A teatro tra risate e colpi allo stomaco “Tanto a me non capita…” Avete già prenotato?

Nell'ambito de "I talenti delle donne" del comune di Milano, e con il Patrocinio del Municipio 5, ecco uno spettacolo ironico, divertente e urticante: "Tanto a me non capita…" organizzato da Libere Sinergie, associazione di promozione

Nell’ambito de “I talenti delle donne” del comune di Milano, e con il Patrocinio del Municipio 5, ecco uno spettacolo ironico, divertente e urticante: “Tanto a me non capita…” organizzato da Libere Sinergieassociazione di promozione sociale impegnata nella prevenzione e nel contrasto di ogni forma di violenza e di discriminazione fondate sulla differenza di genere.
Scritto da Annamaria Versienti, in scena affiancata da Silvia Cattafesta, “Tanto a me non capita…” è un una performance teatrale di denuncia delle tante forme che può assumere la violenza psicologica sulle donne. Versienti ha costruito questo spettacolo mettendo in prosa i luoghi comuni della sopraffazione psicologica spesso sottovalutata, se non giustificata, dal contesto sociale, ogni contesto sociale: la gelosia e la limitazione delle libertà, per esempio, piegate a “dimostrazione d’amore” tanto “cosa vuoi che sia”.
Lo spettacolo si snoda in una serie di racconti ambientati in varie parti d’Italia, senza limitazioni geografiche, e trasversali a ogni classe sociale. Al di là, anche in questo caso, dei luoghi comuni. 
Assicurano che si esce col mal di pancia. Per le risate e anche i colpi allo stomaco della raffinata critica rappresentazione degli schemi che si ripetono sempre uguali. Tipo? Tipo questo: “Mi vuole trooooppo bene. Ma proprio troppo bene mi vuole. E si sa, quando ci sta tanto amore, ci sta tanta gelosia.
 
Per dire, siamo ancora a livelli ridicoli, meglio vergognosi, se solo ieri la Corte d’Appello di Milano (non del profondo Sud)  ha ridotto la pena a uno stupratore “Esasperato dalla condotta troppo disinvolta della donna”. Scrive la Repubblica: “L’uomo, 63 anni, era stato condannato con rito abbreviato dal tribunale di Monza a 5 anni per violenze sulla convivente: l’aveva sequestrata, picchiata e violentata per una notte nella loro roulotte finché non sono intervenuti i carabinieri chiamati dalla figlia”. In poche parole, i giudici  ammettono che “in un contesto familiare degradato” e “caratterizzato da anomalie quali le relazioni della donna con altri uomini”, l’intensità del dolo può essere attenuata dal fatto che l’uomo, “soggetto mite” sia stato “esasperato dalla condotta troppo disinvolta della donna”.
“Ancora una volta la donna vittima si trasforma in soggetto imputato, ancora una volta agiscono pregiudizi e stereotipi culturali anche in un’aula di Tribunale, e questo è inaccettabile” scrive Valeria Valente Presidente della commissione d’inchiesta sul femminicidio”. “Non può essere il contesto di degrado o le presunte relazioni della vittima con altri uomini a giustificare una violenza sessuale aggravata dal sequestro. È proprio per questo che, come Commissione di inchiesta sul Femminicidio, stiamo indagando sulla percezione della violenza da parte degli operatori giudiziari”. Ancora si deve ribadire che la violenza sessuale non può avere scusanti o giustificazioni.
 
“Da uomo dico che non è giusto e non più tollerabile. La violenza sessuale non ha attenuanti dettate dal comportamento delle donne”, scrive invece l’assessore Pierfrancesco Maran, ” è necessario che a ribadirlo non siano solo le donne e questa non è una questione di legge ma di organizzazione della società, non si può più accettare che l’uomo pensi di avere giustificazioni per la violenza (…) Non esiste più, non deve esistere mai più, che la supposta esasperazione sia una giustificazione, così come non lo è l’abbigliamento che una donna sceglie di indossare o i modi in cui si pone”.
 
Sabato, 9 settembre, ore 20.00
Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria per posti contingentati in base a norme di prevenzione Covid-19. Scrivete a: info@liberesinergie.org
 
 

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