Continua la crescita delle persone contagiate. Ats: situazione critica in Lombardia, in particolare a Milano e nella Città metropolitana.
Lombardia, domenica 18 ottobre. Quasi tremila i nuovi positivi, e oltre mille i ricoveri. Nonostante fosse stato effettuato un numero inferiore di tamponi (30.981, circa duemila in meno) rispetto al giorno prima, per una percentuale pari al
Lombardia, domenica 18 ottobre. Quasi tremila i nuovi positivi, e oltre mille i ricoveri. Nonostante fosse stato effettuato un numero inferiore di tamponi (30.981, circa duemila in meno) rispetto al giorno prima, per una percentuale pari al 9,6%. Sono in terapia intensiva 110 contagiati (+ 14 ieri) di cui 84 intubati, mentre in terapia non intensiva sono 1.065 (+122). Le persone che hanno perso la vita sono 21 (ieri 13). Il rapido aumento dei ricoveri ha portato gli ospedali a riaprire i reparti speciali dedicati ai pazienti Covid.
A Milano Provincia le persone contagiate sono 1.463 (il 50% dei casi della Lombardia), di cui ben 727 a Milano città.
“Occorre l’aiuto di tutti i cittadini per fermare la corsa del virus”. Lo dice Walter Bergamaschi, direttore generale dell’ATS di Milano. “Quello che più preoccupa è che già nelle prossime ore il numero dei soggetti positivi possa ulteriormente incrementare e mettere sempre più sotto pressione gli ospedali”. E promette che “cercheremo di rafforzare il rapporto con i medici di famiglia, che hanno un ruolo decisivo nel segnalare casi sospetti e sorvegliare i pazienti fragili. Oggi più che mai il loro ruolo può essere fondamentale, lavorando in rete con le Ats e seguendone le indicazioni”.
Purtroppo in Regione il problema del claudicante rapporto tra medici di famiglia e Ats è sempre stato ignorato privilegiando il ruolo degli ospedali, ancor meglio se privati. Realizzare ora una rete efficiente tra medici di famiglia, pediatri e Ats per combattere sotto la pressione dell’urgenza la crescita esponenziale dell’epidemia rende più complicata la messa in pratica di ogni qualsivoglia soluzione.
“Anche i cittadini possono fare la loro parte – conclude Bergamaschi– rispettando le regole per il bene proprio e dell’intera collettività. Avere attenzione per se stessi permette di tutelare i propri cari e la collettività”. Sì certo, ma questo non può essere la panacea che risolve o giustifica tutti i mali: la maggior parte dei cittadini ormai ha introiettato le tre regole della mascherina, del distanziamento fisico (non sociale) e dell’igiene. I discorsi fra parenti, amici e colleghi circolano quasi unicamente su questi argomenti, in modo più o meno ripetitivo e angoscioso. Più difficile per i ragazzi, con l’esuberanza tipica della loro età e il bisogno di autoaffermazione e contrapposizione. Più difficile ancora per tutti coloro che si sono lasciati incantare da affermazioni quantomeno incaute di certi professoroni che ipotizzavano che il virus si fosse ormai spento, inattivato.
Confronta con dati di sabato 17 ottobre 2020
Dati Covid Lombardia