Festa grande sulla piazza senza nome del Grato per le panchine colorate da Frode

Promossa dalla parrocchia, dalle associazioni del territorio e dalle istituzione, la giornata è stata un ulteriore passo nella direzione di una rigenerazione culturale della piastra che si trova sotto le Torri Bianche.

Sopra la panca il «Grato» cambia: era la promessa dell’invito per il 19 settembre. Ed il pomeriggio-serata dell’inaugurazione ha acceso luci e portato musica, voci, allegria sulla piastra, nella piazza «senza nome» ai piedi delle torri tra i civici 32 e 34 di via Saponaro. Con la promessa e la volontà di non fermarsi e, insieme al quartiere, organizzare un cartellone culturale.

Con questo impegno, intorno alle panchine colorate da Frode (l’avvocato-writer Domenico Melillo che sogna di decorare anche le torri bianche), si sono ritrovati gli animatori dell’iniziativa, a cominciare da don Giovanni Salatino, Elena Biagini e Marilena Giovannelli (associazione Piccolo Principe), Lina Sotis (associazione Quartieri Tranquilli), la libreria in bicicletta Libri SottoCasa di Luca Santini, il rapper Omar, la comunità Oklahoma (con il risotto della Cucina di Albert offerto dalla Cascina Ronchetto), Antonella Musella con il suo gruppo di volontari, il Laboratorio di Quartiere, i rappresentanti del Municipio 5 e l’assessore regionale alle Politiche abitative Stefano Bolognini.

Tra le associazioni che hanno animato la giornata del 19 settembre anche Cetec Dentro/Fuori San Vittore, che ha presentato uno stralcio dello spettacolo l’ApeShakespeare To bee or not to bee,  un evento di street theatre & street food rivolto ai bambini di tutte le culture, che girerà per le periferie milanesi e che il 3 ottobre alle ore 15,30 sarà proposto integralmente nella piazza senza nome.

La serata, condotta da Andrea De Nisco, ha toccato il clou quando, subito dopo Cetec Dentro/Fuori San Vittore,  è arrivata Lella Costa, «nonostante il traffico e la settimana della moda», ad accendere la conclusione della serata. Reduce dal Piccolo Teatro dove sta provando “La parola giusta” (in scena dal 2 ottobre, lo spettacolo ricorda le stragi di piazza Fontana e piazza della Loggia, avvenute rispettivamente 50 e 45 anni fa), ha parlato del suo amore («ritrovato in questi ultimi anni») per Milano e per questa Milano di periferia. E poi ha regalato momenti di magia a grandi e piccini con La filastrocca dei cento animali (delle orecchie sturate i canali) di Sergio Tofano. La gente affacciata alle finestre delle torri, chissà, forse la prossima volta scenderà giù davvero, seguendo l’invito che ha chiuso la serata.

(Foto Mario Donadio)

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