La meschina guerra giornaliera de Il Giornale contro Conte
Su Il Giornale online appaiono quotidianamente quattro o cinque articoli contro Conte. Gli argomenti? Eccone un campione: Conte compra i mobili da Ikea E gli scappa la frase sulla Lega Battuta (gratuita) del premier sui dipendenti Il succo dell’articolo è nelle
Su Il Giornale online appaiono quotidianamente quattro o cinque articoli contro Conte.
Gli argomenti? Eccone un campione:
Conte compra i mobili da Ikea
E gli scappa la frase sulla Lega
Battuta (gratuita) del premier sui dipendenti
Il succo dell’articolo è nelle frasi finali:
“A un certo punto, nonostante fosse tardi, i commessi dovevano controllare la disponibilità di un articolo chiamando altri colleghi” ha raccontato un altro acquirente. “È qui che l’umorismo del premier tocca vette inesplorate: ‘Allora il presidente ha detto: ‘Mi raccomando non ditegli che è per Giuseppe Conte che magari son della Lega‘“.
No, queste vette non sono inesplorate. Sono praticatissime, a partire da quella giornalista berlusconiana che montò un servizio sul giudice Mesiano, che aveva condannato Berlusconi e dunque messo alla gogna perché portava calzini turchesi. E che dire di Anna Finocchiaro che non impedì agli uomini della scorta di spingerle il carrello al supermercato!
No, non sono vette inesplorate.
Non sorprende la pochezza di questo giornalismo servile e pedestre. Non sorprende perché mantiene intatta l’efficacia nell’alimentare malanimo e disprezzo (odio in molti casi) verso il nemico. Per cui la battuta (posto che sia stata pronunciata) dà l’esca a una lunghissima serie di commenti dei lettori, che proprio su “scoop” di questo genere scatenano il loro estro partecipativo.
Sviluppando i seguenti temi:
– Se questa battuta l’avesse pronunciata Salvini, i comunisti (o pdioti o sinistrati o zecche rosse…) l’avrebbero massacrato.
– Conte, invece di stare a palazzo Chigi va in giro a fare shopping (con i nostri soldi!)
– Conte va a comprare mobili all’Ikea, invece che dai mobilieri italiani.
Circa l’innocuità delle battute, vorrei che Salvini fosse altrettanto ironicamente clemente verso l’elettorato avversario. Senza dimenticare che il padre spirituale della destra (Berlusconi) ebbe modo di dire ripetutamente in pubblico che gli italiani che votano a sinistra sono “coglioni”.
Sulla presenza del premier a Palazzo Chigi, forse il rimprovero è giusto. Infatti rammento l’ira degli elettori leghisti perché il ministro degli Interni non era mai al Viminale, ma in giro per l’Italia a sollevare il popolo contro l’immigrazione e l’Europa o al Papeete o a mangiare focaccine alle feste padane. E rammento che Salvini a svolgere la sua attività di parlamentare europeo a Strasburgo non c’è mai (dico mai) andato. Però incassava lo stipendio (soldi nostri!).
Apprendo infine che i leghisti non vanno mai all’Ikea. È una grande notizia. Per amor di patria o perché non sanno montare i mobili?
Di questo giornalismo “d’inchiesta” Il Giornale tracima. È la pedagogia dell’odio e la palestra dei semplici. Funziona.