Intervista a Riccardo Tammaro, a 40 anni dalla nascita di Fondazione Milano Policroma: «Il nostro obiettivo è far conoscere la Milano sconosciuta ai milanesi»

Valorizzare le periferie per fare di Milano una città policentrica. A Riccardo Tammaro (a sinistra nella foto, a una mostra insieme a Roberto Visigalli), fondatore e anima di Fondazione Milano Policroma, l’associazione culturale che il prossimo

Valorizzare le periferie per fare di Milano una città policentrica. A Riccardo Tammaro (a sinistra nella foto, a una mostra insieme a Roberto Visigalli), fondatore e anima di Fondazione Milano Policroma, l’associazione culturale che il prossimo novembre compie 40 anni, quando dico questa frase per sintetizzare quello che fa, mi risponde con un mezzo sorriso.

«Noi è da 40 anni che andiamo in questa direzione. Quando abbiamo fondato Milano Policroma, all’inizio degli anni ’80, il nostro obiettivo era far conoscere la Milano sconosciuta ai milanesi, in particolare proprio le periferie, che erano considerate luoghi anonimi, mentre in realtà hanno una propria storia individuale da svelare, in grado di dare senso e consistenza a quella città policentrica di cui si parla».

Cos’è cambiato dall’inizio degli anni 80?

«In quegli anni delle periferie non si conosceva nulla e non si trovavano tracce documentali. Questo collimava con la visione che c’era all’epoca, in particolare sulle cascine, che venivano considerate ruderi da abbattere e i campi esclusivamente territori da edificare. Per far cambiare questo modo di pensare ci sono voluti 30 anni di attività di associazioni come la nostra e conduttori di cascine importanti come Andrea Falappi della Cascina Campazzo e Gianni Bianchi della Cascina Linterno. Solo recentemente è cresciuta questa sensibilità e con essa il numero degli studiosi che scrivono sui borghi di Milano, gli antenati degli attuali quartieri».

Obiettivo raggiunto, quindi?

«L’obiettivo che ci siamo dati allora è valido ancora oggi, perché la città cambia così come i milanesi, ma la gente ancora adesso sa poco la città in cui abita, in genere si limita a conoscere le vie dove ha la casa e quelle dove lavora».

Come opera Milano Policroma?

«Partecipiamo e sosteniamo progetti e attività che si svolgono nei luoghi meno conosciuti della città. Ogni anno siamo coinvolti in una media di un centinaio di concerti, convegni, presentazione di libri principalmente, che realizziamo direttamente o con altre realtà, con cui lavoriamo in rete».

Corte agricola a Macconago.

Prossimo traguardo, il progetto centenario della Grande Milano.

«Con Roberto Schena e molti altri soggetti del territorio, stiamo lavorando con il Comune a un progetto che, partendo dalla celebrazione del centenario della Grande Milano, ripercorra quelle vicende e quella storia. Cento anni fa, nel 1923, Milano annesse 11 comuni che si trovavano fuori dalle mura. Tra questi vi erano nel sud Milano il Vigentino e Chiaravalle. E 50 anni prima, nel 1873, Milano inglobò quelli che erano chiamati i Corpi Santi. Anche in questo caso c’erano municipalità che danno nomi ad attuali quartieri come Gratosoglio, Barona e i Tre Ronchetti. Oltre che far conoscere l’origine di questi quartieri, vogliamo censire, tutelare e promuovere le bellezze storico-artistiche di questi territori. Nelle cosiddette periferie esiste un patrimonio culturale e artistico enorme, materiale e immateriale, che deve essere protetto e valorizzato. Ci sono edifici come l’abbazia di Chiaravalle, la Certosa di Garegnano, l’abbazia di Crescenzago, San Cristoforo, le cascine Linterno e la Monluè, che hanno a malapena i cartelli che le indicano. E poi ci sono moltissimi altri edifici minori, che minori però non sono, che devono essere protetti. Assieme a queste attività, creeremo un centro di documentazione sui Borghi milanesi, gestito dalla costituenda Associazione Antichi Borghi Milanesi».

Quando inizieranno le celebrazioni del centenario?

«Inizieranno il 14 dicembre di quest’anno e continueranno fino al 14 dicembre 2023, a 100 anni esatti dal Regio Decreto che annesse gli undici comuni. Una piattaforma web con un calendario di eventi aperta ai contributi di tutti accompagnerà le celebrazioni, sarà sul modello di quella di Piano City e gestita dal Comune. L’invito a tutta la città è di partecipare: conoscenza e cultura sono le basi su cui si fonda una comunità, perché ne determinano l’identità e la tengono unita. Solo così potrà nascere una città realmente policentrica».

Milano Policroma, storia, pubblicazioni e riconoscimenti

Milano Policroma nasce nel novembre del 1982 (www.milanopolicroma.it). Oggi il presidente è Angelo Mantovani, presidente e merito Riccardo Tammaro. Nel 2010 è stata insignita dell’attestato di Benemerenza civica del Comune di Milano e nel 2014 e 2016 ai suoi rappresentanti è stato assegnato il Panettone d’Oro. Numerosi i libri su Milano pubblicati dall’associazione o a cui ha partecipato, con prefazioni e consulenze storiche. Il prossimo in stampa è un libro sul Lambro e sui suoi Mulini, scritto da Roberto Visigalli, con prefazione di RiccardoTammaro. Da 20 anni l’associazione pubblica il trimestrale MilanoCultura.

 

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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