C’era una volta Hollywood, da Chaplin ad Al Capone

Gli  anni dieci segnano la consacrazione di Hollywood. Il  cinema europeo, suo solo potenziale avversario, vive gli anni terribili della Prima guerra mondiale. Gli Stati Uniti ne sono per lungo tempo esclusi (entreranno i campo 

Gli  anni dieci segnano la consacrazione di Hollywood. Il  cinema europeo, suo solo potenziale avversario, vive gli anni terribili della Prima guerra mondiale. Gli Stati Uniti ne sono per lungo tempo esclusi (entreranno i campo  alla fine del 1917 quando il conflitto volge ormai al termine). Mentre le risorse europee vanno destinate a ben altri problemi, facendo presto dimenticare le opere di Lumiere e Melies,  Hollywood si avvia a una nuova trionfale stagione.

Accanto alle grandi produzioni proliferano le comiche, protagonisti Harold Lloyd, Buster Keaton e uno stralunato omino venuto dall’ Inghilterra, Charlie Chaplin. Le loro avventure rocambolesche, le gag ricche di cadute che sprezzano il pericolo entusiasmano il pubblico e arrivano al mondo contribuendo a lenire i dolori della guerra e a ridare la speranza nella ripresa di una  vita normale.

Ma Hollywood oltre a far ridere deve far sognare. Gli anni venti sono i roaring years, gli anni ruggenti della storia americana. Il paese cresce in una corsa folle che sembra non doversi mai arrestare. E Hollywood fa la sua parte. Nascono  i primi divi, su tutti l’acrobatico Douglas Fairbanks, buono per ogni avventura, da Zorro a Robin Hood passando per il Ladro di Bagdad. Accanto a lui Mary Pickford a formare la coppia più glamour dell’epoca. Con loro altri protagonisti curiosamente quasi mai americani, pronti a conferire ai loro personaggi quel particolare taglio esotico, ambiguo e a tratti oscuro. Sono Rodolfo Valentino, l’amante italiano dall’aria misteriosa, la conturbante Greta Garbo col suo impenetrabile fascino nordico, l’ammaliante tedesca Marlene Dietrich. È un fenomeno nuovo che amplia a dismisura la  vecchia fama degli attori di teatro grazie alla possibilità di portare  contemporaneamente i suoi protagonisti a un pubblico immenso.

Intorno al cinema  prosperano altri mezzi di comunicazione, giornali e riviste narrano ogni momento della vita delle grandi star. Nasce il gossip, i guadagni di attori come Chaplin e Gloria Swanson lievitano fino a toccare livelli sbalorditivi, mai più raggiunti in futuro. Gli americani (e non solo loro) affollano le sale. Ambiscono all’approdo a Hollywood in veste di sceneggiatori scrittori di chiara fama. Su tutti Francis Scott Fitzgerald, il suo Gatsby è un puro personaggio hollywoodiano.

La crescita del piccolo villaggio di inizio secolo si mischia al trionfo della potenza americana che ormai detta i modelli di costume del mondo. Ma parallelamente cresce, in  qualche modo confondendosi a Hollywood. il mondo del crimine. Il 14 febbraio del 1929 gli uomini di Al Capone entrano in un garage di Chicago per  affrontare una gang rivale. È il massacro di San Valentino. Pochi mesi dopo crolla Wall Street, tempio della finanza americana, bruciando in poche ore ricchezze immense e sudati risparmi. I favolosi anni venti volgono al termine. La grande ubriacatura è finita. Il sogno dell’America hollywoodiana è diventato incubo.

Bibliotecario approdato finalmente alla pensione cerco di coltivare e condividere con maldestri tentativi di scrittura le mie mille passioni. Dalla letteratura allo sport, dalla storia alla musica, tutto con la stessa onnivora curiosità inversamente proporzionale alla competenza. Al primo posto l'amore per il cinema, nato a sei anni dalla folgorazione in una sala buia e mai più abbandonato.

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