Crescono i decessi nelle Rsa. Il presidente Degani dell’associazione delle case di riposo accusa la Regione. Borghetti e Majorino incalzano la Giunta

I numeri sono impressionanti e le accuse a Regione Lombardia gravissime. Il Pirellone viene ritenuto in parte responsabile dei contagi di Covid - 19 nelle Rsa, di essersele sostanzialmente dimenticate, di aver sottovalutato la situazione

I numeri sono impressionanti e le accuse a Regione Lombardia gravissime. Il Pirellone viene ritenuto in parte responsabile dei contagi di Covid – 19 nelle Rsa, di essersele sostanzialmente dimenticate, di aver sottovalutato la situazione e, in alcuni casi, averla insabbiata. La mancanza di presidi e di direttive al personale sanitario e medico per affrontare una situazione così complessa sono le principali colpe attribuite al presidente Attilio Fontana e all’assessore alla Sanità Giulio Gallera. Motivi che secondo molti  hanno favorito l’ingresso del coronavirus nelle Rsa lombarde, determinando un numero di decessi sopra alla media

Ciò che ha acceso i fari su questa situazione è stata, probabilmente, la delibera di Regione Lombardia (la numero XI/2906, 8 marzo 2020) che consente – a determinate condizioni di sicurezza – il ricovero in Rsa di pazienti con sintomi Covid-19. Una sorta di prova del nove della sottovalutazione della situazione.

Un atto che Luca Degani presidente di Uneba, l’associazione di categoria che mette insieme circa 400 case di riposo lombarde, in un‘intervista al Quotidiano del Sud non ha esitato a definire assurda. «Chiederci di ospitare pazienti con i sintomi del Covid 19 è stato come accendere un cerino in un pagliaio: quella delibera della giunta regionale l’abbiamo riletta due volte, non volevamo credere che dalla Regione Lombardia potesse arrivarci una richiesta così folle».

Il presidente di Uneba spiega: «Dopo la delibera abbiamo chiesto chiarimenti, maggior parte delle nostre strutture non hanno dato seguito alla richiesta della regione. Ma c’è chi l’ha fatto e poi si è pentito. Come potevamo accettare malati ai quali non era stato fatto alcun tampone né prima né dopo? Senza dire, che il nostro personale sarebbe stato comunque a rischio. Si sono infettati medici e sanitari in strutture molto più attrezzate della nostra. Non ci hanno dato i dispositivi di protezione ma volevano darci i malati… insomma».

Nella lettera inviata alla Regione Uneba sottolinea che organizzare la presenza di pazienti Covid-19 in Rsa è ritenuta «estremamente complessa, difficile e potenzialmente rischiosa». Queste strutture ospitano, infatti, per lo più anziani che hanno già malattie gravi e conclamate. Che non possono essere più assistiti a domicilio. In totale dispongono di 70mila posti letto, tra privati (80%), enti vari e strutture pubbliche.

Alcune strutture hanno accolto malati, ma la maggioranza non ha dato la disponibilità, senza però arrivare a denunciare l’assurdità della richiesta, se non in forma anonima. Il motivo, secondo il presidente Degani è economico: «Dipendiamo per un buon 30% dai finanziamenti della Regione, logico che molti abbiano paura di perderli. Non parlano e io li capisco, Ma noi, che facciamo parte del Terzo settore e siamo no profit, certe cose dobbiamo dirle: i nostri ospiti hanno una media di 80 anni, sono persone con pluripatologie. Come potevamo attrezzarci per prendere in carico malati spostati dagli altri ospedali per liberare posti-letto? Ci chiedevano di prendere pazienti a bassa intensità Covid e altri ai quali non era stato fatto alcun tampone. Il virus si stava già diffondendo. Stavamo per barricarci nelle nostre strutture, le visite dei parenti erano già state vietate».

Durissima la posizione di Carlo Borghetti, consigliere regionale Pd, esperto di questioni sanitarie e per esperienza professionale anche di Rsa, che da settimane incalza l’assessore Giulio Gallera: «Non abbiamo più fiato per ripeterlo: no ai pazienti Covid o ex-Covid nelle Case di Riposo della Lombardia e provenienti dagli ospedali (basta fare come in Veneto). Si cambi la delibera, e si aiutino queste strutture a proteggere gli ospiti, e a proteggere e supportare i medici e gli operatori tutti».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino, ex assessore alle Politiche sociali e alla Salute del Comune di Milano, che chiede l’intervento della prefettura per proteggere gli ospiti e il personsale delle Rsa e lancia una raccolta firme su change.org per fare pressione sulla giunta, affinché cambi strategia.

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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