Futuro degli ospedali San Paolo e San Carlo, l’assessore Giulio Gallera continua a non dare spiegazioni
A oltre due anni dal progetto di realizzare un grande ospedale al Rocchetto sul Naviglio, l'assessore Gallera non si presenta in Commissione per riferire e lascia ancora nel limbo sia il destino dei due ospedali
Doveva essere il momento istituzionale nel quale dare risposte. Così non è stato. La III Commissione Sanità della Regione, convocata su richiesta del vicepresidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti e del consigliere Pietro Bussolati del gruppo Pd per fare chiarezza sui piani della Regione sugli ospedali San Paolo e San Carlo e sul progetto del nuovo grande ospedale che dovrebbe sorgere al Ronchetto sul Naviglio è stata disertata da Giulio Gallera, assessore alla Sanità di Regione Lombardia, e da buona parte dei consiglieri di Forza Italia e Lega. Una fuga di fronte all’istituzione e a cittadini, preoccupati per la sorte dei due nosocomi, che in questa situazione rimangono in una situazione di incertezza, per quanto riguarda manutenzioni e servizi
Sul tema è intervenuto vicepresidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti, che ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Il presidente della commissione Monti ha detto no alla mia proposta di avviare un gruppo di lavoro con il Comune di Milano e i Municipi 6 e 7 per dare indirizzi, come è compito della commissione, su un progetto che la Giunta ha avviato con delibera l’11 settembre del 2017, cioè oltre due anni fa, e di cui ad oggi non si sa ancora niente. Gallera oggi non è intervenuto in commissione, come gli avevamo chiesto, e si è limitato a mandare una nota in cui si dice che non è stato ancora deciso se si farà un nuovo ospedale o se si ristruttureranno i due esistenti. Visto che Gallera in 25 mesi non ha deciso ancora nulla su un progetto così strategico per l’intera Città Metropolitana di Milano e la sanità pubblica lombarda – ha continuato Borghetti –. Sull’ipotesi di nuovo ospedale Santi Paolo e Carlo Gallera non può scaricare la responsabilità sul Comune di Milano, dicendo che l’area ipotizzata deve essere bonificata, perché questo era noto a tutti da subito. Quello che serve fare subito – ha concluso Borghetti – è una verifica della sostenibilità dei costi della bonifica rispetto al costo complessivo dell’eventuale nuovo ospedale. Ora nella totale mancanza di certezza sul futuro delle strutture è ben difficile per l’Asst fare programmazione. Il rischio è investire male le risorse. Per esempio si stanno spendendo 30 milioni per interventi sulla sicurezza, certo necessari, ma senza neppure sapere quale sarà il futuro delle strutture su cui si interviene».