In attesa delle linee guida del Ministero della Salute: chiuse le università lombarde per una settimana
In attesa delle linee guida che saranno diramate dal ministro della Salute probabilmente già domenica mattina, affinché i provvedimenti siano uniformi in tutto il Paese, l'Anp, l'associazione nazionale dei presidi, ha chiesto lumi al Ministero
In attesa delle linee guida che saranno diramate dal ministro della Salute probabilmente già domenica mattina, affinché i provvedimenti siano uniformi in tutto il Paese, l’Anp, l’associazione nazionale dei presidi, ha chiesto lumi al Ministero della Salute perché fornisca “precise indicazioni in relazione allo svolgimento dei viaggi di istruzione”.
Invece la Conferenza dei rettori degli atenei lombardi ha già emanato nella giornata di sabato un provvedimento di stop per una settimana a lezioni ed esami in tutte le università lombarde per impedire la diffusione del Coronavirus.
«L’evoluzione della situazione relativa alla diffusione del Coronavirus – è la nota del Presidente della Crui, Conferenza dei Rettori delle Università Lombarde, Remo Morzenti Pellegrini, Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo – impone l’adozione di misure cautelative a tutela della salute pubblica e del sereno funzionamento delle attività istituzionali di tutti gli atenei della Lombardia, stante la naturale e massiccia mobilità degli studenti, lombardi e non, all’interno del territorio regionale». Pertanto, prosegue la nota “Riteniamo che, in assenza di diverse indicazioni da parte delle Autorità, tutte le attività potranno riprendere lunedì 2 marzo“.
È il primo provvedimento di prevenzione preso dalle università lombarde dopo quello delle principali aziende che hanno invitato i loro dipendenti residenti nella zona rossa a restare a casa dal lavoro.
Anche il Tribunale di Milano ha disposto che in via precauzionale magistrati, personale amministrativo e stagisti che provengono dai Comuni del «cluster di infezione» del Coronavirus, si astengano dal lavoro in tutti gli uffici del distretto «sino a nuove indicazione».
“L’aumento del numero di casi confermati in Italia non deve lasciarci spiazzati. È anche l’effetto delle misure messe in atto per contrastare il virus” avverte il virologo Roberto Burioni, perché i nuovi casi che saranno identificati sono l’effetto delle nuove misure di contenimento dell’epidemia nel nostro Paese.
“Nelle prossime ore è inevitabile che il numero dei soggetti trovati positivi al nuovo coronavirus aumenterà. Perché diciamo questo? Per due ordini di motivi. Il primo è che ormai sappiamo quanto SARS-CoV-2 sia infettivo e quanto sia subdola ed efficiente la modalità di contagio, che avviene quando chi ha già l’infezione non manifesta sintomi evidenti.” Il secondo motivo “ Tracciare i contatti di chi è già positivo avrà come inevitabile conseguenza il fatto di trovarne degli altri ma, allo stesso tempo, permetterà di proteggere un numero esponenzialmente più altro di nostri concittadini (di noi stessi!) dal rischio del contagio”.
Dunque il numero dei casi confermati aumenterà sicuramente, ma “non spaventiamoci e niente polemiche ma consapevolezza piena di quanto sta accadendo. Ognuno di noi può, con i propri comportamenti responsabili, far da barriera alla diffusione del virus. Facciamolo e basta, senza esitazioni”.