Allerta del prof. Galli su manifestazioni e movida

Intervistato lunedì mattina da Serena Bordone ad Agorà di Rai 3, il prof. Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, si è mostrato molto preoccupato per gli assembramenti durante le recenti

Intervistato lunedì mattina da Serena Bordone ad Agorà di Rai 3, il prof. Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, si è mostrato molto preoccupato per gli assembramenti durante le recenti manifestazioni politiche con abbracci e selfie e la movida in diverse città italiane. Rispetto a test e tamponi  ammette che il sistema attuale  è un’arma a doppio taglio che disincentiva i test e quindi il tracciamento del contagio. «Succede che se qualcuno va a farsi un tampone perché  è risultato positivo a un test seriologico  e vuole togliersi ogni dubbio, se viene trovato negativo, entra in un certo ingranaggio  per cui si becca 14 giorni di quarantena. Anche se il test positivo e il tampone negativo dicono che è verosimilmente guarito e con scarsissime possibilità di essere reinfettato!  Bisogna trovare la maniera per incentivare gli esami e utilizzarli bene». 

Vale molto di più la «valutazione reale dello stato di infettività delle persone di tutti i plexiglass e di tutti i distanziamenti con regole che rendono la vita molto difficile alle persone».  Difatti non essendo  sempre facile ogni giorno stare attenti alla mascherina (ndr: in Lombardia è obbligatoria sempre all’esterno) e mantenere le distanze, la conduttrice, dopo aver mostrato il titolone in prima pagina su Il Tempo “Allora liberate tutti” a commento delle foto sulle ultime manifestazioni, invita l’infettivologo a fare una specie di «manuale d’uso un po’ ragionevole» su come comportarsi nell’attuale Fase 3.

Senza cadere nel tranello della Bordone di una condanna esplicita dei ragazzi (chissà perché  non dei politici), la risposta del professore, per il quale «trovarsi a fare la parte del censore o del fustigatore non è piacevole» a ogni trasmissione pubblica – cui tuttavia non si sottrae  precisando che lo fa sempre ed esclusivamente in modo gratuito –  è chiara:«Se qualcuno vuole strumentalizzare qualsiasi cosa, anche le corrette cautele, naturalmente è libero di farlo, però quello che sta facendo si commenta da solo». E riferito ai ragazzi: «È un comportamento che in determinate situazioni e condizioni diventa irresponsabile, è brutto da dire ma così è, non credo che si possa definire diversamente…  Sento di dire che non è certo il momento di fare queste cose, oggettivamente». E prosegue: «Tanto è vero che qualche focolaio qua e là  collegato a comportamenti poco responsabili o insufficienti lo abbiamo già avuto. Ma  il vero problema – aggiunge Galli – è che non ci si accorga per tempo di questi eventuali focolai, perché allora difficilmente li rifermi e si ritorna nella situazione di dover bloccare di nuovo l’attività di una parte del paese per la ricomparsa del problema.  Questo è quello che dobbiamo cercare di evitare. Abbiamo la grande occasione di liberarci di questo pericolo, comunque di contenerlo e confinarlo in un rischio che diventerebbe nel tempo sempre inferiore e in tempo abbastanza breve.  Ma se non si fa così il rischio di ritrovarci il problema addosso con tutte le caratteristiche evidentemente diventa molto alto».

Anche in altri interventi l’infettivologo aveva spiegato che «per quanto riguarda l’apertura dei pubblici esercizi, credo che piuttosto che pensare ai plexiglas tra i tavoli sarebbe meglio concentrare l’attenzione nell’identificare le persone che hanno un’infezione in atto, cioè che sono positive e che vanno in giro nonostante tutto».

Questo video contiene contributi RAI3

Giornalista per caso… dal 1992, per una congenita passione per la fotografia. Dalle foto ai testi il passo è breve: da riviste di viaggio e sportive ai più quotati femminili e quotidiani nazionali sui temi del mondo del lavoro. Ho progettato e gestito newsletter di palestre e centri fitness. Ora faccio parte degli intrepidi inviati di Milanosud.

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