Forza Nuova approda al Municipio 5: la consigliera Perrone passa dalla Lega alla formazione neofascista
La consigliera Roberta Perrone, leghista ed ex capogruppo di maggioranza al Municipio 5, ha lasciato il partito di Salvini per approdare Forza Nuova e diventare la prima consigliera nelle istituzioni milanesi, appartenente a una formazione
La consigliera Roberta Perrone, leghista ed ex capogruppo di maggioranza al Municipio 5, ha lasciato il partito di Salvini per approdare Forza Nuova e diventare la prima consigliera nelle istituzioni milanesi, appartenente a una formazione neofascista.
Dopo l’annuncio fatto nei giorni scorsi al presidente di Municipio Alessandro Bramati, sabato 17 marzo, alle ore 14, è prevista al Cam di via Tibaldi 41, nello stesso edificio sede del Consiglio di Municipio 5, la conferenza stampa di Forza Nuova per la presentazione della consigliera Perrone, nella sua nuova veste politica. Accompagneranno la consigliera il leader nazionale Roberto Fiore e i dirigenti milanesi della formazione neofascista. Già annunciati presidi di protesta, che auspichiamo non violenti.
Il presidente Bramati ha preso le distanze dalla ex consigliera leghista, che formalmente entrerà a fare parte del gruppo misto, poiché servono almeno tre consiglieri per costituire un nuovo gruppo: «Ho appreso che l’uscita della Consigliera Perrone dal Gruppo della Lega per confluire nel Gruppo Misto avrà come riferimento politico Forza Nuova. Per quanto mi riguarda l’azione di Governo del Municipio prosegue confermando il programma per cui i cittadini ci hanno eletti e che stiamo realizzando, con i risultati e l’apprezzamento che ci vengono riconosciuti. Per questo, la decisione assunta dalla Consigliera Perrone la pone fuori dal perimetro della maggioranza».
Pd e Anpi contro la concessione di spazi pubblici per la conferenza stampa
In un comunicato il capogruppo Pd in Consiglio di Municipio Luisa Gerosa, ha affermato: «Il gruppo Pd del Consiglio di Municipio 5 prende posizione netta contro l’ingresso nell’istituzione municipale di un’esponente di Forza Nuova, un gruppo politico di dichiarata ispirazione neofascista e quindi incompatibile con i valori della nostra Costituzione.
Facciamo presente che il Consiglio comunale di Milano ha approvato a maggioranza una mozione sul “rispetto dei valori della Costituzione repubblicana e antifascista” che impegna il sindaco e la Giunta “a non concedere spazi, patrocini, contributi di qualunque natura a coloro i quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti, subordinando l’assegnazione o concessione di spazi, suolo pubblico e sale di proprietà del Comune, patrocini e contributi di qualunque natura ad una dichiarazione esplicita di rispetto dei valori e principi della Costituzione”.
Alla luce di quanto sopra si chiede che venga revocata la concessione della sala del CAM concessa alla consigliera Roberta Perrone, formalmente per un “incontro con i cittadini” in realtà per una conferenza stampa del gruppo Forza Nuova con la presenza del segretario Nazionale Roberto Fiore».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’Anpi che in una dichiarazione al quotidiano Repubblica ha affermato «Roberta Perrone, consigliere del Municipio 5, aderisce a Forza Nuova e sabato 17 marzo, fa entrare, organizzando una conferenza stampa per formalizzare l’adesione, Roberto Fiore in una sede istituzionale di Milano, Città Medaglia d’oro alla Resistenza. Anpi Barona ritiene un oltraggio alla storia di Milano tale possibile evento, ed auspica che il Municipio 5 non conceda il permesso per l’uso della sala istituzionale». Il presidente di Anpi Milano Roberto Cenati ha aggiunto: «Milano è al centro del rifiorire di movimenti fascisti e questo ne è l’ennesimo esempio. Ricordo che Forza Nuova è in contrasto con i principi della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e con le leggi Scelba e Mancino».
Toni trionfalistici da parte di Forza Nuova
Di tutt’altro tenore le dichiarazioni di Forza Nuova, che attraverso i social, in un post dal titolo “Dalla zona sud parte l’assedio della periferia all’elite pro-immigrati del centro città” rende noto il suo programma: «Da qui comincia il percorso di riscatto delle periferie milanesi, che rivendicheranno così la loro pari dignità rispetto al centro città, che sembra essere diventato l’unica priorità di un centro-sinistra milanese che ha completamente abbandonato la classe media, gli operai e i disoccupati italiani che affollano periferie immerse nel degrado, e si è dedicato esclusivamente a battaglie assurde per immigrati e presunti diritti civili, che interessano solamente a una élite sempre più minoritaria. Il nostro assedio al centro parte dal Municipio 5 e da questa importante adesione, che reputiamo un momento di svolta per l’azione politica di Forza Nuova a Milano».
Le motivazioni di Roberta Perrone
Roberta Perrone, nel 2016 seconda eletta con 236 voti nelle liste della Lega Nord al Municipio 5, dimessasi pochi mesi fa, adducendo generici motivi personali, non faceva parte della corrente maggioritaria della Lega, che vede a capo Alessandro Morelli, consigliere comunale e ora deputato alla Camera, vicinissimo al leader Salvini. Una posizione che con ogni probabilità le ha alienato le possibilità di fare carriera politica e impedito di candidarsi alle elezioni del 4 marzo. Motivazioni possibili di cui la Perrone non fa cenno nel suo comunicato in cui motiva il suo passaggio a Forza Nuova diversamente: «Questa decisione è il frutto del mio percorso politico e personale che nasce dal mondo del volontariato, di cui faccio parte da oltre 15 anni. È proprio grazie alle attività portate avanti da Forza Nuova, con le sue associazioni satellite presenti sul territorio a sostegno degli italiani, che ho imparato a conoscere questa realtà politica. Realtà che si sposa perfettamente con i miei ideali legati all’impegno per una ricostruzione nazionale che restituisca dignità al nostro paese e al popolo italiano, non tralasciando le nostre radici e valorizzando le nostre tradizioni».
Chi sono Forza Nuova e Roberto Fiore
Forza Nuova sin dalla sua fondazione ha più di una volta dimostrato di essere fascista, secondo la definizione di legge, con slogan, simboli e azioni. Il trucco retorico che usa per camuffarsi è affermare di rifarsi al “fascismo buono”, attraverso associazioni o azioni demagogiche, strumentali a far proseliti. Una strategia utilizzata in altre occasioni pubbliche per accreditarsi, per poi far trasmettere surrettiziamente i valori di fondo del fascismo. Ma il fascismo buono, depurato da tutte le tragedie, violenze e ingiustizie che ha prodotto non esiste. Chi sostiene queste tesi fa del revisionismo. La stragrande maggioranza di storici e politologi si oppongono con forza a queste ricostruzioni che non tengono conto di fatti incontrovertibili. Nel 2009 anche la Cassazione (sentenza n. 1, registro generale 23344/2009) ha negato di fatto l’esistenza di un fascismo buono, dando torto a Forza Nuova, che aveva fatto causa per diffamazione a un lettore del Piccolo di Trieste, che in una lettera aveva definito “nazifascista” la formazione, guidata da Roberto Fiore. I giudici hanno confermato cioè che è noto, aldilà di acrobazie retoriche e camuffamenti. E cioè che la relazione tra fascismo e nazismo e tra questi e razzismo, intolleranza, violenza ecc. è strettissima e inscindibile. E non è questo l’unico caso. È impressionante la sequela di fatti e sentenze che lo dimostrano inequivocabilmente, come ben documenta Saverio Ferrari in un articolo comparso sul Manifesto ne 2012 (per leggerlo, clicca qui). E come sentenzia la nostra Costituzione molto esplicitamente nelle “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione”, che vietano esplicitamente l’esistenza di soggetti che si rifanno al fascismo. La norma definisce in questo modo i soggetti fascisti: “quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”. È la fotografia di Forza Nuova.
D’altronde la biografia stessa del leader di Forza Nuova è lì a ribadire qual è l’orientamento della formazione. Roberto Fiore è stato condannato nel 1985 per banda armata (in associazione con i Nar, responsabili negli anni ‘80 di ben 33 omicidi) e associazione sovversiva ed è rientrato in Italia solo nel 1999, per prescrizione dei reati. Detto questo è ammissibile ammettere nel consesso democratico (già molto provato di suo) chi si dice fascista e che esplicitamente evoca il superamento del modello democratico? Prima dell’avvento del ventennio la fragile monarchia parlamentare italiana lo fece. I risultati li conosciamo.
“La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi” (La società tollerante e i suoi nemici”, 1945, Karl Popper).
Stefano Ferri
(Marzo 2018)