I bonus desaparecidos per bici e professionisti
Nel diluvio di bonus scatenato dai vari Dpcm a firma di Conte che si sono susseguiti da inizio marzo a oggi, ce ne sono due che sono spariti nelle nebbie di Palazzo Chigi, tra tabelle
Nel diluvio di bonus scatenato dai vari Dpcm a firma di Conte che si sono susseguiti da inizio marzo a oggi, ce ne sono due che sono spariti nelle nebbie di Palazzo Chigi, tra tabelle di conti e procedure macchinose.
Sono il bonus bici e quello per i professionisti delle casse private, che secondo gli ultimi annunci dovrebbero essere contenuti nell’ennesimo decreto, previsto per il 6 agosto, per essere erogati alla fine del mese. Salvo imprevisti, sempre possibili.
Il bonus bici, annuciato nella conferemza stampa di presnetazione del Decreto Rilancio del 13 maggio e accolto con entusiasmo dai milanesi, aveva generato una vera e propria corsa all’acquisto di due ruote, monopattini, bici elettriche ecc. L’occasione era ghiotta: per favorire la mobilità ciclabile lo Stato rimborsava fino al 60% degli acquisti effettuati dal 4 maggio in avanti, entro un limite di 500 euro. Ma mentre nei negozi partiva la caccia alle bici e le città si attrezzavano con piste ciclabili, tutti si chiedevano “Ma come funziona?”. Nessuno lo sapeva. Di certo ci voleva lo Spid, l’identità digitale, che tutti sono corsi a fare. Poi lo scontrino e la fattura da tenere gelosamente, per chiedere il rimborso. In alternativa, se non si volevano anticipare i soldi, si doveva aspettare la mitica “piattaforma” dove fare richiesta per l’altrettanto mitico voucher, che consentiva lo sconto direttamente dal negoziante.
Sono passati quasi tre mesi dall’annuncio di Conte, è aumentato lo stanziamento, da 120 milioni è passato a 210 milioni di euro, la vendita di bici e monopattini è cresciuta per le due ruote del 60%, che equivarrebbero, secondo Ancma (Associazione nazionale ciclo, motociclo e accessori), a 130 milioni di fondi. Numeri che ci dicono che se tutti facessero richiesta lo stanziamento potrebbe non bastare e il temuto click day, quando la piattaforma dei rimborsi sarà online, rimane molto probabile, nonostante le rassicurazioni del ministro all’Ambiente Costa.
A meno che – possono pensare i maligni – la decisione dei ministri coinvolti di richiedere lo scontrino parlante (la cui decisione è stata motivo dei ritardi, causa dissidi tra il ministero Infrastrutture, che si accontentava dello scontrino semplice, e quello l’Ambiente) non sia alla fine un ostacolo ai rimborsi, per chi ha già acquistato la bici e non ha la documentazione completa. Lo scontrino parlante infatti, oltre a dovere contenere tutti i dati fiscali e anagrafici del venditore, deve contenere la natura, il numero, il codice alfanumerico del prodotto acquistato, oltre il codice fiscale dell’acquirente. Per chi non ce l’ha: neinete bonus.
Il bonus per i lavoratori professionisti (avvocati, medici, giornalisti, architetti, commercialisti ecc), iscritti alla casse previdenziali private, pare essere invece una specie di figlio illegittimo della frase «Nessuno resterà indietro», proferita con enfasi dal primo Ministro Conte nelle prime settimane dell’emergenza.
Erogati, non senza difficoltà e sempre con grande ritardo, i bonus da 600 euro per i mesi di marzo e aprile, per quello di maggio i ritardi si accumulano e si dovrà aspettare almeno fine agosto, nonostante sia stato introdotto nell’ordinamento italiano ormai tre mesi fa, con la pubblicazione del decreto Rilancio del maggio.
Nel presentarlo il governo aveva parlato di un aumento del bonus di maggio da 600 a 1.000 euro. Come e a chi erogarlo non era chiaro. Fino a pochi giorni fa circolavano bozze che collegavamo l’importo delle erogazioni alla certificazione di un calo del reddito del 33% del secondo trimestre 2020 rispetto al primo e un reddito nel 2018 non superiore ai 35mila euro o, in particolari casi, ai 50mila. Ipotesi su cui si era cominciato a ragionare e a fare autocertificazioni, che i ministeri dell’Economia e Finanza e del Lavoro hanno però affossato, con una nota che dice che le ipotesi di cui si parla: “non sono da tenere in considerazione. Si tratta di documenti non ufficiali, parziali e provvisori. Il Governo sta lavorando alla versione definitiva del testo in questi giorni”.
Nulla di certo, dunque. Se non il fatto che, come detto al Sole24Ore da Alberto Oliveti, presidente dell’Adepp, l’Associazione delle Casse di previdenza dei professionisti iscritti agli ordini, che questi “potranno erogare la terza tranche di mille euro solo dopo che saranno stati loro restituiti i 300 milioni anticipati per il mese di aprile“. Insomma, se insieme al decreto non ci sarà ilmpagamanto di quanto anticipato, le Casse previdenziali non potranno fare alcun bonifico, per questoni di liquidità, anche in ragione del fatto che le contribuzioni abituali degli iscritti sono state rimandate o sospese, in ragione di Covid, secondo quanto indicato dal Governo.
Tutto questo, mentre i professionisti italiani iscritti all’Inps hanno già iniziato a incassare il bonus di maggio.