Condominio misto delle case popolari al quartiere S. Ambrogio 1: gestione inefficiente!
Sostituita Aler con MM nella gestione delle case popolari di proprietà del Comune di Milano, sembrava dovessero migliorare le cose, ma così non è stato. Il quartiere S. Ambrogio 1, soffre l’anomalia del condominio misto:
Sostituita Aler con MM nella gestione delle case popolari di proprietà del Comune di Milano, sembrava dovessero migliorare le cose, ma così non è stato. Il quartiere S. Ambrogio 1, soffre l’anomalia del condominio misto: 48% proprietà del Comune gestito da MM e 52% proprietà privata gestita da quattro condomini.
Ne abbiamo parlato con Claudio Leoncavallo, del Comitato S. Ambrogio 1.
«Il tentativo di cambiare le cose è semplicemente fallito. La gestione della cosa pubblica – ci ha detto – continua a essere estremamente carente e costosa. Normalmente, in uno stabile tutto di edilizia popolare o tutto privato, se ci sono infiltrazioni da un appartamento a un altro, il proprietario interviene in tempi e modi ragionevoli per risolvere il problema e i conduttori, o affittuari se preferite, attendono l’esito della cosa, fiduciosi».
Invece da voi cosa succede?
«Da noi, se il danno è causato da un alloggio di proprietà comunale e il danneggiato è un privato, questo deve attendere tempi e modalità decisi da MM estremamente più lunghi e deleteri al fine del conteggio dei danni, a causa della burocrazia e delle limitate disponibilità economiche del Comune. La cosa non è così tra privato e privato, è più veloce e meno costosa. A noi pare che ciò dipenda anche dalla poca volontà politica di risolvere i problemi alla radice. Se la volontà politica manca, le problematiche continueranno a essere rimandate nel tempo e questo peggiorerà sempre di più lo stato della proprietà pubblica e il costo per manutenerla».
Mi fa un altro esempio?
«Ci sono balconi di appartamenti sfitti, con cumuli di guano depositato dai piccioni che si appollaiano sui parapetti: miasmi e vista sgradevole per gli inquilini vicini. La pioggia cade alla base dei finestroni e l’acqua si infiltra negli appartamenti e li danneggia. Nonostante la forte iniziativa dei consigli condominiali, la rapidità con la quale si mettono in contatto con gli amministratori MM e i preposti ai problemi manutentivi e gestionali, la risposta dell’ente pubblico è sempre farraginosa e diluita nel tempo, mai attiva e presente sul punto, mai immediata».
Ci sono altre questioni aperte con il Comune?
«La problematica dell’igiene e decoro del quartiere non riguarda solo quest’aspetto, seppur gravemente lesivo del benessere fisico e morale e del vivere civile del quartiere, ma anche la raccolta dei rifiuti. Amsa e Comune non ci hanno più contattato dal 2012, dopo varie riunioni avvenute con condomini, e amministratori dei condomini, per modificare la raccolta differenziata che oggi avviene con strutture a cielo aperto. Noi abbiamo proposto isole ecologiche che evitino, come purtroppo avviene continuamente, lo scarico abusivo di materiali vari nei cassonetti del nostro quartiere o addirittura sui marciapiedi, fatto di notte da estranei. Non vorremmo più essere trattati da cittadini di serie B ma da cittadini, punto! E poi sappiamo tutti che cattive gestioni provocano solo danni e che i danni alla fine li pagano i soliti noti. Come è possibile che il Comune di Milano, che ha fatto della qualità dell’abitare una sua bandiera non veda cosa sta succedendo? Dall’Amministrazione Comunale che gestisce il patrimonio pubblico di tutti noi, ci aspettiamo di più e di meglio».