Finisce il lockdown e ripartono i ciclisti, che però non si sono mai fermati pedalando online

Anche durante la clausura da pandemia i ciclisti non si sono mai fermati. «Neanch’io mi fermo, me lo ricordo bene. Però, prima, volavo: a dicembre faccio 15 giorni a Tenerife per allenarmi sulle salite del

Anche durante la clausura da pandemia i ciclisti non si sono mai fermati. «Neanch’io mi fermo, me lo ricordo bene. Però, prima, volavo: a dicembre faccio 15 giorni a Tenerife per allenarmi sulle salite del Teide. A febbraio corro la Granfondo Trofeo Laigueglia. A inizio marzo conto già 3.500 chilometri sul ciclocomputer. L’obiettivo è arrivare in forma olimpica per la cinquantesima edizione della Nove Colli che si corre a maggio». E invece niente. Tra i tanti cicloamatori che devono rinunciare ai 205 km della regina delle granfondo e alla magnifica primavera del ciclismo su strada c’è anche Luca Secco (nella foto sotto), cinquantenne che regge una pedalata Milano-Diano Marina e neanche piano. Professionista nel settore tessile che ruba tempo alla propria piccola azienda per donarlo a se stesso sotto forma di pedalate a oltre 30km/h di media. Con abitazione a Settimo Milanese ma i cui muri di casa sono quello di Sormano, Civiglio, San Fermo, e il giardino condominiale arriva fino a Ozzero oppure Arona.

Poi arriva il 9 marzo e tutti in casa. «La prima cosa che faccio è spolverare i vecchi rulli che dormono da anni in cantina. Successivamente mi tuffo su internet: per 120 euro ne compro la versione aggiornata e vanno benissimo. Altrimenti per un prodotto di buon livello se ne pagano anche 600. Per uno esagerato ne dovrei aggiungere altri mille».

Per non rimanere ipnotizzati sulla finestra di fronte per l’intero allenamento, molti ciclisti pedalano con Zwift, software di ciclismo virtuale (anche per runner) soddisfacente come una app e divertente come un videogioco, da collegare al pc oppure allo smartphone per pedalate in riva al mare come sullo Stelvio, con la possibilità di misurare la propria performance e gareggiare con altri ciclisti, anche professionisti. Si dice che addirittura più di una volta abbiano pedalato contemporaneamente oltre di 20mila zwifter. 

«Invece io preferisco scaricare allenamenti specifici oppure seguire le lezioni di Angelo Furlan, ciclista pro’ per 13 anni, che cinque sere su sette si collega in diretta Facebook per sessioni di gruppo: coinvolgente, trascinante e trainante. Dopo circa un mese i cicloamatori da salotto che lo seguono superano i 2mila».  Furlan organizza granfondo di sabato e riposa la domenica.

«Noi a casa organizziamo cenette cucinate da Federica, mia moglie; cineforum da divano con le nostre Veronica e Alessandra, di 13 e 10 anni e aperitivo con bicchieri di vino che vuotano la bottiglia. Prima magari un’oretta di sole in terrazzo e un po’ di compiti con le figlie». Insomma non proprio una sofferenza in mezzo a qualche appuntamento di lavoro. «Propongo articoli per sarti, architetti e tappezzieri ma in questi giorni mi chiedono elastici per mascherine chirurgiche». Un paio di volte a settimana Luca organizza il così chiamato ApeCovid Muggiano, «un aperitivo via zoom tra noi della Società Ciclistica Muggiano (nella foto sopra), per non perdere la bella abitudine di fare una chiacchierata e perché, lo dico, gli amici mi mancano».

Argomenti delle chiacchierate dei ciclisti: il ciclismo. «Molti sono convinti che finita la clausura potranno comprare biciclette specialissime a buon prezzo. Non è vero. Secondo gli esperti di settore l’appuntamento per chi vuole acquistare una bici da corsa è a metà luglio, quando usciranno i nuovi modelli, non prima».

Pensieri nella testa dei ciclisti: il lavoro. «Alessandro è dipendente Tim e di fatto non ha mai smesso di lavorare. Federico fa il tassista e non si è mosso, nel senso che non ha lavorato. Abita con moglie e due figli in un bilocale a Robecco, da non poterne più di stare in casa. E un giorno che proprio non ne può più esce, compra il giornale, si siede su una panchina e fa per leggerlo: multa di oltre 300 euro».

Ma c’è chi ne ha presi 530. «Quando finalmente il 4 maggio i cicloamatori possono pedalare, ne beccano tre a Gaggiano che procedono affiancati: multa per tutti. Diversamente, per la nostra prima uscita decidiamo di darci appuntamento alle 10.30 al bar di Morimondo: partenza ognuno da casa propria, caffè con tutti ma a distanza, ripartenza assolutamente da soli. Ma da soli non è ciclismo.

«Ma è l’andare in bicicletta che mi è mancato tanto. È  scoprire che la pista ciclabile di Abbiategrasso è molto meglio della statale parallela. Prendere il vento contro eppure e non maledirlo. Alzare la testa dal manubrio e sentire il profumo dell’erba tagliata e il rumore del mio Naviglio».

Luca Secco impegnato sui rulli.

Milanese, giornalista e TV producer. Per lavoro vive a Los Angeles, tocca Cape Town e Tokyo, scopre angoli nascosti d’Italia e d’Europa. Per curiosità si perde nelle strade e tra le storie della sua amata città.

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