Il diritto alla salute: addio al superticket sulle cure mediche dal primo settembre

Molti se ne saranno accorti andando in farmacia, ma sui giornali la notizia è passata solo nei trafiletti. Dal 1° settembre  la"supertassa sulla salute" è andata in soffitta, e speriamo per sempre: in tutta Italia

Molti se ne saranno accorti andando in farmacia, ma sui giornali la notizia è passata solo nei trafiletti. Dal 1° settembre  la”supertassa sulla salute” è andata in soffitta, e speriamo per sempre: in tutta Italia non si paga più la quota fissa per ricetta per le prestazioni di diagnostica e specialistica ambulatoriale. Il superticket era stato introdotto nel 2011 come entrata opzionale cui potevano ricorrere le Regioni in difficoltà economica ma poi fu introdotto da tutte: comportava una spesa fino a 10 euro in aggiunta alla quota fissa di compartecipazione alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale. In pratica una vera e propria tassa sulla tassa.  
Il provvedimento era stato preso lo scorso dicembre con la legge di Bilancio 2020 ed è  entrato in vigore il 1 settembre. “Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo  è stato abolito il superticket  e nessuno lo pagherà più” ha riferito Roberto Speranza . Una battaglia importante che, secondo Il Sole 24 ore, il ministro “aveva condotto in prima persona nell’autunno scorso per eliminare il superticket trovando risorse aggiuntive in finanziaria”. 
Il disegno del ministro Speranza è comunque più ampio. Detto addio al superticket, ora punterà alla revisione complessiva del sistema in base al reddito e senza più differenze  territoriali.
 

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