Continua il dibattito, Natale Carapellese: «Realizziamo un ramo della M3, che da Porta Romana arrivi fino a Opera»
È sotto gli occhi di tutti: esiste un divario tra il servizio MM e Trenord/Trenitalia che penalizza storicamente il nostro territorio rispetto a ogni altro di Milano, e che andrebbe gradualmente riequilibrato. Il Municipio 5
È sotto gli occhi di tutti: esiste un divario tra il servizio MM e Trenord/Trenitalia che penalizza storicamente il nostro territorio rispetto a ogni altro di Milano, e che andrebbe gradualmente riequilibrato. Il Municipio 5 resta infatti di gran lunga il meno servito dalla rete di trasporto MM, che al momento vede una sola e unica fermata nel capolinea di MM2 Abbiategrasso. Anche in previsione della futura apertura del passante ferroviario fermata Trenord S9 Tibaldi, nonché della ipotizzata nuova fermata M2 – Binda/Cantalupa nel tratto Famagosta-Assago, l’offerta di trasporto pubblico resta inadeguata. Le attuali tramvie – 3-15-24 – non sembrano sufficienti a soddisfare le esigenze attuali e soprattutto future. La situazione è particolarmente critica per i quartieri Vigentino, Verro e Ripamonti, dove il solo tram 24, nonostante l’aumento della frequenza dei passaggi, risulta insufficiente, aldilà della vicenda di riassetto delle fermate e incremento delle corse.
Sull’argomento si è acceso il dibattito (vedi in fondo gli articoli dicembre 2019 di gennaio 2020), nell’intervista che segue, il consigliere Natale Carapellese parla della proposta a cui sta lavorando.
Carapellese, la situazione
della mobilità sul nostro territorio rischia davvero di peggiorare se non si interverrà per tempo con idee e progetti?
«Sì, perché il grande rinnovamento immobiliare e non solo, in atto in tutta la zona, è destinato a crescere ancora. E, per fare solo un esempio, la nuova fermata del passante di via Tibaldi, per quanto importante e attesa, la cui realizzazione è previ- sta entro il 2023, non sembra affatto sufficiente a risolvere le attuali e, ancor più, future, esigenze di mobilità della zona».
C’è l’ipotesi della M6…
«Negli attuali documenti del Piano di Governo del Territorio (Pgt) e in particolare nel Piano Urbano Mobilità Sostenibile (Pums) 2018, c’è la prospettiva di una nuova linea metropolitana M6 che, attraverso il centro, collegherà Bollate a Noverasco/Opera. Ma il percorso e il suo progetto complessivo non sono mai stati approvati con atti formali e definitivi, anzitutto per i costi oltre che per i tempi di realizzazione dell’opera. Poi, ricordiamolo, questa linea attraverserebbe ancora una volta il centro storico di Milano. Una soluzione che spinge troppo in là nel tempo la sua concreta fattibilità».
Dunque è questo il motivo per cui si è riaperto il dibattito su un tema tanto sentito in zona?
«A fare da “apripista” il vostro giornale che, nel dicembre scorso, ha deciso di pubblicare un’interessante intervista a Roberto Biscardini e Marco Figura, dove si rilancia un’idea di alcuni anni fa: prevedere una variante in cui il percorso della M6 si innesterebbe, modificandolo, sul ramo della M1 Bisceglie-Pagano e, dal centro storico, proseguirebbe poi verso Porta Lodovica, Tibaldi, Ripamonti fino allo Ieo/Macconago, riallacciandosi quindi al percorso già ipotizzato nel Pums 2018. Questa e altre proposte, come l’eventuale pro- lungamento dall’attuale capolinea della M2 Abbiategrasso in direzione San Donato con fermata allo Ieo/Macconago, riteniamo debbano essere tutte oggetto di valutazione da parte degli uffici tecnici preposti riguardo alla loro concreta realizzabilità».
E poi c’è la sua proposta di un nuovo tronco della M3…
«In considerazione di tanto fermento, riteniamo opportuno avanzare un’idea ulteriore che, a nostro avviso, può dare contemporaneamente maggiori vantaggi: rendere più fluida la mobilità dell’intera area, a costi di molto inferiori e più sostenibili, in tempi più ridotti e rapidi di realizzabilità. In pratica ipotizziamo la realizzazione di un nuovo ramo di metropolitana – mediante lo sbinamento della linea M3 gialla, nel tratto successivo alla fermata Porta Romana, che sviluppi un tronco in direzione di Opera con la realizzazione di sette specifiche fermate:
- Piazza Olivetti/Largo Isarco;
- Ripamonti/Pietrasanta;
- Ortles;
- Solaroli/Quaranta;
- Valdisole/Monti Sabini;
- Quartiere Fatima-Ripamonti/Inps;
- Ieo/Macconago.
Questa soluzione consentirebbe di servire in tempi più rapidi un territorio, quello del Vigentino-Ripamonti, già oggi congestionato oltre misura dal traffico, e sede di importanti sviluppi e trasformazioni come sopra evidenziato. Lo stesso territorio, vista la vicinanza del previsto nuovo deposito di mezzi Atm full electric in viale Toscana, può realisticamente candidarsi a sperimentare sulla attuale linea 34, un percorso rimodulato all’interno dei nuovi quartieri, per coprire le esigenze e sviluppi futuri delle utenze».
Cosa chiedete quindi al Comune?
«Con il Pd del Municipio 5, che condivide la necessità di un progetto di metropolitana che attraversi il territorio della zona, chiediamo quindi che questa e le altre proposte siano tutte verificate da parte del Comune e degli assessori competenti, al fine di chiedere un adeguato studio di fattibilità agli uffici tecnici di Amat. Gli esiti dell’analisi per noi sono assolutamente necessari a individuare la soluzione migliore e più opportuna, in considerazione anche dei flussi di mobilità potenziali che si prospettano nel prossimo futuro in zona. E proponiamo pure lo sviluppo di uno scenario comparato e preventivo delle possibili soluzioni, che coinvolga in modo proattivo i mobility manager dei soggetti privati eventualmente interessati che si stanno insediando nell’area Sud Milano».
Gli articoli precedenti sullo stesso tema
Dicembre 2019, Linea M6 in Ripamonti, una sfida per ridisegnare il trasporto pubblico nel Municipio 5. Intervista a Marco Figura e Roberto Biscardini;
Gennaio 2020, Continua il dibattito sulla proposta di una linea di metro in zona Ripamonti lanciata dal nostro giornale. Intervengono dal Comune Granelli e Tosoni e dal Municipio 5 Bramati e Carapellese.