Conosci Leonardo? In un saggio, la vita milanese del genio del Rinascimento
Passeggia Leonardo pensieroso lungo una strada sterrata. È pomeriggio, l’aria è fresca di fine primavera. Cammina lento e silenzioso, ai lati della strada i fontanili, le rogge. Intanto con la mente disegna chiuse e ponti:
Passeggia Leonardo pensieroso lungo una strada sterrata. È pomeriggio, l’aria è fresca di fine primavera. Cammina lento e silenzioso, ai lati della strada i fontanili, le rogge. Intanto con la mente disegna chiuse e ponti: nessuno come lui sente il richiamo delle acque. Poi, si ferma sotto un glicine (oggi, si presume, in via Verro al civico n° 2). Pensa, si siede. Tutto è immobile tranne la sua mente…
Uscito da alcuni mesi per Garzanti, “Leonardo. Il genio che inventò Milano” è un saggio scritto da Marina Migliavacca, con la precisione di chi compone uno splendido arazzo fatto di intrecci colorati.
Leonardo arriva a Milano, deciso a fare carriera, proponendosi come collaboratore alla corte del Moro. Nel suo curriculum seduttivo millanta esperienza di musico e poeta, maestro di cerimonie ed enigmista, progettista idraulico e giardiniere, scenografo raffinato, regista e addirittura favolista… Alle sue spalle, un apprendistato a Firenze nella bottega d’arte del Verrocchio. Lavoro duro, e una gran voglia di mettersi in mostra tra illustri colleghi, maestri del Rinascimento. Ci sono: Perugino, Ghirlandaio, Botticelli. Entusiasmante pensare al clima di quel luogo fatto di incredibili contaminazioni.
Ha trent’anni Leonardo quando giunge Milano, una grande città grazie al contributo del ducato. La corte sforzesca è in un periodo di espansione e di splendore unico; il castello è un universo ricco e colto: la corte si diverte; feste, spettacoli, battute di caccia, c’è persino una sala per la palla corda – mentre la servitù lavora sodo. Il Moro ha in mente un ambizioso progetto urbanistico coeso con la politica di rinnovamento e mutamento della città: tutti i grandi principi del Rinascimento aspiravano a riformare il tessuto cittadino – vedi addizione erculea di Ercole D’Este a Ferrara (il primo vero intervento urbanistico del Rinascimento).
A Milano si lavorano i metalli preziosi, i tessuti, Milano già capitale della moda. Le strade non bastano più per i commerci, è necessario aumentare le vie di scambio ricorrendo ai corsi d’acqua. E qui entra in scena Leonardo con le sue invenzioni idrauliche per migliorare l’intero sistema dei canali. Progetta chiuse, bocche, ponti – molte i disegni nel Codice Atlantico!
L’incontro tra Leonardo e Il Moro è uno tra i più prolifici del Rinascimento. Coetanei, ambiziosi, grandi sognatori. Ludovico, forte e geniale innovatore ma anche fragile e malizioso. Diplomatico duro e spietato, dolce e lascivo mentre si abbandona alle sue raffinate cortigiane, è tormentato dal lutto di Beatrice, la moglie appena ventiduenne. Leonardo lo stimola, lo asseconda, obbedisce anche alle più stravaganti commesse. Ad esempio con La Dama con Ermellino che ritrae Cecilia Gallerani amante, prediletta del duca. È da questo splendido dualismo che nascono idee, progetti, visioni. Sodalizio o rapporto d’interesse? Due uomini, una città, un solo destino. Il primato di città europea nell’arte, nell’ingegno, nell’ innovazione…
E che dire del Cenacolo!? Una scena affrescata con superba maestria. Gli apostoli si siedono alla tavola di Gesù, paiono in fila come per entrare in scena. C’è chi sta zitto e fermo, chi si china e bisbiglia, un equilibrio precario e delicato fatto di sussurri di gesti fermi nell’aria. Un capolavoro. Come può tutto questo incarnarsi in un uomo solo? Leonardo è il Rinascimento, è Milano, cioè tutte le idee e i progetti che guardano al futuro come se ci fosse il desiderio di parlare ai posteri.
Un saggio splendido. Consigliatissimo!
Paolo Spotti
(Ottobre 2015)