Anche a Milano vince il Sì contro il “magna magna”, ma con percentuali più basse rispetto al voto nazionale

L’onda del rancore e del "è tutto un magna magna” è ancora forte nel nostro paese. Al punto che una riforma essenzialmente punitiva nei confronti del parlamento, che apre una serie lunghissima di interrogativi sulle

L’onda del rancore e del “è tutto un magna magna” è ancora forte nel nostro paese. Al punto che una riforma essenzialmente punitiva nei confronti del parlamento, che apre una serie lunghissima di interrogativi sulle altre riforme necessarie – da quella elettorale ai regolamenti parlamentari, come minimo –  passa con quasi il 70% dei consensi

È talmente squalificata la politica attuale e così incantato dai demagoghi il corpo elettorale, che vien da pensare – e temere – che una proposta che abolisse il parlamento a favore, per esempio, di un principe da eleggere o un triunvirato consolare sul modello dell’Antica Roma, potrebbe passare.

Ora il parlamento ha il compito di riequilibrare la rappresentanza delle idee e dei territori, come affermato da sostenitori del Sì, prima del voto. Considerato lo spirito con cui è stato fatto il taglio dei parlamentari e la sostanziale incapacità dimostrata nel legiferare su questioni importanti, questo non accadrà, provocando un ulteriore abbassamento della qualità della nostra democrazia.

A Milano le urne non sono state in linea con il resto del Paese. La percentuale dei Sì al taglio dei parlamentari si è fermata al 56%, circa tredici punti sotto la soglia nazionale. Nel Municipio 1, quella della cerchia interna dei navigli, addirittura ha vinto il No.

Sulla base di questi dati, sia a livello nazionale che milanese, sia pure in modo meno evidente, sembra ancora una volta prevalere la tendenza che, laddove la situazione economico sociale è più critica, è più difficile ragionare nel merito delle proposte ed è più facile indicare un capro espiatorio per placare il rancore e la rabbia. Questa volta è toccato al parlamento. 

La prossima pure, visto che Luigi Di Maio, il campione di populismo e trasformismo, piuttosto che parlare di riforme, ha preferito intestarsi un’altra battaglia puramente demagogica: il taglio dello stipendio dei deputati.

Per chi vuol fare politica vera, onestamente e con spirito di servizio, elaborando proposte e disegnando scenari, si fa sempre più dura. 

Il Sì nel sud Milano

  • Mu4 – Sì: 56,6% – Affluenza: 44,4%
  • Mu5 – Sì: 58,4% – Affluenza: 44%
  • Mu6 – Sì: 58,6% – Affluenza: 43,9%

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

Recensioni
NESSUN COMMENTO

SCRIVI UN COMMENTO