Gratosoglio Autogestita occupa (e pulisce) la cascina il Ronchettino
Ai primi di novembre il Gruppo consiliare del Cdz5 della Lega Nord ha presentato una mozione di sgombero dei locali occupati di via Lelio Bassi 7, a Gratosoglio. Lo stabile, meglio conosciuto come il “Ronchettino”,
Ai primi di novembre il Gruppo consiliare del Cdz5 della Lega Nord ha presentato una mozione di sgombero dei locali occupati di via Lelio Bassi 7, a Gratosoglio. Lo stabile, meglio conosciuto come il “Ronchettino”, vincolato dalla Soprintendenza, il 31 ottobre è stato occupato dai giovani del collettivo Gratosoglio Autogestita, con l’obiettivo di riqualificare una proprietà del Comune lasciata in stato di abbandono da circa un decennio, «che di diritto appartiene ai cittadini e che ancor più serve ai giovani del quartiere» affermano al collettivo.
Noti nella zona per aver fatto altri lavori di piccola manutenzione, come per l’aiuola davanti alla scuola comunale di via Saponaro, i ragazzi si sono adoperati per ripulire la cascina da carcasse di piccioni e zecche, sostenendo l’idea di creare uno spazio aggregativo.
Le ragioni addotte nella mozione della Lega e successivamente approvate dal Consiglio di Zona 5, si articolano principalmente sull’illegalità del gesto di occupazione e sulla pericolosità dello stabile in questione, richiamando gli organi competenti all’urgenza di uno sgombero e ad una non meglio specificata fruizione futura.
È dal 2013 che gli uffici del Demanio avevano classificato l’edificio come non accessibile, e se è vero che questa estate è stato rifatto il muretto di recinzione e la pulizia del verde spontaneo, certo non è possibile far passare questi sporadici gesti manutentivi come effettivo interessamento per una struttura del territorio.
Nella mozione approvata in CdZ, si arriva a considerare la bonifica dei ragazzi del collettivo come una modifica dello “stato dei luoghi”, di rilevanza penale, configurando il reato di danneggiamento. Un’estremizzazione che tradisce il ruolo che i partiti politici dovrebbero avere come mediatori tra cittadini e cosa pubblica, e li riconferma inabili a intercettare e rappresentare le esigenze del territorio e degli abitanti. Quando la politica smette di essere tale si trasforma in prassi burocratica, che non vede i giovani per quello che sono, ossia risorsa e capitale umano, e ancor più campanello d’allarme di ciò che non va. Se è vero che questi ultimi sono colpevoli di un’iniziativa di occupazione che sarebbe stato auspicabile collaborare con loro alla riqualifica dello stabile, senza scontri, «per ottenere un luogo restaurato dedicato gratuitamente in futuro ai giovani cittadini di Gratosoglio», come sostenuto da Massimiliano Toscano, consigliere di Zona, ex 5 Stelle ora gruppo misto Possibile Milano, che invano ha proposto emendamenti per trovare uno spazio gratuito per i giovani.
Cosa accadrà ora? I ragazzi del collettivo non commentano l’approvazione della mozione e non si espongono sulle loro intenzioni future, mantenendo un atteggiamento determinato, ma decisamente poco antagonistico. A far ben sperare il presidente del Cdz5 Aldo Ugliano, che ha ipotizzato la ricerca di alternative possibili. «Siamo disponibili a confrontarci con i ragazzi di Gratosoglio Autogestita per trovare uno spazio alternativo. La via Saponaro è ricca di luoghi pubblici di aggregazione, nel raggio di qualche centinaio di metri ci sono il Cam, la Casa delle Associazioni, il Centro Aggregazione Giovanile e il Centro Carraro. Il Cam, per esempio, uno dei più grossi di Milano, alla sera è sempre libero ed ha anche una sala per la musica, che può essere utilizzata. Per la sede i ragazzi ci hanno segnalato un negozio sfitto in via Saponaro 36, l’affitto è alto, ma possiamo chiedere ad Aler di valutare il carattere sociale della richiesta».
Andrea Borsotti
(Dicembre 2015)