I dischi di settembre: Van Morrison e gli Yo Yo Mundi

di Giuseppe Verrini verrini.g@tiscali.it    Questo disco dal vivo, considerato una pietra miliare tra i dischi Live, era uscito nel 1974

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Van Morrison “It’s too late to stop now” volumes II,III,IV & Dvd – Sony/Legacy

Questo disco dal vivo, considerato una pietra miliare tra i dischi Live, era uscito nel 1974 in un doppio LP a testimonianza della tournee di Van Morrison dell’anno precedente con la Caledonia Soul Orchestra, una formazione di ben undici elementi che includeva anche un quintetto d’archi. Ora Van Morrison apre i suoi archivi e ci regala tre date di quel tour Troubadour, Los Angeles 23 maggio, Santa Monica Civic Auditorium 29 giugno e The Rainbow Londra 23 e 24 luglio, divise su tre Cd e un Dvd che contiene 50 minuti delle due esibizioni londinesi, con performance diverse da quelle dell’originale doppio album. Uno dei periodi migliori della carriera artistica di Van Morrison viene quindi degnamente e ulteriormente rappresentato in questo splendido lavoro, suonato alla grande da una band in gran forma, e ricco di una esplosiva miscela di blues, soul, R&B, rock e jazz, che unita alla spettacolare voce del rosso irlandese fanno di questo album uno dei dischi che non possono mancare nella discoteca di ogni appassionato di buona musica. Tre serate, quindici pezzi per serata, con alcuni brani che si ripetono ma che hanno in qualche modo interpretazioni sempre diverse, con titoli immortali dal suo repertorio e da quello della sua prima band, i Them, come Moondance, Brown eyed girl, Domino, Gloria, Here comes the night, Into the mystic, Caravan, e classici soul, blues e jazz ripresi alla grande come I just want to make love to you (Willi Dixon), Bring it on home to me (Sam Cooke), Buona sera (Louis Prima), I believe to my soul (Ray Charles). Un lavoro che anche grazie a una splendida registrazione e un suono brillante è una gioia per i sensi dell’ascoltatore. Da non perdere.

 

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Yo Yo Mundi, “Evidenti tracce di felicità” – Felmay

Gli Yo Yo Mundi sono un gruppo di folk rock di Acqui Terme (Alessandria) che propone un solida miscela di combat folk e canzone d’autore, mantenendo sempre, con grande coerenza, un forte impegno politico e sociale, trattando temi come l’ambiente, la Resistenza, lo sport, e profonde radici con la terra di origine, le tradizioni locali e allargando negli anni i propri confini ad altre forme artistiche come letteratura, cinema e teatro. Fondati da Paolo Enrico Archetti Maestri, voce e chitarra, sono attivi dal 1988 e hanno realizzato oltre una dozzina di album tutti di ottimo livello, a cominciare dallo splendido esordio, fin dal titolo, “La diserzione degli animali del circo”, del 1994, con cui hanno costruito una solida reputazione artistica, numerose e variegate collaborazioni musicali e una notevole base di pubblico affezionato. Anche questo nuovo lavoro, “Evidenti tracce di felicità”, ancora con un bel titolo, che esce a cinque anni dal precedente “Munfrà”, album dedicato al Monferrato, conferma il loro talento e la bontà del loro progetto musicale, attraverso dodici nuovi brani composti dal leader della band, Paolo Enrico Archetti Maestri, brani che raccontano storie vere, semplici e genuine, dirette e immediate, che ci consegnano una speranza e un invito a cercare la felicità in tutte le cose, a rallentare il nostro frenetico modo di vivere. Sono tracce di musica acustica, con l’utilizzo, accanto a chitarra, basso, batteria, di strumenti come violino, cornamuse, fisarmoniche, flauto, cembalo, archi. Grande il brano di apertura, Sempre, primo singolo e video del lavoro, che riprende nell’ultima strofa la celebre frase di Mazzacurati “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre”, c’è anche un brano in dialetto monferrino, Ciàpapùve, personaggio inventato di vecchio rigattiere, mentre Ai ssùma tùrna è ispirata all’incontro con Carlin Petrini di Slow Food, e ci sono storie ricche di amore e speranza, di forte stampo cantautorale, come in Chiedilo alle nuvole, con tanto di cembalo, e Tutte le memorie scritte del mondo con un delizioso intreccio tra violino, fisarmonica e cornamusa, mentre la splendida title track, Evidenti tracce di felicità, brano folk rock, è il vero manifesto lirico de disco. Tra gli ospiti da segnalare il bluesman Paolo Bonfanti, chitarra acustica e National steel guitar, e Gianni Maroccolo, basso. In questi tempi bui e di sfrenato individualismo, Evidenti tracce di Felicità è una boccata di aria fresca, un invito all’incontro, alla condivisione, alla ricerca di un semplice sorriso e della felicità. Che sia questa oggi la vera rivoluzione?

 

Le segnalazioni di Beppe

• Eric Clapton, I still do, voto: 7.5
• Avett Brothers, True sadness, voto: 8
• Juri Camisasca & Rosario Di Bella, Spirituality, voto: 7.5
• Sergio Endrigo, Live Collection, voto: 7.5

(Settembre 2016)

Laureata in Scienze dei Beni Culturali, blogger appassionata di cinema e teatro, talentuosa grafica e webmaster, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e sfide, forte della sua estrazione umanista veste con grazia e competenza le testate digitali e su carta di Milanosud.

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