La commedia della vanità di Elias Canetti, premio Nobel bulgaro
«Il governo ha deliberato. Primo: È vietato il possesso e l’uso di specchi. Tutti gli specchi esistenti, senza eccezione, saranno distrutti. La fabbricazione di qualsiasi tipo di specchi dovrà essere sospesa. Trascorso il termine di
«Il governo ha deliberato. Primo: È vietato il possesso e l’uso di specchi. Tutti gli specchi esistenti, senza eccezione, saranno distrutti. La fabbricazione di qualsiasi tipo di specchi dovrà essere sospesa. Trascorso il termine di trenta giorni, chiunque venga trovato reo di possedere o usare uno specchio verrà punito con una pena da dodici a vent’anni di carcere. Per chi fabbrica specchi è prevista la pena di morte. Secondo…».
La commedia parte con un grande falò, il rogo dei ritratti, delle foto, delle pellicole, degli specchi… Per legge la vanità è bandita per purgare l’umanità, guarendola dal canceroso morbo della vanità. Il governo totalitario del Paese impone che ogni strumento atto a tenerla in vita deve essere distrutto; per i trasgressori la pena sarà la morte. La massa, abilmente istruita da predicatori vari, accoglie con entusiasmo l’imposizione, tanto da fare del rogo una festa. Dopo diversi anni, i risultati saranno diversi da quelli che ci si aspettava. L’uomo senza la sua immagine è un nulla, perché l’immagine è anche e soprattutto il mezzo attraverso il quale l’uomo arriva a conoscere se stesso e ribadisce la sua identità. È costretto a vivere sotto il segno del grottesco, nella ricerca disperata di insoddisfacenti simulacri del Sé.
Un tema di grande attualità, in un’epoca di inflazione di immagini. Una commedia umana lucidissima e inquietante composta nel 1934 dallo scrittore bulgaro Elias Canetti, premio Nobel per la Letteratura nel 1981. Lo spunto è il rogo dei libri operato dai nazisti a Berlino il 10 maggio 1933: la commedia esce nel 1934, sullo sfondo c’è l’incubo di una dittatura nascente acclamata a gran voce.
È una parabola della morte, del potere, della massa, del delirio, un testo distopico, satirico, in cui tendenze negative attuali appaiono svilupparsi sino a raggiungere dimensioni apocalittiche.
?La replica dello spettacolo del 4 dicembre è accessibile ai disabili sensoriali, con il contributo di Next 2018-2019 – Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo
• Nel foyer del teatro potrete trovare la mostra della maquette del monumento ‘Non dimenticarmi‘, progettata da Ferruccio Ascari, in occasione del Cinquantenario della strage di Piazza Fontana.
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