God save the Qu… no, God save the King

Non invidio i britannici che, abituati a intonare le parole dell’inno, God save The Queen, da 70 anni, si sono trovati a doversi correggere da un giorno all’altro: dall’8 settembre, e per qualche tempo, dio

Non invidio i britannici che, abituati a intonare le parole dell’inno, God save The Queen, da 70 anni, si sono trovati a doversi correggere da un giorno all’altro: dall’8 settembre, e per qualche tempo, dio salverà il re. La morte di Elisabetta II ha scombussolato non poco le cose quassù (nella foto sopra il feretro della regina Elisabetta II, coperto con la bandiera della Scozia entra nella residenza reale HolyroodPalace, a Edimburgo, dove è rimasto tutta la giornata dell’11 settembre).

Un altro evento storico da aggiungere alla lista degli eventi epocali – Brexit, Covid e guerra in Ucraina – che si sono susseguiti negli ultimi tre anni. A cui, più modestamente per noi giornalisti di Scozia, è seguito un altro evento epocale: un giorno di vacanza per la maggior parte della redazione, in osservanza del lutto nazionale per il funerale di Her Majesty, The Queen.

Seguire gli annunci della Bbc in diretta, il giorno della morte della regina, mi è sembrato quasi paradossale. Quando un primo annuncio nel pomeriggio dichiarava la preoccupazione per le sue condizioni di salute, seguito poco dopo dalla notizia che alcuni reali erano in viaggio verso Balmoral, in Scozia (tra le residenze preferite da Elisabetta e sua dimora per le ultime settimane), in redazione l’aria era concitata.

Giorno di scadenze, l’Inverness Courier dove lavoro va in stampa nel pomeriggio. Si trattengono le redini dei cavalli delle rotative, si prende tempo dove si può, ci si prepara a quello che sembra ormai una certezza ma che ribadire come una certezza risulterebbe di cattivo gusto. A pochi istanti dall’invio del giornale alle stampe, ancora nessuna conferma dalle fonti ufficiali.

Ci si prepara, si contattano politici ed organizzazioni locali per chiedere la loro disponibilità a un commento, ma nessuna notizia ancora trapela. Insomma, lascio la redazione appena dopo le 17 e ancora niente è stato annunciato. Arrivo a casa un’ora dopo, con cane al seguito, guardo le notizie e accendo la Tv, e tutto l’etere è a lutto.

Giorni dopo verrà fuori il certificato di morte, che afferma che Elisabetta II è morta poco dopo le tre di pomeriggio, e di vecchiaia (bel colpo, Sherlock!). Una cosa che mi ha molto affascinato seguendo le notizie in tempo reale è stato il backstage, tutte le procedure che scattano al momento della morte di un monarca, il fatto che tutto sembri preparato e studiato nel minimo dettaglio. Da cosa devono fare i media di stato (Bbc Tv e radio iniziano a mandare musica “non offensiva” prima dell’annuncio, per esempio), le procedure della famigerata Operazione Unicorno (il complesso di azioni previsto in caso di morte della regina non a Londra ma a Balmoral, come è poi successo), tutte le espressioni locali di lutto (concerti di cornamuse in luoghi significativi del potere in città, per esempio). Perché di lutto si tratta e anche i molti non particolarmente attaccati alla monarchia hanno comunque sentito forse quello che è in qualche modo la fine di un’era.

1937, Edimburgo, Holyrood Palace. La regina Elisabetta II all’età di 11 anni (allora era “solo” principessa) nel giardino della residenza reale.

In Scozia il sentimento verso la regina sembrerebbe, generalmente, oscillare da benevolo a disinteressato. Vi sono però anche esempi di sentimento antimonarchico perché, va bene ricordarlo, le relazioni tra la Scozia e la corona sono state in passato spesso macchiate di sangue.

Vicino a noi, il caso più eclatante è stato quello di una proprietaria di un Fish & Chips shop, uno tra i più famosi nell’area fuori Inverness. La proprietaria, a seguito dell’annuncio della morte, aveva fatto una Live su Facebook in cui inneggiava alla regina come a una lucertola, festeggiando la dipartita. La risposta della comunità, o meglio, parte di essa è stata indignazione e poi violenza, la proprietaria costretta a uscire dal proprio locale accompagnata dalla polizia. Alla fine, l’associazione di venditori di cui faceva parte ne ha revocato l’iscrizione.

In tanti sono andati sia a Edimburgo o Londra per rendere omaggio alla fu monarca e a esprimere il proprio rammarico in qualche modo. Pur essendo rappresentante della corona, il fatto che la regina e altri membri della famiglia reale non si fossero esposti troppo a giudizi politici, ha reso la sua figura meno detestabile dai contrari alla monarchia. Ciò detto, la monarchia rappresenta ancora quel potere dominante, la guida della colonizzazione mondiale, una forte oppressione in terra Scozzese.

E ora, tocca a Carlo III prendere in mano le redini del regno. Anche Carlo sembrerebbe relativamente benvoluto, con il suo interesse per tematiche ambientali e i suoi giri per distillerie che in Scozia effettivamente cade a fagiuolo. Un aspetto molto divertente sarà il cambiamento dei titoli nobiliari, che andranno in parte ripartiti diversamente.

Camilla diverrà regina consorte. William e Kate Middleton nuovi duchi di Cornovaglia e principi di Galles e via dicendo per nipoti e pronipoti. In realtà devo dire che non mi ero mai studiata propriamente le linee dinastiche del Regno Unito, però quel poco che mi era rimasto in zucca ora lo devo cancellare e ricominciare daccapo.

Insomma, il Regno Unito ha davanti una nuova pagina, e solo col tempo ne potremo vedere i risultati, cosa verrà fatto a livello internazionale e locale inizierà ad essere più chiaro solo prossimamente.

E quanto questo Regno resterà Unito negli anni a venire.

 

 

 

 

Milanese di origine, dal 2017 sono in Scozia dove lavoro come reporter per diverse testate locali delle Highlands, tra cui l’Inverness Courier e il Ross-shire Journal. Marcata da una sana passione per bevande alcoliche e viaggi, scrivo soprattutto di whisky sulla rivista Cask&Still o sul blog maltingpotblog.com. Laureata in Mediazione Linguistica e Culturale a Milano e Giornalismo Multimediale a Glasgow, con un salto in Russia e in Francia in mezzo, amo visitare nuovi luoghi ed assorbire nuove lingue e culture (e le loro tradizioni gastronomiche).

Recensioni
NESSUN COMMENTO

SCRIVI UN COMMENTO