Cosa succede a Berlino in tempi di Covid-19? Riaprono birrerie, cinema palestre… Ce lo racconta Bertold
Bertold, Cronache di Berlino, è una newsletter a tema di laRepubblica, curata da una bravissima giornalista, Tonia Mastrobuoni. Ogni settimana riesce a condensare quanto avviene a Berlino, dove lavora da corrispondente. Ebbene anche a Berlino dal 2
Bertold, Cronache di Berlino, è una newsletter a tema di laRepubblica, curata da una bravissima giornalista, Tonia Mastrobuoni. Ogni settimana riesce a condensare quanto avviene a Berlino, dove lavora da corrispondente. Ebbene anche a Berlino dal 2 giugno torna alla normalità un altro pezzo di vita pubblica. Riaprono le birrerie (da noi hanno già riaperto le enoteche, ma è tutta un’altra cosa), riaprono le palestre (come da noi in Lombardia ) e riaprono i cinema (da noi ancora nulla all’orizzonte). Riaprono o quasi, ci racconta Tonia, perché anche se a Berlino “il meteo è ancora incerto e il tipico vento freddo continua a spazzare la capitale, ma si potrà ricominciare a godersi le birre all’aperto nei caratteristici Biergaerten”. Fino al 29 giugno bar e birrerie potranno solo servire ai tavoli (quindi nessun asporto, ancora mugugni alla Darsena?) e rispettando le norme del distanziamento sociale: un metro e mezzo tra un cliente e l’altro (da noi si può stare un po’ più vicini, 1 metro). E dovranno chiudere alle 23 (niente ore piccine come sui Navigli o a Brera). Anche le palestre saranno di nuovo accessibili dal 2 giugno (ci siamo quasi: in Lombardia dal 3), ma le docce rimarranno chiuse e tra gli attrezzi la distanza dovrà essere di tre metri (di questo non vi so dire, devo andare a rileggere l’ordinanza). A Berlino, nonostante il clima non generoso come da noi, “i cinema all’aperto potranno srotolare i maxischermi. Quelli al chiuso dovranno aspettare la fine del mese”. Qualche velata manifestazione di cinema all’aperto ancora non si è nemmeno sentita a Milano. Possibile che ci riescano a Berlino e non a Milano?
Un grande passo avanti rispetto a noi sarà la possibilità di partecipare agli eventi all’aperto: il tetto massimo è fissato a 150 partecipanti con la grande eccezione delle manifestazioni la cui partecipazione è illimitata. Da noi neanche pensarci, ma a Berlino i numeri Covid non sono stati così impressionanti. A Milano Metropoli (3,26 milioni di abitanti) dall’inizio delle epidemia di coronavirus ci sono stati 23.044 casi e continuano ad aumentare anche se di poco. A Berlino (3,77 milioni di abitanti) i casi sono stati 6.789, 4 volte di meno! Per funerali e matrimoni il limite sarà di 50 partecipanti, altrimenti continuerà a valere la norma attuale delle due famiglie massimo.
Milano ieri si è ritrovata a dover contrastare un nuovo movimento estremista di destra, i “gilet arancioni” che protestano, senza mascherine e assiepati, contro una presunta “dittatura sanitaria” per le misure di contenimento e il lockdown. Più o meno come a Berlino dove, ci racconta la corrispondente, da settimane si succedono le cosiddette ‘Hygiene-Demos’ del sabato, ‘dimostrazioni igieniche’ con una connotazione sempre più fortemente razzista contro ebrei e comunità di immigrati. “Sono estremisti di destra, attivisti filorussi, negazionisti del coronavirus e no-vax che hanno spaventato chi era sceso in piazza solo per manifestare qualche dubbio sul piano pandemia. E forse non è lusinghiero farsi chiamare ‘covidiota’, come la stragrande maggioranza dei tedeschi considerava ormai i partecipanti alle ‘Hygiene-Demos’. Purtroppo sta succedendo a Parigi e in diverse città europee e di oltreoceano.
E poi altri comunissimi aspetti ci accomunano: “normalissime discussioni tra virologi etichettate come ‘guerre tra galli nel pollaio'”, l’atteso salvataggio della aeroflotta Lufthansa come quello dell’Alitalia, il big Volkswagen che trema al dover risarcire ancora 60mila proprietari di Vw per il motore truccato, mentre la nostra (?) FCA, ex Fiat, è in attesa di un “prestito” garantito da Mamma Italia.
“Buona settimana, bleibt gesund! Tonia” (state bene!)
Qui la newsletter Bertold: Il virus dell’estremismo e quello della Bild