Cascine abbandonate trasformate in discariche, mentre il borgo di Vaiano Valle soffoca nei rifiuti e l’abbandono. Servizio con video e foto
Non c’è pace per Vaiano Valle. Nei giorni scorsi la protesta di un cittadino ha scoperchiato il pentolone di un’area della città, tra Chiaravalle e il Parco della Vettabbia, che da potenziale paradiso si sta
Non c’è pace per Vaiano Valle. Nei giorni scorsi la protesta di un cittadino ha scoperchiato il pentolone di un’area della città, tra Chiaravalle e il Parco della Vettabbia, che da potenziale paradiso si sta trasformando giorno dopo giorno in un inferno. Il gruppo di insediamenti rurali di via Vaiano Valle, dal civico 32 al 45, sta scivolando inesorabilmente verso il degrado, senza che le istituzioni riescano, o vogliano, intervenire.
Ai civici 32 e 41, entrambe le cascine di proprietà ex Ligresti sono pericolanti e da tempo in stato di abbandono, trasformate in discariche abusive, dove vengono bruciati rifiuti, esalando fumi tossici. La cascina al civico 45, di proprietà del Comune di Milano, è abitata da un signore che funge da controllore, ma è anch’essa pericolante, occupata da mucchi di rifiuti e con amianto sui tetti. Al civico 43 la situazione è leggermente migliore. L’immobile è di proprietà privata – di un certo signor Vizzini – ma essendo anch’essa disabitata e pericolante, il rischio è che, se non si interviene, segua le sorti delle cascine vicine.
Paradossalmente la situazione all’interno delle cascine è peggiorata da quando,d a una parte il Municipio 5, denunciando l’abbandono di rifiuti lungo la via, e dall’altra gruppi di cittadini e associazioni della zona, con la collaborazione dei giovani agricoltori di Vitalba e CasciNet, hanno organizzato iniziative di sensibilizzazione e pulizia della via, posizionando cartelli di divieto di abbandono rifiuti. Il risultato è stato che coloro che abbandonavano sistematicamente spazzature di tutti i tipi sulla strada hanno cominciato a sversarli tra le mura delle cascine.
Secondo le testimonianze degli abitanti della zona, i principali sospettati di questo smaltimento illegale sono gli zingari che risiedono in modo irregolare al civico 41 di Vaiano Valle. Lo stesso campo in cui, nell’ottobre scorso, i carabinieri durante una retata, avevano requisito 6 auto, ne avevano trovate altre smontate e senza targa, e scoperto che tutto il campo era allacciato abusivamente alla rete elettrica. Il controllo dei documenti aveva inoltre evidenziato che su 69 residenti al campo, 52 avevano precedenti.
Durante le giornate di pulizia della via l’autunno scorso i cittadini avevano chiesto alle istituzioni presidi costanti delle forze dell’ordine e posizionamento di telecamere, per arrestare i responsabili. Al momento non sembra che siano stati ‘presi provvedimenti in questo senso. Rimane il grande rammarico delle poche famiglie e le attività imprenditoriali che vivono nei pressi delle discariche abusive: «Il Parco della Vettabbia e l’area di Rogoredo sono diventati bellissimi – dice un abitante di via Vaiano Valle – perché non si può fare lo stesso anche qui, dove le cascine potrebbero essere trasformate in insediamenti con abitazioni o agricoli o altro, e dare nuova vita al borgo?».
“A posteri l’ardua sentenza” direbbe ancora il Grande lombardo… Basta però che non sia troppo in là
Gianluca Brescia 19 Febbraio 2020
L’area di Vaiano Valle da diverso tempo non è in buone condizioni ed è quasi dimenticata. Dovrebbero esserci dei provvedimenti di riqualificazione urbana per far sì che dopo la pulizia dei rifiuti e l’eventuale sgombero delle persone abusive la situazione non ritorni sempre ugiale.
Alessandro 30 Novembre 2020
Ho scoperto da poco questa zona, faccio il pendolare con bici sul treno e, scendendo a Rogoredo, ho pensato di fare un giro da Chiaravalle per poi rientrare in città appunto da Vaiano Valle: fino alla zona delle cascine di cui si parla nell’articolo la stradina è perfetta per gli amanti delle due ruote ma lo spettacolo dei cumuli di rifiuti è scandaloso, il Comune faccia qualcosa perchè è una zona che merita di essere valorizzata!
Francesca Mochi 1 Dicembre 2020
Grazie del suo interessamento. Come giornale cerchiamo di valorizzare questi luoghi come altri nel sud di Milano “profanati” si crede da operatori dell’edilizia in nero, rivenditori di mobili che ritirano l’usato e che non possono scaricare i materiali nelle discariche ufficiali oppure non intendono pagarne il costo.L’Amsa si adopera parecchio ma a spese dei cittadini che pagano due volte lo smaltimento dei rifiuti. Ci sono camere a fotocellule, ma non si possono mettere in ogni angolo un po’ nascosto delle vie di campagna. Poi sporco porta altro sporco… all’infinito. Purtroppo. Bisognerà trovare altre vie per risolvere questo annoso problema.