La app Immuni arriva finalmente in Italia, farà compagnia alle sorelle europee e dovrà sottostare alle regole Ue

Appena arrivata sugli store Android e Apple la app Immuni ha fatto registrare i primi record. Oltre 500mila download in 24 ore e le prime polemiche sulla veste grafica con stereotipi di genere, dove la

Appena arrivata sugli store Android e Apple la app Immuni ha fatto registrare i primi record. Oltre 500mila download in 24 ore e le prime polemiche sulla veste grafica con stereotipi di genere, dove la donna culla il bambino e cura fiori e il marito sta al computer. Grafica che verrà cambiata per volere della ministra alle Pari opportunità Elena Bonetti, ma servirà a poco se non verrà scaricata, istallata e usata correttamente da almeno il 60% degli italiani. Vedremo. Ma qual è, la situazione nel resto dell’Europa?

Le altre app

In Europa in molti paesi le app per monitorare e contenere l’epidemia sono attive da diverse settimane. In Austria, per esempio, ci sono due app “Stopp Corona” e “Novid20”. In Germania c’è la app “GeoHealthApp” e l’app per smartwatch Corona-Datenspende (Corona Data Donation), realizzata in collaborazione con la startup Healthtech Thryve. Questo strumento consente di monitorare la diffusione di Covid-19 e analizzare se le misure per contenere la nuova pandemia stanno funzionando, raccogliendo i segni vitali, come pulsazioni, temperatura e qualità del sonno, dei volontari che indossano uno smartwatch o un fitness tracker. In Spagna c’è la app “CoronaMadrid”, etc. tutte si rifanno ai principi ed alle metodologie che tutelano noi cittadini e i nostri dati a livello comunitario.

In Italia ci sono  diverse regioni che si sono realizzate la loro app e c’è  la app “Immuni” nazionale; quest’ultima è conforme al modello europeo delineato PEPP-PT e alle garanzie per il rispetto della privacy. L’efficacia di ogni app è legata all’utilizzo e all’adesione dei cittadini che è sempre volontaria.

In altri Stati, non solo europei ma anche extraeuropei, sono state attivate app specifiche per controllare anche chi è in quarantena. Ad esempio il governo polacco ha sviluppato l’app “Home Quarantine”, che permette alla polizia di controllare gli individui sottoposti a quarantena obbligatoria. In Thailandia, per il contact tracing una Sim card abbinata all’app “AoT Airports” traccia la posizione degli utenti per 14 giorni, per controllare che rimangano in quarantena obbligatoria.

In Norvegia “Smittestop” o “Stop Infection” è una app gratuita e ad adesione volontaria, sviluppata per fornire alle autorità sanitarie un quadro migliore circa la diffusione di Covid-19 e per comunicare agli utenti se sono stati in contatto con persone infette. Con questa app gli utenti vengono informati se si trovano nelle immediate vicinanze (meno di due metri) di un soggetto positivo per più di 15 minuti. I movimenti dell’utente saranno registrati con la geolocalizzazione.

Regole e i controlli Ue

È il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC – European Centre for Disease Prevention and Control) il soggetto che ha studiato il protocollo di identificazione dei malati Covid-19 e del raggio di diffusione del virus, definendo i limiti per l’attuazione di misure tecniche di contact tracing ed elaborando un algoritmo per la gestione dei contatti.

Il Comitato europeo per la protezione dei dati è invece l’organo europeo indipendente, che contribuisce all’applicazione coerente delle norme sulla protezione dei dati in tutta l’Unione europea e promuove la cooperazione tra le autorità competenti per la protezione dei dati. 

Ogni app europea deve essere coerente al GDPR – Regolamento europeo per la privacy e  alla direttiva sulla protezione dei dati personali  ePrivacy. L’art. 15 della direttiva autorizza gli Stati membri dell’Unione Europea ad introdurre misure legislative di urgenza a salvaguardia della sicurezza pubblica, ma le misure devono essere “necessarie, appropriate e proporzionate”, in accordo con i diritti fondamentali garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali e dalla Convenzione europea sui diritti umani.

Il Pan-European Privacy-Preserving Proximity Tracing (PEPP-PT) infine utilizza dati scambiati solo tramite Bluetooth e non tramite GPS, tra dispositivi mobili, con sistemi di crittografia e di anonimizzazione  dei dati personali a tutela di noi cittadini europei.

 

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