“Facciamo squadra”, cittadini e istituzioni si incontrano per recuperare la Campazzino. Assessore Grandi: «Troviamoci, le strade sono aperte»

“Facciamo squadra“, con questo auspicio il Centro Culturale Conca Fallata sabato 22 ottobre ha organizzato un incontro pubblico nella sala Consiliare del Municipio sul futuro della Cascina Campazzino.Molti i cittadini presenti per discutere su come

“Facciamo squadra“, con questo auspicio il Centro Culturale Conca Fallata sabato 22 ottobre ha organizzato un incontro pubblico nella sala Consiliare del Municipio sul futuro della Cascina Campazzino.

Molti i cittadini presenti per discutere su come evitare il crollo dell’edificio settecentesco, recuperarlo e renderlo il centro di un nuovo ulteriore percorso di crescita del Parco Agricolo Ticinello. A confrontarsi con i cittadini i rappresentanti di comitati e associazioni del territorio, Andrea Falappi, conduttore della Cascina Campazzo di proprietà del Comune, e le istituzioni cittadine. Tra le fila di quest’ultime il presidente del Municipio 5 Natale Carapellese, l’assessore all’Urbanistica e Verde e Demanio del Municipio Mattia Cugini, i consiglieri comunali Luca Bernardo e Natascia Tosoni e quelli di Municipio 5 Michele Valtorta, Raffaele Magnotta, Caterina Misiti, Edoardo Arcidiacono, Costantino Grimaldi e Stefania Vedovato. In collegamento da remoto l’assessora al Verde del Comune di Milano Elena Grandi.

La mattinata è stata aperta da una relazione di Giuseppe Mazza del Comitato direttivo del Centro Culturale Conca Fallata, che dopo aver ripercorso la storia del Parco e della Cascina Campazzino, ha esposto l’idea – in realtà un obiettivo di un percorso tutto da costruire – di fare della Cascina un “Polo culturale didattico educativo esperenziale di interesse pubblico” in cui, attraverso attività e iniziative, promuovere i temi dell’agricoltura, dell’alimentazione, dell’ambiente, della biodiversità e favorire l’incontro e la socialità tra i cittadini.

Nel dibattito che ne è seguito sono emersi la comune intenzione di includere la Cascina all’interno del Parco Ticinello, la volontà di mantenerla a uso pubblico e alcune idee sui suoi possibili utilizzi, come per esempio ricavando spazi per musei dell’agricoltura e della biodiversità, per attività culturali e punti di incontro per visitatori e cittadini, per un orto botanico e uno condiviso.

Differenti invece le posizioni su come recuperare i fondi per la ristrutturazione e la riqualificazione della Cascina. Riaffermato che quelli che sono stati risparmiati dagli interventi programmati e futuri sul Parco Ticinello non possono essere utilizzati per la Cascina, in quanto fondi europei (tra l’altro ormai a scadenza), la discussione in sala è stata in gran parte monopolizzata dal confronto tra chi pensa che l’intera operazione sia da sostenere con risorse pubbliche e chi invece ritiene sia il caso di aprire a soggetti no profit, che attraverso attività economiche sostengano le spese del recupero e della gestione.

Chi scrive è del parere che – e lo ha affermato nel suo intervento – si debba accantonare questa contrapposizione, per concentrare le energie sulla definizione di un progetto preliminare di riqualificazione e utilizzo, ambizioso, innovativo e allo stesso tempo realistico, e sulla base di questo cercare risorse. Un percorso che deve mettere insieme – coerentemente con l’appello “Facciamo squadra” lanciato dagli organizzatori dell’incontro – idee ed esigenze provenienti dal territorio e, con ogni probabilità, anche un minimo di risorse economiche (magari da raccogliere con una raccolta fondi,) da destinare alle professionalità che a questo progetto dovranno lavorare. Poiché non si può ignorare che i possibili soggetti finanziatori del progetto di recupero della Cascina Campazzino, come Fondazioni, Comune, Regione, Stato e Comunità Europea, per erogare soldi pubblici richiedono progetti dettagliati, con piani di finanziari e cronoprogrammi precisi, in grado anche di assicurare una gestione futura delle attività e delle spese. In caso contrario, su dichiarazioni di intenti e semplici indicazioni di obiettivi, non erogano alcun fondo pubblico. E fanno bene.

L’incontro si è chiuso con l’annuncio da parte del presidente Carapellese, che il Municipio indirà un Consiglio sul futuro della Campazzino e convocherà un tavolo tecnico per elaborare un progetto di recupero e utilizzo, parallelamente proporrà al Comune di includere la Cascina Campazzino all’interno del Parco Ticinello.  

Confortante in questo senso la dichiarazione fatta dall’assessora Elena Grandi all’indomani dell’incontro: «A breve organizzeremo un incontro anche con gli assessori Emmanuel Conte (Demanio) e Anna Scavuzzo (Agricoltura e Food policy). Con la consapevolezza che dovremo individuare un percorso che tenga conto anche del reperimento delle necessarie risorse: sia per la ristrutturazione che per la futura gestione. Si può immaginare una sorta di ATI guidata da un soggetto in grado di impegnare risorse? Si può indagare sulla possibilità di trovare finanziamenti (React, Pnrr, ecc.)? Le strade sono aperte».

L’obiettivo espresso da tutti i presenti all’incontro è di avviare i lavori di recupero della Cascina entro il 2025. Poco più di tre anni: inutile dire che bisogna correre un bel po’, lasciando da parte – come è stato fatto sabato – ogni contrapposizione ideologica, da sempre un atteggiamento perfetto per rinforzare la propria identità e lanciarsi in infinite polemiche, pessimo invece per ottenere risultati concreti.

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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