Isimbardi 31, il Tar dà il via libera al Comune per la demolizione, ma la proprietà chiede 6 milioni di danni

Il Comune si prepara a riprendere l'opera di demolizione degli abusi, forte dell'ultima sentenza del Tar, ma la proprietà dell'edificio ricorre al Consiglio di Stato e querela. Già chiesti dalla Martino Sas 6 milioni di

Appena letta l’ultima sentenza del Tar, del 17 ottobre scorso, che consente al Comune di procedere con l’abbattimento degli abusi dell’immobile di via Isimbardi 31, l’architetto Giovanni Martino, della Martino sas, proprietario dell’edificio, è un fiume in piena.

«Ricorrerò anche al Consiglio di Stato per chiedere un risarcimento danni di 6 milioni di euro per il danneggiamento della mia proprietà di via Isimbardi, a seguito delle demolizioni ordinate dal Comune nel dicembre scorso, poi bloccate dal Consiglio di Stato a gennaio, così come Roma ha annullato anche il precedente esproprio della mia proprietà – afferma l’architetto Martino –. Al Consiglio di Stato giacciono in attesa di sentenza altri miei ricorsi, per la proprietà dell’area sequestrata, che il Comune e Tar hanno impropriamente attribuito al condominio ma che è di mia proprietà, e per il condono dell’immobile, che è un mio diritto in quanto il palazzo è stato acquistato da Equitalia nel 2014. Tutti elementi che il Tar di Lombardia non ha, incredibilmente, tenuto conto. Ho inoltre presentato più querele, tra queste anche nei confronti dell’assessore Maran e del presidente della Commissione Urbanistica del Municipio 5 Flavio Verri. L’immobile di via Isimbardi – ha concluso minaccioso l’architetto Martino –  è rimasto ora nella disponibilità del Comune, che lo dovrà risarcire, se non lo faranno Maran o Verri, costerà 6 milioni di danni ai contribuenti milanesi».

La sentenza di questi giorni che dà ragione al Comune in merito alla demolizione è l’ultima di una lunga vicenda giudiziaria, avviata nel maggio dell’anno scorso, con una procedura di esproprio dell’immobile, a causa della non ottemperanza della proprietà nella demolizione di quelli che il Comune e ora i giudici amministrativi considerano abusi edilizi. Una parte dell’immobile, un tempo adibito a laboratorio a uso terziario, era stato trasformato dalla Martino Sas in alloggi per studenti, attrezzandola con una scala esterna, troppo vicino all’immobile accanto. Intervento che, secondo il Comune e il condominio rappresentato dall’avvocato Flavio Verri, che è anche presidente della Commissione Urbanistica del Municipio 5, impedisce l’accesso ai box sottostanti.

«Speriamo che questo sia finalmente l’ultimo capitolo di una lunga battaglia amministrativa e giudiziaria, combattuta a colpi di ordinanze del Comune e di ricorsi da parte del privato – dichiara l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran -. Ringrazio gli uffici dell’Urbanistica e dell’Avvocatura che da anni lavorano per ripristinare la legalità in via Isimbardi 31, contiamo di riprendere al più presto l’intervento di demolizione». 

Auspicio che però potrebbe essere vanificato e costare molto caro ai protagonisti di questa vicenda, se il Consiglio di Stato si esprimerà a favore di Martino della Sas.

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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