Dopo i fuochi il nubifragio: senza pace Gratosoglio sud

A tarda sera il disastro erano ancora tutto visibile. Perché  di acqua ce n'era ancora tanta nel cortile infossato che circonda i due palazzi in fondo a via Baroni, il 194 e il 196, con

via Baroni,

A tarda sera il disastro erano ancora tutto visibile. Perché  di acqua ce n’era ancora tanta nel cortile infossato che circonda i due palazzi in fondo a via Baroni, il 194 e il 196, con gli ingressi ancora invasi da un metro d’acqua e i garage per metà sommersi. È successo ieri verso le tre di notte, quando un violento nubifragio accompagnato da raffiche di vento si è abbattuto sull’intera città di Milano. Solo pochi giorni prima i vigili del fuoco erano intervenuti nei campi vicini per spegnere alcuni incendi probabilmente dolosi. «Sì, solo che il fuoco si spegne con l’acqua, ma l’acqua non va via col fuoco». È uno dei tanti volontari della Protezione Civile accorsi nelle prime ore del mattino e rimasti fino a sera per cercare di prosciugare l’acqua che aveva sommerso totalmente gli ingressi, il cortile  e i garage dei due palazzi e un altro condominio a due piani.

Sono state diverse le squadre della Protezione Civile intervenute provenienti dalla provincia, tra cui da Settimo, Rho, Legnano essendo quelli di Milano impegnati sul fronte nord della città per l’esondazione del Seveso. Nella zona sud di Milano, in fondo al quartiere Gratosoglio, a preoccupare è stato  il Lambro meridionale, cresciuto fino a  lambire il ponte di ferro ed esondando poco oltre forse a causa di un albero caduto dalla sponda e messosi di traverso (da tempo sono stati segnalati  alberi di grosse dimensioni malati, che affondano le radici dentro il letto del fiume).

Secondo alcuni abitanti dei due condomini, sotto la via Baroni passa il collettore delle acque che si riversa nel Lambro. Il fiume ha esondato facendo da tappo alle acque del collettore che non potendo defluire hanno fatto esplodere il tombino posto a metà strada. Da qui l’allagamento  della via che conduce ai due palazzi di sette piani circondati da un lungo cortile sotto il livello del suolo.«Le pompe a immersione dei due condomini non ce l’hanno fatta a pompare via tutta l’acqua che tornava indietro dalla strada allagata, il cortile si è così trasformato in un  lago profondo alcuni metri» ci ha spiegato il consigliere del condominio 196, Giuseppe Bianchi.

Nei  due palazzi, costruiti nel 1972-76 abitano 49 famiglie. Il consigliere spiega che avevano già avuto un’esperienza simile nel 2014 ma con minori  conseguenze. «Da quando il Comune ha costruito la strada che porta al depuratore passando davanti al condominio senza dare una pendenza, quando piove si forma una diga d’acqua. Questa volta faremo tutti insieme una petizione o andremo da un legale affinché il Comune rifaccia i lavori a regola d’arte e ovviamente questa volta chiederemo il rimborso dei danni». Qualcuno le carte del Comune le aveva già viste. «Probabilmente il collettore è sottodimensionato per raccogliere tutte le acque che vengono convogliate nel Lambro. Quando abbiamo concesso al Comune il passaggio delle condutture del depuratore sembrava che il problema fosse risolto. Ma a quanto pare di fronte alla violenza della tempesta d’acqua  e al tappo formatosi dalle sponde del Lambro meridionale, tutto è saltato».

In serata erano ancora sul luogo  diverse squadre della protezione civile con le pompe  in funzione ormai da tutto il giorno. Tutte le famiglie dei due palazzi hanno potuto risalire negli appartamenti, pur senza corrente elettrica in quanto i contatori erano ancora sommersi dall’acqua.

Nel condominio sul lato opposto della strada, un caseggiato a due piani con 22 famiglie, costruito un po’ sotto il livello del piano stradale,  gli appartamenti del piano terra sono stati tutti allagati. In uno di questi, acquistato due mesi fa,  ci abita una coppia giovane, lei di origine armena, Liana Ghukasyan, incinta, pittrice, ha lo studio all’Isola Anita, lui napoletano. «Nella stanza da letto l’acqua continua a provenire dall’appartamento vicino che è leggermente  sfalsato rispetto al nostro, ma stamattina  l’acqua è entrata dalla porta d’ingresso perché abbiamo il tombino che è esploso per la potenza dell’acqua, proprio davanti all’uscita. Crediamo che la casa non sia stata costruita a regola d’arte, tutti gli appartamenti a piano terra sono allagati, noi abbiamo salvato le nostre poche cose e le mie opere. Ma i miei vicini sono via e quindi l’acqua è rimasta in casa. Ci è venuto a trovare Alessandro Bramati, il presidente del Municipio 5, che si  è mostrato molto provato, non si aspettava uno scenario simile. Noi abbiamo deciso di unirci  ai due condomini, ma  non per fare la guerra, vogliamo trovare una soluzione insieme:  la strada deve essere rifatta, siamo disposti anche a pagare una parte dei costi pur di risolvere il problema». Qui i danni sono ingenti e gravi disagi abitativi: le famiglie dei piani terreni  hanno dovuto cercare sistemazione da amici e familiari.

Le foto della notte e del mattino ci sono state trasmesse dai condomini dei due palazzi e del condominio a due piani, che ringraziamo.

Giornalista per caso… dal 1992, per una congenita passione per la fotografia. Dalle foto ai testi il passo è breve: da riviste di viaggio e sportive ai più quotati femminili e quotidiani nazionali sui temi del mondo del lavoro. Ho progettato e gestito newsletter di palestre e centri fitness. Ora faccio parte degli intrepidi inviati di Milanosud.

Recensioni
1 COMMENTO
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    Bianco Giuseppe 17 Maggio 2020

    Mi auguro che il Sig.Bramanti prenda in seria considerazione il rifacimento degli scarichi all’altezza dei civici 194/196, perché è ns intenzione attivare tutti gli strumenti che riterremo opportuni a risolvere il problema di cui sopra.
    Non è ns intenzione aspettare un’altra catastrofe se sarà necessario creeremo una barriera per non fare entrare l’acqua in condominio.
    Saluti
    Consiglieri del condominio baroni 194/196

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