Il Cigno Nero, metafora dell’epidemia da coronavirus, ha fatto calare il sipario nei teatri di tutta Italia fino al 3 aprile
Il cigno nero, metafora antica più volte rappresentata a teatro e al cinema, archetipo di eventi tanto inattesi quanto improbabili e imprevedibili, ha stravolto la visione del mondo in cui ci eravamo adagiati sconvolgendo le
Il cigno nero, metafora antica più volte rappresentata a teatro e al cinema, archetipo di eventi tanto inattesi quanto improbabili e imprevedibili, ha stravolto la visione del mondo in cui ci eravamo adagiati sconvolgendo le esistenze di milioni di persone. Un corto circuito secondo Nassim Nicholas Taleb, filosofo e matematico libanese autore del best seller “Cigno nero” (The Black Swan) pubblicato nel 2007, che ha fatto saltare le costanti di cause ed effetti. È già successo molte volte nella travagliata storia dell’uomo. Eppure l’uomo è riuscito sempre a riprendere il timone in mano e a raddrizzare la barca.
Nessuno sembra averci fatto caso, ma un grido disperato si eleva dalle sale vuote di migliaia di teatri, cinema, sale da concerto. Un‘epidemia creduta a bassissima probabilità sta avendo un enorme impatto sociale influendo in modo drammatico e devastante sul mondo della cultura, del teatro e della musica. Sono parole di Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano e ora europarlamentare «Un comparto che rappresenta la nostra anima più profonda, l’arricchimento quotidiano della nostra vita. Sono donne e uomini che appartengono a settori che stanno vivendo una crisi profonda che rischia di essere irreversibile senza interventi di sostegno immediati. Il nostro Paese è la cultura che arricchisce l’intero mondo”. Dobbiamo riaccendere le luci dei nostri teatri, delle nostre sale da concerto, dei nostri cinema al più presto chiede Pisapia.
Con il nuovo decreto del 4 marzo che blocca eventi e spettacoli teatrali e culturali dal vivo fino al 3 aprile in tutto il Paese, sono danneggiate tutte le imprese e i lavoratori dello spettacolo: dagli artisti, ai tecnici, agli organizzatori. Nelle due precedenti settimane di chiusura ammontano già a 11,3 milioni di euro i mancati incassi per i teatri nella sola Lombardia. «Anche se la situazione dovesse tornare presto nella normalità ci vorranno mesi per risollevarsi», spiega Francesco Aufieri, segretario generale della Slc-Cgil di Milano. Le imprese della cultura e dello spettacolo dal vivo sono organismi fragili per loro stessa natura e purtroppo rischiano in tempi molto veloci di entrare in crisi irreversibile. Perché il comparto dello spettacolo, ci spiega Enzo Giraldo, attore di teatro, televisione e speaker «è fatto soprattutto di piccole produzioni e tantissimi lavoratori precari, assolutamente senza ammortizzatori sociali, che ora sono tutti senza stipendio. In questa situazione può crollare, senza più rialzarsi». Abbiamo scritto a Mattarella, Conte e Franceschini chiedendo sostegno, dice Giraldo: «Non si può chiedere più Cultura e poi girarsi dall’altra parte quando tutto crolla. Chiediamo alle istituzioni cittadine e a tutti i milanesi solidarietà e azioni concrete». Enzo Giraldo è molto preoccupato: «Sto per iniziare delle prove per uno spettacolo che debutterà ad aprile ma siamo come in una bolla, non sappiamo quel che succederà, se mai andremo in scena, considerato che le produzioni saltano una dopo l’altra. Per quanto riguarda il cinema è tutto fermo, non solo nelle sale. “Mission impossibile” con Tom Cruise che doveva girare a Venezia è saltato. Nei giorni scorsi ho girato con la Rai, ma solo in interni: vietate le riprese a Milano!».
Migliaia di spettacoli rimandati a chissà quando, casse e biglietterie chiuse. Tutti a casa senza incassi, stipendi e indennità. O dietro le quinte a salvare il salvabile con nuove programmazioni e allestimenti degli spettacoli per non credere che la stagione sia già chiusa.
Nelle nostre zone sono tanti i teatri in cui è calato d’imperio il sipario. E ci teniamo a ricordarli tutti in quanto ci hanno reso indimenticabili non poche serate. Pacta dei Teatri, laVerdi, PimOff, Atelier Carlo Colla & Figli, AtirTeatroRinghiera, Laboratori del Teatro alla Scala Ansaldo
La Fondazione Centro Studi Doc ha lanciato nei giorni scorsi un appello a Franceschini per il sostegno urgente dei lavoratori dello spettacolo. L’obiettivo è di arrivare a 25 mila firme. Ne mancano ancora poche. Per chi volesse sottoscrivere l’appello:https://www.change.org/p/ministro-per-i-beni-e-le-attività-culturali-e-per-il-turismo-appello-per-sostegno-urgente-ai-lavoratori-dello-spettacolo . Purtroppo nel Decreto Legge 2 marzo 2020, n. 9 contenente Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 la parola “spettacolo” non compare mai!
Al più presto, spera Giuliano Pisapia, «Dobbiamo riaccendere le luci dei nostri teatri, delle nostre sale da concerto, dei nostri cinema. Nel 1946 Milano ritrovò il suo riscatto morale e civile con la riapertura in tempi da record del Teatro alla Scala. Il concerto diretto da Arturo Toscanini fu il segnale di una nuova vita. Sogno che questo ritorno alla normalità giunga attraverso la ripresa di rappresentazioni importanti per la vita culturale di Milano e dell’intero Paese. Sono vicino e solidale a queste donne e questi uomini che ogni giorno con la loro opera elevano il nostro spirito».
Qui il grido di dolore di Andrée Shammah: «Il mio teatro in cassa integrazione, per noi non vale il virtuale. Esistiamo solo se siamo dal vivo. È la nostra forza e la nostra fragilità».
I numeri dello spettacolo a Milano e Lombardia
Per comprendere le dimensioni del fenomeno basta leggere i numeri. Solo a Milano lavorano circa 300 attori professionisti e 100 ballerini, e 1.800 persone sono impiegate nei teatri, tra cui la metà alla Scala. La Lombardia conta nel settore dello spettacolo dal vivo circa 2.000 addetti tra personale artistico e tecnico.
Grazie a Genni Maria Eugenia D’Aquino Presidente PACTA dei Teatri Salone e Direttrice artistica TeatroInMatematica – ScienzaInScena per aver postato sulla sua pagina Facebook l’appello di Giuliano Pisapia. (La foto sottostante è ripresa dalla sua pagina).
Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita di Nassim Nicholas Taleb, Il Saggiatore, 2008