Divieto di birra? La risposta: «Che spaccacoglioni se la prendono sempre con i giovani»
Nel Paese che ha fatto dell’isolamento sociale l’unica vera strategia di contenimento della pandemia inizia a diffondersi una certa insofferenza, soprattutto tra i giovani, che si sentono sempre più capri espiatori di una politica sanitaria
Nel Paese che ha fatto dell’isolamento sociale l’unica vera strategia di contenimento della pandemia inizia a diffondersi una certa insofferenza, soprattutto tra i giovani, che si sentono sempre più capri espiatori di una politica sanitaria che fa acqua da tutte le parti e a tutti i livelli.
Il quadro è deprimente, sia a Roma che al Pirellone.
A fronte di paternalistici appelli a comportarsi di fronte alla pandemia esattamente come facevano con con la peste i nostri avi nel Medioevo, da Roma si attendono ancora le mascherine a prezzo politico. La app Immuni è il nuovo Godot: non arriva mai. Non si conoscono i parametri che vieteranno o meno gli spostamenti tra regioni. I soldi promessi ad aziende e lavoratori, quando arrivano sono in clamoroso ritardo o con il contagocce. Gli assistenti civici non si sa se sono una delle tante boutade, destinata a fare la fine delle ronde padane, o diverranno il sesto corpo di forze dell’ordine nazionale.
Regione Lombardia poi brancola letteralmente nel buio, in un’ecatombe, costellata da errori clamorosi, spiegazioni pseudo scientifiche da brividi e decine di migliaia di persone che ancora oggi aspettano i tamponi, test sierologici e tracciamenti.
Le polemiche e i litigi tra stato centrale e regioni, comune e regione, maggioranze e opposizioni sono continui. Una una cosa però accomuna i contendenti: tutti sono contro “gli assembramenti” e la movida, in una crociata che si fonda il più delle volte su foto sapientemente taroccate, con grandangoli e prospettive ingannatrici.
La sensazione è che siamo davanti a un vero e proprio “scaricabarile”.
Si chiede responsabilità, ma gli italiani questa responsabilità l’hanno messa in campo senza risparmiarsi, come dimostra l’indagine Istat uscita nei giorni scorsi. Questo nonostante la confusione generale, le difficoltà, le preoccupazioni, la paura.
I giovani, in particolare, che in termini economici pagheranno in futuro il prezzo più alto di questa crisi, sono stati chiusi in casa per mesi, nonostante da un punto di vista degli effetti del contagio fossero quelli meno esposti. Moltissimi di loro sono poi quelli che si sono dati da fare per le collette alimentari e per portare spesa e medicinali agli anziani o a chi era malato e chiuso in casa.
E allora, misure come l’ordinanza del sindaco Sala, sostenuta da prefetto e presidente della Regione, che prevedono addirittura il divieto di riunirsi nei parchi per bere una birra in compagnia, dovrebbe essere corretta. Perché se era tollerabile a marzo, oggi, a fine maggio, ha il sapore amaro del proibizionismo.
«Perché la birra no e la Coca Cola sì?» si chiedono i giovani – e meno giovani – sulle chat e sui social. Noi non sapremmo cosa rispondere. Se non come quel giovane che ha detto: «Che spaccacoglioni se la prendono sempre con i giovani».