Distributore di via dei Missaglia, il ricorso arriva in Consiglio di Stato ma intanto il Comune prosegue le trattative con Q8 per lo spostamento degli impianti in Bicocca

Nuova puntata della querelle giudiziaria sulla costruzione del distributore di via Dei Missaglia che vede contrapposti da una parte il Comitato difesa ambiente zona 5  e dall'altra l’azienda petrolifera Q8 e l’avvocatura del Comune.Questi ultimi

Nuova puntata della querelle giudiziaria sulla costruzione del distributore di via Dei Missaglia che vede contrapposti da una parte il Comitato difesa ambiente zona 5  e dall’altra l’azienda petrolifera Q8 e l’avvocatura del Comune.

Questi ultimi infatti, si è venuto a sapere nei giorni scorsi, hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar dell’ottobre 2019, che annullava i permessi per la realizzazione dell’impianto (lavori fermi da marzo 2019), accogliendo la tesi del Comitato difesa ambiente zona 5, secondo il quale la realizzazione degli impianti di via dei Missaglia sono pericolosi per la salute dei cittadini perché troppo vicini ai pozzi dell’acqua potabile.

Passo giudiziario che però, secondo l’assessore ai  Lavori pubbici Marco Granelli, che segue la vicenda anni, non ha riflessi sulla trattativa, che prosegue: «Il Comune di Milano ha condotto in questi mesi una trattativa con Q8 per spostare distributore in un’altra località. Ora l’area è stata individuata e si trova in Bicocca, il Comune ne è tornato in possesso e l’ha messa a disposizione dell’azienda pertolifera che sta progettando l’impianto. Tenere aperta la causa è necessario per poter concludere questa trattativa».

Il Comitato difesa ambiente zona 5 però non si fida dell’assessore e per tutelarsi di fronte a eventuali spese legali, che un ricorso al Consiglio di Stato richiederebbe, ha avviato una raccolta fondi che punta ha raccogliere 8.000 euro.

La speranza di chi scrive è che l’accordo tra Comune e Q8 arrivi al più presto, si sposti il distributore e si sistemi l’area, senza arrivare fino al Consiglio di Stato. Eventualità questa che esporrebbe il quartiere al rischio del ribaltamento della sentenza del Tar, oltre che  lasciare l’area in questione per molto tempo – una causa in Consiglio di Stato ci mette circa 200 giorni per arrivare a sentenza – nelle condizioni in cui si trova attualmente.

 

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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