Centro sportivo Carraro e lo sport di un dio minore: ancora nulla di fatto dopo il flash mobile

Mentre in centro a Milano si attende l'inaugurazione del restyling  della pista di atletica leggera dell'Arena, la stessa dove nel lontano 1977 Pietro Mennea trionfò nei 200 metri,  nella periferia sud di Milano un attivissimo

Mentre in centro a Milano si attende l’inaugurazione del restyling  della pista di atletica leggera dell’Arena, la stessa dove nel lontano 1977 Pietro Mennea trionfò nei 200 metri,  nella periferia sud di Milano un attivissimo centro sportivo aperto da decenni sta morendo. Da una parte l’Anfiteatro napoleonico  riportato ai fasti degli anni ’70 quando ancora ospitava gare di atletica leggera di livello internazionale. Dall’altra il Carraro, un bene preziosissimo per i giovani della periferia più estrema che doveva solo essere ristrutturato, sta marcendo con le piste invase dalle erbacce.

 Mentre ai primi di agosto tutti gli occhi saranno puntati sull’arena civica di Milano e sui fuoriclasse del Golden Gala di atletica leggera, evento sportivo di livello mondiale. Negli stessi giorni molti giovani dovranno fare chilometri per andare ad allenarsi anche fuori Milano, altri si accontenteranno di vagare tra  un campetto in erba o in cemento per tirare quattro calci  in porta o qualche palla a canestro. Altri ancora, marciatori e podisti, si incroceranno lungo i sentieri di un parco  grazie  a un territorio cittadino che si addentra fino oltre i confini del Parco Sud, o nell’ampio Anello di via Dei Missaglia. 

Da una parte tante belle notizie. L’assessore al turismo, sport e qualità della vita Roberta Guaineri ha appena inaugurato il nuovo centro sportivo Crespi, restituito alla città attraverso il #pianoquartieri  nel Municipio 3.  Anche  i lavori del nuovo campo da basket della scuola primaria di via Feraboli, uno dei tre plessi dell’Istituto Comprensivo Arcadia, nel quartiere di Gratosoglio, sono terminati. Il campo finanziato dalla Fondazione Paletti Ricci sarà inaugurato a settembre alla riapertura delle scuole. “Sono certo che i ragazzi apprezzeranno questo nuovo terreno di gioco all’aperto, un primo importante passo per tornare e vivere una nuova normalità” ha detto il sindaco Beppe Sala durante la sua recente visita alla scuola. “In questo periodo, le strutture scolastiche e i lavori che le riguardano sono al centro dell’attenzione in tutta Italia. Eppure, tra le tante criticità che come sindaco di Milano mi trovo ad affrontare su questo tema, oggi ho avuto il piacere di vedere realizzato un bel progetto che coniuga terzo settore, educazione e sport”. Peccato non lo abbiano portato a visitare il centro sportivo Carraro, sempre lì al Gratosoglio.

Il Carraro fino a un anno mezzo fa era un valente centro sportivo di periferia attivo da decenni che dava lavoro a diverse associazioni sportive e raccoglieva attorno alle sue attività sportive tanti giovani: c’erano un campo da calcio con pista atletica annessa, un campo calcio, la palestra, 2 campi da tennis scoperti, 2 campi da tennis coperti, un campo polivalente tennis/calcetto coperto, 2 campi da calcetto scoperti.  Corsi sportivi di ginnastica, pilates, yoga, zumba fitness… Oggi?  Oggi è un centro sportivo che sta marcendo con erbacce alte un metro chiuso ormai da un anno e mezzo.  Ma se le erbacce un giorno si potranno tagliare e le piste riparare, non altrettanto facile  sarà “ricostruire la socialità nata intorno a fatica che ora si sta sfaldando”, in una periferia “bistrattata” che solo grazie al volontariato e alle attivissime associazioni di zona prova a risollevarsi. Ecco non sarà facile riprendere quei giovani che nel frattempo si sono dispersi in mille rivoli, tra i centri sportivi privati e comunali  o tra i campetti da calcio e da basket  comunali del quartiere,  a Milano e fuori Milano e i molti che purtroppo avranno abbandonato del tutto ogni attività sportiva. Non sarà facile ridare una casa e ricostruire lo spirito di corpo delle tante associazione sportive e dei loro allenatori  dispersi anche loro nelle maglie di una città che per lo sport di tutti non ha mai fatto molto.

Come un tempo, a Milano di centri sportivi aperti ce ne sono sempre troppo pochi rispetto alle dimensioni della metropoli e al confronto con altre città. Ora l’attenzione dell’amministrazione sembra mutata. Ma troppo a lungo  lo sport quello vero, è stato ingiustamente chiamato minore: ora mentre il Comune lo sta rivalutando e sostenendo perché vi riconosce un collante educativo e sociale, il «Carraro» invece si sta spegnendo del tutto. Non entriamo volutamente nel merito della diatriba, di cui si è già molto parlato, dei corsi e ricorsi al Tar delle due società  che hanno partecipato al bando per la sua ristrutturazione, la cui risoluzione rimandata,  causa del Covid e del lockdown, a novembre non sarà che una prima tappa di altre che prevedono più di un anno e mezzo per i lavori.

Al flashmob del 15 luglio scorso cui era stata invitata  l’assessora  Roberta Guaineri, presente con Simone Sollazzo e Gabriele Abbiati,  (presenti la Fidal  con i presidenti regionale Gianni Mauri, e milanese Paolo Galimberti, e  il Coni Milano), l’amarezza  di tutti i partecipanti è cresciuta sentendo che l’assessora non aveva portato con sé alcun piano di fronte alla rinnovata proposta di un tavolo di lavoro avanzata delle associazioni. “Questo centro doveva restare aperto per il suo contributo sociale” ha ripetuto ancora una volta il professor Luciano Bagoli, presidente della Nuova Atletica 87 e portavoce della richiesta. La proposta per la ripresa di un’attività anche solo parziale del centro da qui fino a novembre e possibilmente fino all’inizio del lavori, finora non ha ottenuto risposta.

Giornalista per caso… dal 1992, per una congenita passione per la fotografia. Dalle foto ai testi il passo è breve: da riviste di viaggio e sportive ai più quotati femminili e quotidiani nazionali sui temi del mondo del lavoro. Ho progettato e gestito newsletter di palestre e centri fitness. Ora faccio parte degli intrepidi inviati di Milanosud.

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