Cibi secchi e freschi, Comune, QuBì Stadera e Gratosoglio in campo per aiutare le famiglie in difficoltà

Pasta, riso, fette biscottate, tonno, legumi, piselli, omogenizzati, passata di pomodoro, olio, biscotti, zucchero e sale. Sono questi gli “ingredienti” dei pacchi di alimenti secchi distribuiti giovedì scorso dal Coc (centro operativo comunale, cui fanno

Pasta, riso, fette biscottate, tonno, legumi, piselli, omogenizzati, passata di pomodoro, olio, biscotti, zucchero e sale. Sono questi gli “ingredienti” dei pacchi di alimenti secchi distribuiti giovedì scorso dal Coc (centro operativo comunale, cui fanno parte Comune, Banco Alimentare, Caritas Ambrosiana, Fondazione Cariplo, Programma QuBì, Coop Lombardia, Milano Ristorazione e Amat). Base di partenza dell’operazione per i QuBì Stadera e Gratosoglio il Cam Ritrovo15 di via De Andrè, trasformato in centro di smistamento, ora che è chiuso per l’epidemia.

«Qui settimana scorsa abbiamo confezionato 68 pacchi di cibi secchi – ci spiega Simona Michelazzi di QuBì Stadera, che ha preso parte all’iniziativa -. Prima abbiamo contattato la rete di associazioni, istituzioni, terzo settore e parrocchie del Programma QuBì per fare produrre una lista di famiglie in difficoltà a cui portare i pacchi. Famiglie che si sostenevano con lavori in nero o precari che in questa situazione hanno visto peggiorare ulteriormente le proprie condizioni economiche. Alle famiglie che già conoscevamo, se ne sono aggiunte altre attraverso segnalazioni dai servizi sociali e da altri QuBì. Fatta la lista e chiusi i pacchi Protezione civile e dipendenti del Comune, che volontariamente si sono resi disponibili, hanno provveduto alle consegne».

Un’azione di sostegno alimentare in questi momenti difficilissimi, sollecitata da Comune e Fondazione Cariplo, che continuerà nelle prossime settimane, affiancata da un’iniziativa  di QuBì Stadera. «Settimana prossima partiamo anche con la distribuzione a circa 80 famiglie di cibi freschi. Una borsa della spesa composta da finocchi, zucchine, patate, mele, cipolle, limoni, banane e altro – continua Simona Michelazzi -. Alimenti che come QuBì abbiamo acquistato per circa 2mila euro da un ortolano, che si occuperà anche delle consegne».

Continuano anche le azioni di QuBì di sostegno ai più piccoli, in questo momento rese ancora più difficili a causa della chiusura delle scuole e del divieto di riunirsi. «Continuiamo con il doposcuola e le altre attività rivolte ai più piccoli, che sono il cuore del Programma QuBì. Le facciamo tutte online. Stiamo provando a far crescere le nostre “classi”, anche con bambini che non abbiamo mai visto, per sostenerli e assicurare un minimo di didattica, socialità e momenti di divertimento a un numero più ampio possibile. Soprattutto in questo momento in cui le famiglie più fragili soffrono ancora di più».

Poi ci sarebbero allo studio anche i corsi di italiano, di gastronomia e di formazione per operatori sociali, tutti da fare online, che ora è l’unico modo per incontrarsi «Ma te ne parlo la prossima volta, una volta partiti. Stiamo vivendo un momento in cui tutto cambia così velocemente che preferisco evitare gli annunci. Mi perdonerai, spero».

Certo Simona, gli annunci li lasciamo ad altri. Grazie!

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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