso, da Cristina Pinnavaia, presidente del Consiglio di istituto della scuola Perrone di via S. Giacomo 1, all’assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini e attraverso di lui al sindaco Sala. Un malloppo di lettere in cui, all’unisono, i bambini della scuola chiedono che l’intervento di sistemazione del giardino della loro scuola parta al più presto. Una richiesta già di per sé più che legittima, resa se possibile ancora più urgente dal fatto che la scuola ha partecipato al Bilancio Partecipativo del 2015, vincendolo. Anzi stravincendolo, visto che l’intervento “Recuperare per valorizzare”, in cui era inserito il giardino della scuola, ha raccolto ben 3.277 voti, risultando il più votato in città. Ora se è vero che i bambini sono il nostro futuro e che nelle scuole si insegna, oltre che l’Aritmetica e la Geografia, il rispetto degli impegni presi dalle istituzioni e l’importanza della partecipazione, una risposta dall’Amministrazione deve arrivare subito, se non vogliamo spegnere sul nascere in questi bambini ogni fiducia nella loro città. Magari proprio soddisfacendo la richiesta di un altro alunno, che candidamente chiede che «Questi lavori sarebbe bello fossero fatti in estate in modo che, al ritorno dalle vacanze, si potesse trovare il giardino già sistemato». O un altro bambino che chiude la sua lettera con un bellissimo: «I miei ossequi signor sindaco Sala, le auguro una piacevolissima giornata e aspetto con ansia la sua risposta». Risposta che, a distanza di due anni, non potrà essere del tenore di quelle che siamo abituati ad ascoltare, che evocano a ogni pie’ sospinto le difficoltà del nuovo Codice degli appalti, dei bandi e delle procedure o i problemi di bilancio. I bambini non capirebbero. Giustamente.
S. F.
(Giugno 2017)