Appello per sostegno urgente ai lavoratori dello spettacolo per non far chiudere piccoli teatri e compagnie

In seguito alle straordinarie misure adottate a livello nazionale e regionale per rallentare la diffusione del Coronavirus  sono stati cancellati tutti gli eventi culturali e di spettacolo ospitati in sale e teatri aperti al pubblico,

In seguito alle straordinarie misure adottate a livello nazionale e regionale per rallentare la diffusione del Coronavirus  sono stati cancellati tutti gli eventi culturali e di spettacolo ospitati in sale e teatri aperti al pubblico, non solo nelle zone critiche e nel breve periodo ma in tutto il Nord e Centro Italia e per periodi indeterminati.

La perdita di introiti è irrecuperabile nel tempo e finora  non è stato previsto alcun tipo di copertura o accesso al credito o dilazione di pagamenti. Lo afferma Assomusica che ha valutato finora solo nello spettacolo dal vivo la perdita di almeno 10,5 milioni di minori entrate in soli 2 giorni.  

Questa crisi, del tutto imprevista e di indeterminata durata,  ha fatto emergere “la scandalosa totale mancanza di riconoscimento e di rispetto per il lavoro di centinaia di migliaia di professionisti dello spettacolo” conseguente “alle discriminazioni previdenziali e reddituali indegne per una società fondata su una cultura millenaria”.

Data la particolarità di questo settore, la Fondazione Centro Studi Doc ha lanciato questa petizione e l’ha diretta al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo  facendosi promotrice delle richieste più urgenti  per affrontare la crisi. 

  1. Chiediamo che l’indennità di malattia sia finalmente riconosciuta fin dal primo giorno, mentre ora è richiesto il versamento minimo di 100 giornate di contributi Inps dal gennaio dell’anno precedente: chiediamo semplicemente i diritti dei lavoratori degli altri settori.
  2. Chiediamo, per l’accesso alla Naspi, l’abolizione del “ticket” licenziamento in caso di licenziamento per giustificato motivo a causa della crisi Covid 19. 
  3. Chiediamo che l’indennità di disoccupazione Naspi sia riconosciuta agli intermittenti dello spettacolo per tutti i periodi di sospensione di attività, anche in costanza di rapporto di lavoro, per un periodo almeno pari a quello lavorato, considerando anche le giornate di lavoro per prove. 
  4. Chiediamo che l’accesso a un ammortizzatore sociale (FIS) sia garantito anche ai lavoratori intermittenti e sia commisurato alle giornate di lavoro svolto durante l’anno precedente e non solo al lavoro cancellato nel primo periodo di crisi. 
  5. Chiediamo che sia garantito l’accesso a un ammortizzatore sociale (FIS) estendendolo ai lavoratori con meno di 90 giorni di anzianità con un unico committente, requisito quasi impossibile per chi non è socio dipendente di cooperative o di teatri stabili, e che sia previsto anche per piccole realtà con meno di 5 dipendenti.

La Fondazione Centro Studi Doc svolge da anni attività di ricerca, documentazione, formazione e condivisione per sostenere la dignità del lavoro, con particolare attenzione all’arte, alla creatività, alla cultura, alla conoscenza e alla tecnologia, e comunque in tutti i settori economici e sociali antichi o nuovi in cui scarse sono le tutele e dove il lavoro non viene riconosciuto.

Qui l’opportunità di firmare la petizione su change.org

Qui il comunicato del Sindacato Lavoratori della Comunicazione, “Emergenza coronavirus. Chiesto stato di crisi del settore al Mibact” con cui si chiede con urgenza l’apertura di uno stato di crisi e un urgente incontro per scongiurare  un ulteriore abbattimento dei diritti dei lavoratori e la probabile chiusura di piccoli teatri e piccole compagnie.

In attesa di nuove notizie rispetto all’ordinanza regionale e a chiare indicazioni da parte delle autorità sanitarie, i teatri non si fermano e continuano a lavorare dietro le quinte: continuano le prove degli spettacoli annunciati, per le tournée e la preparazione della prossima stagione teatrale. 

«Se manca il pubblico il teatro non esiste» È la riflessione di Sergio Escobar, direttore del Teatro Strehler dal 1998,  su questa settimana che «ci ha insegnato qual è il ruolo della cultura, qualcosa che va ben al di là del ritorno economico, in questi giorni anche chi non va a teatro si è sentito molto più solo».

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