A Macconago nasce la coop Agrivis, per fare agricoltura biologica, accoglienza e formazione

L’Impronta ha dato il via in questi giorni al progetto della cooperativa sociale agricola Agrivis per la costruzione a Macconago, accanto al Lago verde, di un centro agricolo per la coltivazione e lavorazione dei prodotti

L’Impronta ha dato il via in questi giorni al progetto della cooperativa sociale agricola Agrivis per la costruzione a Macconago, accanto al Lago verde, di un centro agricolo per la coltivazione e lavorazione dei prodotti della terra. L’intervento si svulupperà su un’area di circa 3,5 ettari, e vedrà la realizzazione di una cascina, che ospiterà uno spazio per l’accoglienza abitativa, uno per la formazione e, soprattutto un laboratorio, Agrilab, per la trasformazione dei prodotti della terra.

Una volta terminato l’intervento nell’estate del 2021, le attuali sei serre di agricoltura biologica – che già servono il ristorante Gustop e vendono i propri prodotti nelle Botteghe di RiAbiLa di via Feraboli e online – passeranno a dieci e la produzione partirà a pieno regime. «Vogliano produrre marmellate, conserve, sottolio, passate. Metteremo a disposizione degli agricoltori della zona i nostri macchinari, un po’ come si faceva una volta con i frantoi e i forni – ci spiega Andrea Foschi, che segue il progetto in prima persona –. Contiamo di inserire in un percorso di formazione tre persone già quest’anno, per arrivare a otto lavoratori nel 2022. Oltre che dare accoglienza abitativa in cascina per chi lavora e per le persone fragili». A questo proposito, si legge sulla pagina Facebook de L’impronta, Agrivis ha lanciato “Un percorso di formazione e di orientamento al lavoro in ambito agricolo, dedicato a cittadini extracomunitari migranti con regolare permesso di soggiorno. Il percorso è gratuito, le iscrizioni si chiudono il 12 ottobre. Chi fosse interessato per info ed iscrizioni: andrea.foschi@improntas.it”.

Si è intento conclusa a metà settembre l’iniziativa “Il dono di un pasto a casa” attraverso la quale L’impronta ha consegnato in cinque mesi circa 10mila pasti a persone in difficoltà.

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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