Fake news e personalismi, polemiche politiche e balle a fin di bene: i danni collaterali del Coronavirus

In questi giorni estremamente difficili i social e l’informazione online stanno assolvendo un compito di estrema importanza. La velocità e la pervasività con cui diffondono le informazioni accompagnano le giornate di persone, costrette in casa,

In questi giorni estremamente difficili i social e l’informazione online stanno assolvendo un compito di estrema importanza. La velocità e la pervasività con cui diffondono le informazioni accompagnano le giornate di persone, costrette in casa, e le tengono aggiornate su quanto accade intorno a loro. Oltre a consentire a tutti di sentirsi parte di una comunità, che prova a combattere il Coronavirus, rilanciando e condividendo informazioni.

Purtroppo, nel mare del web, ci sono anche le fake news. Post che generano angosce ingiustificate – come quelli che dicono che i medici sono costretti a fare scelte su chi curare, smentiti da più parti, ma costantemente rilanciati – che disegnano scenari catastrofici e allarmanti o che informano si disinfestazioni notturne che non esistono. Cosa passi per la testa di queste persone che diffondono queste notizie esclusivamente per creare ansia è materia per psichiatri.

Più chiaro invece cosa muove coloro che non perdono occasione per pontificare, prendersi meriti o addirittura per avviare sterili polemiche politiche, anche ricoprendo ruoli istituzionali. È un grande ego, che non li lascia in pace neanche in circostanze come queste, obnubilandogli la mente.

Sia i primi che i secondi sono da isolare come si fa con il Coronavirus, per non permettergli di diffondersi e fare danno.

Ultimi di questa carrellata sono le balle a fine di bene. Chi non le ha mai dette per non allarmare o dispiacere a un amico? Lo si fa, ma alla lunga sono sempre controproducenti. Esempio luminoso di questa strategia è il primo ministro Conte, che ieri dicendo che il nostro paese è preso a esempio da tutto il mondo nella lotta al Coronavirus ha raggiunto l’apice. E fatto sorridere.

Quando avranno un po’ di tempo, a Coronavirus debellato, gli risponderanno direttamente il personale sanitario che per almeno una settimana è rimasto senza dispositivi sanitari di protezione e che da giorni lavora stremato e i cittadini che devono ancora capire perché si può andare in profumeria, ma non si sa ancora se si può fare o meno una passeggiata in solitudine al parco.  

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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