Incendio alla scuola della Polizia locale di via Boeri: c’è la rivendicazione “antagonista”

“È tempo di mettere in soffitta l’immagine romantica del “ghisa” che dirige il traffico. Da anni ormai i “localini” hanno quasi gli stessi poteri delle altre forze repressive, pattugliando il territorio ed eseguendo indagini ed

“È tempo di mettere in soffitta l’immagine romantica del “ghisa” che dirige il traffico. Da anni ormai i “localini” hanno quasi gli stessi poteri delle altre forze repressive, pattugliando il territorio ed eseguendo indagini ed arresti”. Con queste parole si apre il comunicato – pubblicato come lettera anonima sul sito dell’area antagonista Roundrobin.info – che rivendicata la paternità dell’attacco incendiario di mercoledì notte scorsa alla scuola di Polizia Locale di via Boeri. Il periodo che segue nel comunicato entra nel merito e rivendica il gesto terroristico, allontanando la prima ipotesi di un gesto vandalico isolato ed estemporaneo: “Per questo nella notte tra il 22 e il 23 gennaio, abbiamo dato fuoco ai mezzi della polizia locale all’interno della loro scuola di Milano, sita in via Boeri, danneggiando parzialmente anche alcune strutture interne”.

Frasi che i pm del Tribunale hanno preso molto sul serio e che indirizzeranno le indagini, considerati anche i recenti eventi in città che hanno visto protagonista l’area antagonista e anarchica, che rivendica come un diritto l’occupazione di immobili e che si oppone a ogni tipo di sgombero

Il comunicato antagonista si chiude chiarendo i motivi politici del gesto, che sono una implicita minaccia di altri gesti simili: “Azioni come questa mostrano come sia ancora possibile attaccare il potere, nonostante mezzi tecnologici di controllo sempre più evoluti e numerosi ed un pattugliamento asfissiante delle città. Forze armate e tutori dell’ordine non sono obiettivi simbolici, ma artefici concreti e quotidiani di un sistema mortifero fondato sullo sfruttamento e sullo sterminio sistematico degli ultimi.
Il loro zelante esercizio dell’autorità consiste nell’imporre agli individui il rispetto delle leggi volute dai potenti. Questa abietta scelta non può rimanere senza conseguenze e turbare la loro tranquillità è quello che bisogna fare”.

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