Apre la bretella su via Ferrari, liberati dal traffico di mezzi pesanti gli abitanti di via Verro
Oggi, 17 aprile, la Cormet inizierà la rimozione delle recinzioni di cantiere della bretella di collegamento dello stabilimento di via Belcasule con via Virgilio Ferrari. La nuova strada consentirà sin da questa settimana l’ingresso dei camion
Oggi, 17 aprile, la Cormet inizierà la rimozione delle recinzioni di cantiere della bretella di collegamento dello stabilimento di via Belcasule con via Virgilio Ferrari. La nuova strada consentirà sin da questa settimana l’ingresso dei camion di inerti diretti allo stabilimento, liberando passaggio dei mezzi e dalla polvere gli abitanti di via Verro e delle vie limitrofe. Dalla Cormet rendono noto che manderanno subito le comunicazioni ai clienti e fornitori per informarli della nuova viabilità e, contestualmente, inizieranno a dirottare i mezzi.
L’apertura della bretella su via Ferrari è un successo per il Comitato dei residenti guidato dal consigliere di Municipio 5 Amedeo Iacovella, che da molti anni lotta per fermare il passaggio dei camion sulla via Verro (fino a 200 al giorno) e che segue la vicenda della costruzione della bretella, sin dalla prima progettazione avvenuta nel 2014. Lavori che tra permessi, adeguamenti, ritardi si sono protratti fino a ieri, esasperando per la lentezza i cittadini.
Questa la dichiarazione fatta ieri, 16 aprile, dall’assessore alla Mobilità Marco Granelli: «Domani o comunque in settimana finalmente la Cormet aprirà l’ingresso dei camion da via Ferrari. Il 14 febbraio scorso si era svolto il sopralluogo per controllare la corretta esecuzione delle opere ed era stata riscontrata una differenza rispetto al progetto e la necessità di aggiornamento della documentazione. Cormet ha effettuato nei giorni scorsi le integrazioni e ha inviato ieri i documenti, e così è stata definitivamente autorizzata dal comune per l’apertura. Così i camion non passeranno più dalle strade del quartiere. Ora lavoriamo per individuare una sede futura che sia distante dalle abitazioni. Infatti la Cormet è una società che gestisce materiali derivanti dai cantieri, una lavorazione necessaria, ma che purtroppo comporta il transito di molti camion e l’effettuazione di lavori che producono polvere e rumore. Queste imprese sono necessarie, ma dobbiamo fare in modo che siano poste distanti dalle abitazioni e che l’accesso dei camion non riguardi la viabilità di quartiere. Per questo era stato chiesto l’ingresso diretto da via Virgilio Ferrari. Grazie a tutti quelli che in questi mesi hanno lavorato per giungere a questo risultato».
Sull’ipotesi di un trasferimento della sede Cormet di via Belcasule nella sede della ex Cnc di via Campazzino, chiuso da anni e da alcuni mesi confiscato dalla Stato, tornata alla ribalta nel marzo scorso con l’incendio dell’ex stabilimento di via Campazzino e le dichiarazioni del presidente del Consiglio di Municipio 5 Giuseppe Maiocchi, questa l’intervista rilasciata a Milanosud un paio di settimane fa da Ylenia Chiarelli, dirigente della Cormet.
L’area della ex Cnc di via Campazzino 66/5 colma di rifiuti, abbondonati da 14 anni.
Sui social, in incontri pubblici e da dichiarazioni di amministratori del Municipio 5 si parla di voi come possibili acquirenti della ex Cnc di via Campazzino 66/a.
«Dopo il 2015 non abbiamo fatto alcuna proposta per la ex Cnc né ce ne sono arrivate (prima del 2015 la Cormet offrì al curatore del tribunale prima 100 e poi 150mila euro per l’acquisto dell’area. NdR). Ci sono stati alcuni incontri informali, ma niente di ufficiale. Dell’ipotesi di un nostro interesse per l’area della ex Cnc abbiamo sentito dai giornali».
Ma siete ancora interessati?
«Sicuramente le condizioni economiche sono cambiate rispetto al 2014-2015 quando facemmo le nostre proposte allo studio Santopietro, che si occupava delle aste. In primo luogo i costi di smaltimento e bonifica sono raddoppiati. Inoltre la Cormet ha dovuto realizzare a proprie spese i lavori di apertura di un nuovo accesso sulla via Ferrari all’impianto degli inerti di via Cascina Belcasule, spendendo quasi 200mila euro».
Quindi è una questione di costi?
«Acquisire l’area è sicuramente un obiettivo ambizioso, prima di procedere a un investimento di questo genere, che inevitabilmente ha dei costi elevati, è necessario procedere con cautela confrontandosi con tutti gli enti interessati e avere la certezza che dopo l’acquisizione sia garantita la possibilità di poter svolgere attività di gestione rifiuti, trattandosi di un’area che ricade in ambito vincolato e che si trova all’interno del Parco Sud».
Dal municipio dicono che la ex Cnc non è all’interno del Parco Sud.
«Per noi questa è una novità».
L’assessore Granelli ha reso noto che l’area è stata sequestrata nel febbraio scorso e alla proprietà è stata imposta la bonifica.
«Noi non ne siamo al corrente».
Quali sono allora gli ostacoli al trasferimento?
«Fatto salvo capire nel dettaglio cosa succede alla luce della sentenza di febbraio di cui parla l’assessore, prima di proporre l’acquisizione, che deve essere accettata dal curatore o dal ministero non dimentichiamolo, dobbiamo avere contezza del valore totale dell’investimento, comprese tutte le opere di bonifica, che possono arrivare a qualche milione di euro, nel caso siano a carico di chi compra. Ultimo scoglio è la viabilità della via Campazzino, che andrebbe inevitabilmente adeguata al transito di mezzi pesanti diretti all’impianto».
Stefano Ferri
(Aprile 2019)