La legge quadro sul Terzo Settore inizia l’iter parlamentare
Sono trascorsi poco più di tre mesi da quando il presidente del consiglio Matteo Renzi – era il 20 maggio – ha scelto la redazione di Vita (il magazine sito di riferimento in Italia per
Sono trascorsi poco più di tre mesi da quando il presidente del consiglio Matteo Renzi – era il 20 maggio – ha scelto la redazione di Vita (il magazine sito di riferimento in Italia per l’informazione sul non profit e l’economia civile) in piena Zona 5 a Milano (via Marco D’Agrate 43) per illustrare i contenuti della legge quadro per il Terzo Settore e raccogliere le osservazioni dei dirigenti delle più importanti organizzazioni della società civile riunite nel comitato editoriale.
Tre mesi durante i quali quell’annuncio ha preso forma e sostanza. Prima attraverso una consultazione popolare molto partecipata: le risposte arrivate nella casella della posta del sottosegretario al Welfare Luigi Bobba, sono state recapitate da 1016 soggetti (il 14,8% non pertinenti). Tra le risposte valide il 37,4% è arrivato dalle organizzazioni non profit, il 38,5 per cento dai cittadini, il 7,2 per cento dal mondo delle imprese, dei sindacati e degli ordini professionali e il 2,3 per cento da amministrazioni pubbliche e università. Tra le istanze più gettonate in 315 hanno ritenuto necessario lavorare sulle fondamenta giuridiche del settore, 274 sul servizio civile, 242 sul sostegno economico del settore, 187 per cento sull’impresa sociale, 186 sul principio di sussidiarietà. La riforma ha passato poi il vaglio del Consiglio dei ministri (10 luglio), mentre il 6 agosto la delega è stata presentata in pubblico con una conferenza stampa a cui hanno preso parte il ministro del Lavoro e del Welfare Giuliano Poletti e Bobba, che in questi mesi è stato il vero perno di questo percorso. Il testo (che potete trovare e scaricare dal portale www.vita.it) è stato poi “annunciato” alla Camera dei Deputati (26 agosto) da dove scatterà il suo iter parlamentare. Il via alla fase Due lo darà infatti a settembre il passaggio in Commissione (Affari sociali, con parere di Giustizia e Affari Costituzionali). Il voto di Montecitorio dovrebbe avvenire invece nella prima metà di novembre. Dopo di che, il passaggio al Senato dovrebbe essere piuttosto rapido («immagino poche modifiche, rispetto al testo approvato alla Camera», si augura Bobba). Il via libera del Parlamento dovrebbe in ogni caso arrivare entro la fine dell’anno. A quel punto scatterà il countdown previsto dalla norma che stabilisce in massimo 12 mesi il tempo dato al Governo per adottare “uno o più decreti legislativi recanti il riordino e la revisione organica della disciplina degli enti privati del Terzo settore”. Il progetto è di scorporare la riforma in almeno cinque decreti legislativi: cinque regolamenti che avranno tempistiche diverse (più un possibile sesto decreto che sarebbe invece dedicato più in generale al settore). Nella prossima primavera saranno infatti licenziati quelli relativi a impresa sociale, servizio civile universale e stabilizzazione del 5 per mille. Le riforme civilistiche e fiscali del settore avranno invece tempi più lunghi (estate/autunno 2015).
Fin qui l’iter immaginato dal Governo. Ma quali sono gli obiettivi della riforma? «Questa legge – ha spiegato Bobba – è stata inserita dal governo tra le grandi riforme che cambieranno il paese e contribuiranno a riportare la speranza nella nostra comunità». Il principio ideale che il governo «ha inteso realizzare è quello della libertà di iniziativa di cittadini singoli e associati» che lo Stato deve favorire, in base a quanto recita l’ultimo comma dell’articolo 118 della Costituzione. Il secondo principio che sottende a diversi interventi normativi che seguiranno la riforma è quello della semplificazione, alla quale Bobba ha ricondotto la sburocratizzazione delle procedure per ottenere la personalità giuridica da parte delle associazioni non profit («adesso è una giungla: prima di ottenerla passa troppo tempo»), e la riduzione a un registro nazionale unico di tutti gli elenchi («oltre 200») che esistono in Italia per censire, a vari livelli, le organizzazioni non profit.
Quarto punto è la ricostituzione della defunta Agenzia per le onlus, non nella forma di un’authority né in quella che aveva quando fu chiusa, ma sotto forma di “Agenzia di missione” presso Palazzo Chigi, mantenendo gli stessi poteri di promozione e controllo stabiliti dalla normativa.
Quinto punto il riordino della legislazione che regola vari aspetti e fattispecie del Terzo settore, cercando di dare al non profit un’uniformità normativa a lungo attesa; a fianco di questo riordino civilistico, Bobba ne ha annunciato un altro, ugualmente atteso, quello fiscale (compresa la stabilizzazione del 5 per mille). «Dobbiamo evitare trattamenti differenziati – ha spiegato il sottosegretario – e nicchie in cui si potrebbero nascondere i soliti furbi». Sulla questione dell’esenzione Iva per le non profit, di cui si è discusso molto sui giornali, ha aggiunto il sottosegretario «dico solo che occorre fare attenzione, perché premiando il donatore si rischia poi di non poter più favorire chi riceve».
Come sesto punto Bobba ha citato l’attesa riforma dell’impresa sociale, un terreno sul quale «l’Italia ha aperto una strada, quella della cooperazione sociale, che ora tutta Europa sta seguendo. Bene, però vogliamo fare un passo in più, dando vita a imprese sociali innovative nel settore del welfare, delle vere e proprie start up sociali, verso le quali vogliamo attrarre investitori che amano il rischio moderato ma soprattutto gli investimenti che creano valore sociale». A questo fine, ha aggiunto Bobba, è stato stanziato l’unico fondo della legge, 50 milioni di euro che andranno nel tempo incrementati grazie «alla Cassa depositi e prestiti e a fondi strutturali». L’ultimo punto ha riguardato il servizio civile (che sarà ribattezzato “servizio civile universale” sulla scia di una fortunata campagna promossa proprio da Vita e a cui lo stesso Renzi aderì ben prima di guadagnare la poltrona di palazzo Chigi), una forza e una ricchezza per l’Italia che negli ultimi anni era stata dilapidata e che invece Bobba spera di riportare ai fasti di un tempo, raggiungendo 100mila giovani in servizio entro il 2017.
Stefano Arduini