Ferruccio Patti (Sos Impresa): «Il 2017 sia l’anno della svolta per via Gola»
Ferruccio Patti, vicepresidente di Confesercenti e presidente di Sos Impresa, da sempre in prima fila in zona Navigli per la legalità, proprio non ci sta. Quando ha saputo le dichiarazioni del prefetto Franco Gabrielli, rilasciate
Ferruccio Patti, vicepresidente di Confesercenti e presidente di Sos Impresa, da sempre in prima fila in zona Navigli per la legalità, proprio non ci sta. Quando ha saputo le dichiarazioni del prefetto Franco Gabrielli, rilasciate in Parlamento il 10 gennaio scorso, è letteralmente saltato sulla sedia: «Mi stupisco che il Capo della Polizia, parlando di Milano e di sicurezza, si sia dimenticato di citare come zona su cui intervenire con decisione via Gola. Per quale motivo non è stata inserita? La situazione è molto critica, ma sembra essere sottovalutata, aldilà del clamore mediatico di qualche giorno. Dopo quanto successo a capodanno con il rogo per strada, tutti ne hanno parlato, ma quando si tratta di prendere posizioni ufficiali, via Gola è sempre tagliata fuori, perché?».
Rispondere a questa domanda non è facile. L’area di via Gola, via Pichi, via Borsi e strade limitrofe è ormi un’enclave di illegalità da anni. Decine di spacciatori che vendono dosi impunemente, presidiando le strade e offrendo la droga a tutti quelli che passano, attraverso un sistema di malavita gestito da ‘ndrangheta e manovalanza criminale nordafricana. La stessa malavita che ha portato la percentuale di occupazioni di case Aler e morosità a un livello altissimo. Almeno un appartamento su tre è abitato abusivamente, e la situazione tende a peggiorare. Testimonianze raccontano di inquilini regolari che non lasciano meno possibile le proprie case, nemmeno per andare in ospedale o per brevi vacanze, per paura di non trovarla più disponibile.
A peggiorare ulteriormente lo scenario la presenza dei centri sociali, anch’essi occupanti abusivi, che seguendo una logica antagonista “a prescindere” impediscono ogni sgombero, anche se si tratta di spacciatori e malavitosi. D’altronde difficile aspettarsi altro da persone che la notte di capodanno hanno messo un cumulo di mobili e assi di legno, tra via Pichi e via Gola, e gli hanno dato fuoco. Non paghi della bravata, lanciando petardi e bottiglie, hanno impedito ai vigili del fuoco di avvinarsi. Un residente che ha protestato e ha osato chiedere di spegnere il fuoco è stato circondato e malmenato.
«È ora di darsi da fare concretamente. Forze dell’ordine, Regione, Aler – principale responsabile di questa situazione –, Comune, municipi tutti devono impegnarsi, ognuno con le proprie competenze e in modo sinergico, per risolvere questo problema e riportare la zona alla normalità – ci spiega Ferruccio Patti –. Tutti conoscono il problema e tutti sanno cosa succede tra le vie Gola, Pichi, Borsi e l’Alzaia: gli interventi spot non sono sufficienti. La speranza è che adesso, con l’arrivo del nuovo prefetto e di nuovo presidente di Aler Milano, Angelo Sala, il 2017 sia finalmente l’anno della svolta. La società civile, le associazioni e cittadini sono pronti a fare la loro parte. Ma non possono essere lasciati soli». Proprio per non ridurre il problema di via Gola a una questione esclusivamente di ordine pubblico Ferruccio Patti, assieme a molti altri “volenterosi” da tempo si dà da fare. Sul modello dell’iniziativa Notte Rossa, che a ottobre ha portato migliaia di persone su quelle strade, costringendo per tre giorni spacciatori e malavitosi a sparire, Sos Impresa, Fondazione Quercioli, associazioni di cittadini e commercianti di via Gola, associazione Parco Segantini, Confesercenti e Municipio 6 stanno organizzando una nuova iniziativa. «Per marzo abbiamo in mente una serie di attività – ci spiega, instancabile, Patti – l’idea è far rivivere queste strade, consentendo con iniziative sociali, culturali, ludiche e commerciali alle migliori energie del quartiere di esprimersi e, conseguentemente, combattere il degrado e la malavita. Vogliamo mostrare che cambiare è possibile, se ci si unisce e si lavora tutti per lo stesso obiettivo».
Adele Stucchi