Ebook, libri su ordinazione, caffè letterari: le nuove frontiere dell’editoria

«Scommettiamo insieme sul vostro libro» Intervista a Saverio Paffumi, direttore editoriale di Freemedia Edizioni “Edizioni FreeMedia” (edizionifreemedia-sc.com) è probabilmente l’ultimo nato fra quelli che potremmo definire “micro editori”, emanazione di una piccola cooperativa editoriale e giornalistica

«Scommettiamo insieme sul vostro libro»

Intervista a Saverio Paffumi, direttore editoriale di Freemedia Edizioni

Schermata 12-2456996 alle 12.53.49“Edizioni FreeMedia” (edizionifreemedia-sc.com) è probabilmente l’ultimo nato fra quelli che potremmo definire “micro editori”, emanazione di una piccola cooperativa editoriale e giornalistica preesistente, Freemedia-sc, con sede nel Sud Milano. La genesi di queste microimprese è favorita se non determinata dalla possibilità di pubblicare in digitale, evitando i costi tipografici, della carta e della distribuzione. Il catalogo è piccolo ma in rapida crescita: tre titoli di narrativa, fra cui “I bimbi sono una bomba”, di Eleonora Mazzola, che ha suscitato grande discussione sul blog del Corriere della sera “La 27a ora”, una commedia teatrale da un’idea di Piero Mazzarella, le favole di Rosanna Benzi, con copertina disegnata da Sergio Staino; ora è in uscita “Imparo gli scacchi”, il manuale best seller di Adolivio Capece per la prima volta in digitale, per chi vuole iniziare o perfezionarsi in questo gioco. Già pronto per la pubblicazione “Babbo chef, grande cucina per piccoli uomini e piccole donne”, di Maria Vittoria Zambini, con prefazioni del professor Giorgio Calabrese e della psichiatra Federica Mormando. Di alcuni libri sono autori gli stessi soci della cooperativa. Saverio Paffumi, giornalista con alle spalle diversi libri pubblicati da editori classici, come Rusconi e Sperling & Kupfer, è il direttore editoriale di Freemedia: «Non siamo presuntuosi, siamo semplicemente convinti che grazie alla rete ci sia spazio anche per micro imprese editoriali, se non addirittura individuali o per cooperative di autori, che sul piano della distribuzione on line possono competere con soggetti ben più forti. Una competizione nemmeno immaginabile, in libreria. La condizione per vincere la scommessa, naturalmente, è avere l’idea giusta e saperla comunicare bene».

Una strada in discesa, per chi ci prova?
«Purtroppo no, il problema è che si spende poco, ma si guadagna poco perché le vendite sono ancora limitate, rispetto alla carta, e l’Iva resta al 22%, per ora, contro il 4% dei libri di carta. Tuttavia le sinergie fra siti o portali, social network ed ebook aprono un campo decisamente nuovo, tutto da esplorare. Magari non si guadagna direttamente dal libro digitale, ma dai contatti e dai “link”, in senso stretto e in senso metaforico, che nascono dal libro. Ed è un fatto che autori o editori fortemente motivati possono oggi arrivare a un libro vero e proprio, che “esiste” in quanto tale, investendo meno del costo di un Iphone, in termini di pubblicazione. Questo apre nuove prospettive di democrazia e indipendenza nel settore dell’editoria, credo si possa dire senza fare della retorica».

Investendo meno del costo di un Iphone, diceva…voi fate pagare gli autori?
«Essendo a mia volta un autore ho sempre guardato con sospetto chi specula sulla voglia di pubblicare, incassando i soldi di chi scrive. Però noi siamo una cooperativa di giornalisti freelance, senza capitali alle spalle, per adesso. Un micro editore, non un piccolo editore. Noi non pubblichiamo “qualsiasi cosa” ma solo libri che ci convincono. Inoltre facciamo con gli autori una sorta di patto d’impresa sul loro libro. Il problema è l’investimento iniziale, che deve coprire il lavoro di qualcuno che non è giusto far lavorare gratis per la gloria di autori ed editori. C’è chi fa l’editing, la correzione di bozze, l’impaginazione, la conversione del libro in formato compatibile con i principali lettori digitali e la promozione».

E come funziona il patto?
«Dipende, diciamo che può essere un abito su misura, secondo il tipo di libro e di autore. Faccio un esempio: se l’autore anticipa le spese, ci può essere una rinuncia della cooperativa agli utili fino al totale risarcimento di quanto investito dall’autore. Poi, una volta risarcito l’autore, si prosegue con i normali diritti d’autore».

E se il libro non vende?
«La scommessa è che venda. Rischiamo il lavoro, puntiamo esattamente come l’autore al successo del libro, quotiamo i servizi che citavo molto meno di quanto valgono. Altra alternativa è che l’editore anticipi quanto necessario per pubblicare, i soci della cooperativa investano per “confezionare” il libro e l’autore rinunci ai proventi in termini di diritti fino a una somma concordata. In nessuno dei due casi si specula sull’autore, gli si chiede di assumersi una parte di rischio, di scommettere insieme. C’è poi la convinzione di poter trovare, per certi libri, qualche soggetto disposto a sponsorizzare».

Quindi chi ha libri nel cassetto può contattarvi?
«Se condivide la nostra filosofia certamente, anzi deve. Ne parleremo insieme e decideremo il da farsi. Abbiamo una squadra di lettori che valutano i testi, specie nel caso della narrativa. Passato il vaglio si stabiliscono le strategie. Vorrei anche dire che stiamo cercando di rafforzare la parte commerciale, dato che noi siamo quasi tutti giornalisti e su quell’aspetto non abbiamo grande esperienza. Se c’è qualche professionista che vuole collaborare con la cooperativa… noi ci siamo».

Elisa Paci

«Il mercato digitale crescerà ancora»

Intervista ad Antonio Tombolini, fondatore di Simplicissimus book farm Schermata 12-2456996 alle 12.54.02

Intervista ad Antonio Tombolini, fondatore di Simplicissimus book farm L’avvento dell’ebook non è un fenomeno italiano, anzi l’Italia segue con qualche anno di ritardo gli sviluppi che in questo settore vedono le avanguardie negli Stati Uniti e in altri paesi europei. Per valutare meglio la portata di questa “rivoluzione” abbiamo rivolto qualche domanda ad Antonio Tombolini, fondatore e ceo di Simplicissimus Book Farm (www.simplicissimus.it), società che dal 2007 si occupa della pubblicazione di libri in formato elettronico fornendo anche consulenza a case editrici, per la conversione nei vari formati digitali, e in particolare in formato ePub e Kindle.

A che punto siamo con l’editoria digitale? L’ebook “sfonda” in Italia o resta ferma al palo?
«Il mercato dell’ebook in Italia, come nel resto dell’Europa continentale, segue gli stessi sviluppi che ha avuto in area anglosassone (Usa + Uk) dove rappresenta ormai almeno il 30% del mercato del libro, con un ritardo di tre anni. Fino a pochi mesi fa ero da solo a fare questa lettura. Dall’aprile scorso la mia visione è confortata da quella di Russ Grandinetti, vice president di Amazon e capo del business Kindle: nell’intervista rilasciata durante l’International Journalism Festival di Perugia, Grandinetti ha esordito proprio con questa affermazione, dicendo che l’esperienza che stanno facendo è quella per cui in Europa sta succedendo “esattamente” quello che è successo negli Stati Uniti, con 3 anni (dice lui) di ritardo».

Ci puoi fornire un po’ di cifre? «Se ne potrebbero fornire ormai tante, e approfitto per anticipare che come Simplicissimus, con una scelta che ritengo piuttosto unica fino ad oggi, stiamo preparando un dossier attraverso cui condivideremo con tutti i dati di vendita accumulati nel corso di 4 anni di attività di distribuzione, su una base estremamente significativa: Simplicissimus distribuisce ormai più del 40% dei titoli disponibili sul mercato. Rinviando quindi a quel dossier, che rilasceremo probabilmente prima di Natale, posso anticipare che la crescita in Italia è ancora a 3 cifre, e oscilla tra il 100 e il 150%. Un altro dato interessante è quello relativo ai prezzi: chi ha artificialmente mantenuto elevati i prezzi degli ebook è costretto ora ad abbassare rapidamente. Chi invece ha praticato fin dall’inizio una politica di prezzi ragionevoli, sta scoprendo che non c’è bisogno di “svendere” gli ebook, e che i lettori sono pronti a pagare cifre ragionevoli».

Sarà il libro delle nuove generazioni? Ma le nuove generazioni leggeranno?
«Se leggeranno dipende da noi: sta a noi creare un ambiente anche digitale favorevole alla lettura. Se ci lasceremo ubriacare sempre e solo da ciò che è solo immagine, animazione ecc… la lettura è seriamente a rischio. Se invece sapremo far transitare il libro, i testi e l’esperienza di lettura al mondo digitale, lavorando in modo da sfruttare i vantaggi del digitale sul cartaceo (minori costi di produzione e distribuzione, possibilità di navigazione intelligente e libera del testo, possibilità di audio abbinato al testo, ricerche, commenti condivisi ecc…), allora il libro e la lettura avranno un futuro probabilmente ancora più brillante».

Quanto pesa l’Iva al 22%? Secondo te perché ci vuole tutto questo tempo per portarla al 4%?
«Nonostante il recente (e benvenuto!) decreto del governo italiano che porta l’Iva ebook al 4%, temo che questo passaggio di fatto non vedrà la luce, per l’opposizione esercitata dall’Unione Europea, e che ha già bloccato analoghe iniziative da parte dei governi spagnolo e francese. Il tema è complesso e delicato, e temo che ci sia anche qualche editore che – magari un po’ di nascosto – rema contro, nel timore che un ulteriore abbassamento dei prezzi dell’ebook, e quindi dell’accesso ad essi da parte del consumatore, possa rappresentare una minaccia alle vendite del libro di carta. Senza comprendere che la crisi del cartaceo trova in se stessa le sue ragioni, a prescindere dal digitale, e che il digitale e l’ebook sono semmai, se ben gestiti, una possibile via d’uscita».

L’ebook funziona (funzionerà) per tutte le categorie di libri, o più per alcune che per altre – quali? «Nel tempo funzionerà per tutte, ma non avviene e non avverrà contemporaneamente: tutto dipenderà dalla disponibilità o meno di formati standard, che consentano agli editori o autori di investire su un solo processo di produzione per coprire tutti i canali di vendita. Ancora oggi, invece, nel mondo dei periodici e della scolastica assistiamo ad una babele di strategie basate su piattaforme e formati proprietari che non dialogano tra loro, il contrario di quello che ci vorrebbe».

L’ebook è il libro di carta su supporto digitale o sta rivoluzionando il concetto di libro?
«È l’uno e l’altro. In una prima fase prevale la novità del supporto. Col tempo assisteremo all’impatto sempre più importante che il passaggio al digitale avrà sul contenuto – da un lato – ma soprattutto, io credo, sulle modalità di lettura di un testo».

Giovanni Fontana

Vado a prendere un libro… in caffetteria!

Schermata 12-2456996 alle 12.54.14C’era una volta la Libreria Largo Mahler e ora non c’è più. No, rettifichiamo. C’era una volta la Libreria Largo Mahler e… c’è ancora! Infatti la Libreria c’è e si sente, c’è e si vive. Non solo nei nostri cuori e nei nostri ricordi. Ha solo cambiato dimensione. Eravamo abituati a localizzarla in un unico posto: sempre lì, in quell’angolo di marciapiede, con la sua panchina fuori dalla vetrina del negozio… sapevamo dove trovarla. E adesso? È dappertutto. Infatti non si presenta più come un negozio tradizionale, con una sede fissa e precisi orari di apertura, con scaffali di libri tra cui scegliere, ma che eventualmente potrebbero non contenere ciò che davvero si cerca; ora, il Libraio di Largo Mahler, il nostro amico Luca Santini, ha avuto un’idea brillante: quella di proporre una figura nuova di libreria, più attiva e dinamica, anche più plasmabile e adattabile alle richieste del pubblico. Per farlo si è ispirato alla figura delle biblioteche o librerie itineranti, quelle che consistono in un furgone pieno di libri che gira per le vie cittadine. Ma da questa idea è andato molto oltre, creando una vera attività culturale il cui fulcro o punto di incontro è la caffetteria Vaniglia e Zenzero, di via Tantardini 8.
«Tutti i giovedì mattina, dalle 9 alle 11, io sono qui», ci spiega. «Ho allestito il mio banchetto pieno di libri. Vengono le persone, io le consiglio, prendo le ordinazioni di libri che consegnerò sempre qui il giovedì successivo, o che posso consegnare dove è loro più comodo, nel bar vicino a casa. È per questo che quando ho scelto il nome del logo di questa attività, ho voluto chiamarlo LibriSottoCasa. Inoltre è l’occasione per raccogliere i suggerimenti dei miei clienti, o dei clienti del bar».
Il rapporto diretto, personale, con i lettori ha creato un senso di affiatamento e di compartecipazione per cui ne è nato un gruppo, naturalmente aperto a tutti coloro che vogliano aggiungersi, desideroso di allargare le proprie conoscenze letterarie. Punto di incontro, non solo per comprare libri ma per conoscersi, parlare, interagire, Vaniglia e Zenzero è diventato una sorta di caffè letterario, lontanamente simile a quelli di epoca illuminista del 18° secolo che erano principalmente dei salotti privati di aristocratici dediti alla letteratura; più vicino alla vita frenetica di oggi, dove chi partecipa non sono letterati di professione ma persone comuni che vanno al bar la mattina per un caffè prima di scappare in ufficio, o studenti durante le ore di pausa. Gli impegni si susseguono, ma il tempo per un caffè, o per un cappuccio e brioche non ce lo toglie nessuno. E nell’arco di quelle due ore del giovedì mattina la clientela arriva, fa colazione e intanto passa alcuni minuti a discorrere di libri e letteratura, poi esce e si dedica alle proprie attività quotidiane, arricchita da poche parole in più che girano nella mente e suggeriscono idee per le prossime letture.
Luca Santini tiene a sottolineare che la sua attività è anche più varia e complessa: «Vaniglia e Zenzero è un appuntamento fisso, ma poi la libreria si muove, le nostre attività sono tante, le programmo di volta in volta, partecipiamo anche a tante iniziative, spesso collegate con le scuole o con altri eventi».
E non solo. Dal ruolo di “lettori” al ruolo di “attori”, il passo è stato breve. E molto successo ha avuto l’iniziativa “Leggevamo quattro libri al bar”, promossa dall’associazione Vivere con Lentezza, un incontro in cui alcuni lettori volontari si sono improvvisati attori e hanno letto in pubblico dei brani letterari di loro scelta. Un’esperienza che ha suscitato grande partecipazione e che, visto il successo, probabilmente verrà ripetuta. Tante idee e tante iniziative, accolte con entusiasmo, che dimostrano una cosa: c’è richiesta di quelle emozioni e sensazioni che solo la parola scritta può regalare. Non è del tutto vero che la cultura è in crisi e che al suo posto hanno preso il sopravvento il calcolo e l’informatica. La verità è che di cultura non si può fare a meno, nonostante tutto. In tempi di crisi, in cui molte piccole librerie stanno chiudendo, Luca Santini è riuscito a trovare il giusto connubio tra l’aspetto economico e quello culturale, creandosi una nicchia di lettori convinti e appassionati che gli auguriamo possa sempre più allargarsi.

Nadia Mondi

Elisa Paci, 24 anni, laureata in Comunicazione e Società (Scienze Politiche), blogger e fotografa, ha uno spirito internazionalista, che la porta a viaggare a Milano e nel mondo, in aiuto di chi non ce la fa, siano persone, interi popoli o piccole redazioni digitali. Per lei il reaggae è il massimo.

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