La scuola al tempo del virus: alla Pertini video lezioni, interrogazioni on line e gare per la pantofola più brutta
Le scuole si riorganizzano: accelerazione digitale, responsabilizzazione degli studenti, coinvolgimento delle famiglie le parole chiave per gestire l'emergenza Coronavirus.
Il rischio, dovuto al protrarsi dell’emergenza Covid – 19, che l’anno scolastico termini il prossimo 8 giugno senza che gli alunni abbiano fatto rientro nelle proprie classi si fa ogni giorno più concreto. Di fronte a tale prospettiva tutt’altro che irrealistica e confermata dalle ultime dichiarazioni del ministro Lucia Azzolina, abbiamo contattato la scuola media Sandro Pertini di via Boifava per farci raccontare dalla viva voce dei docenti quali siano le contromisure messe in campo per fronteggiare la situazione di emergenza, ma anche e soprattutto per “sondare” il morale tra gli studenti e più in generale all’interno del mondo scolastico.
Agli alunni della Pertini, nei giorni immediatamente successivi al decreto di chiusura delle scuole, era stato assegnato il seguente tema: elencate 5 aspetti negativi e 5 positivi legati all’emergenza Coronavirus. Il contenuto degli elaborati dei ragazzi era stato pressoché unanime: “Come possono esserci degli aspetti negativi dallo stare lontano da scuola?!”. A distanza di due settimane è stato riproposto loro lo stesso tema ottenendo questa volta una visione delle cose diametralmente opposta: “Ciò che credevamo una inaspettata occasione di vacanza si sta trasformando in un peso difficile da sostenere” è stata la risposta.
«Il sentimento prevalente – ci racconta la professoressa di Italiano Valentina Provera (artefice della “diabolica” quanto efficace idea del doppio tema) – è un misto di noia e rabbia, tipico di chi si sente in gabbia. Le cose però hanno iniziato ad andare meglio da quando il corpo insegnanti ha attivato le video lezioni a cui da qualche giorno si sono aggiunte anche le prime video interrogazioni, per ora concordate preventivamente con gli alunni e previo consenso dei genitori».
L’App utilizzata alla Pertini, ma ormai da gran parte del mondo scolastico e non solo, è Zoom, Il sistema di Videoconferenze on line dell’ormai multimiliardario di origini cinesi Eric Yuan che nelle ultime settimane ha scalato le classifiche delle app più scaricate grazie alla facilità di esecuzione e l’intuitività dell’interfaccia utente. Unico limite: la durata del collegamento che nella versione base gratuita non può superare i 40 minuti.
La preoccupazione maggiore degli insegnanti non è però certamente quella legata ai limiti tecnici dello strumento ma piuttosto di riuscire a sopperire alla mancanza di un contatto diretto tra docente e studenti, come sappiamo, uno dei fattori chiave dell’efficacia dell’insegnamento: «All’inizio della video lezione ci ritagliamo sempre un momento di gioco e di complicità come ad esempio la gara per eleggere la pantofola più brutta. Una trovata divertente che aiuta a rinfrancare lo spirito di gruppo e a darci una parvenza di normalità, cosa di cui i ragazzi hanno profondamente bisogno per ritrovare serenità e concentrazione».
Non tutti i docenti utilizzano però Zoom. Per chi deve gestire un numero elevato di classi risulterebbe troppo impegnativo e dispendioso puntare sulle lezioni on line che richiedono un’ideazione ed una preparazione ancora più meticolosa rispetto ad una lezione canonica. In questi casi come anche in quegli ambiti che mal si prestano a questo tipo di modalità di insegnamento, come ad esempio la musica, gli insegnanti preferiscono videoregistrare off line le proprie lezioni per poi condividerle su YouTube.
Zoom, Office, file PDF: il linguaggio parlato all’interno della scuola sta mutando molto rapidamente. Ma è fuorviante pensare che questa (forse) tardiva rivoluzione informatica coinvolga solo il corpo docenti: «Per molti dei nostri alunni si tratta di strumenti di lavoro e di studio nuovi, abituati come sono ad utilizzare in via prevalente il joystick delle console dei giochi elettronici o a guardare passivamente i video su YouTube».
Uno dei punti più critici e di certo non di facile soluzione rimane quello della didattica differenziata. «Quando ero in classe potevo facilmente diversificare le attività: ad esempio assegnare un compito specifico ad uno o più alunni e al contempo correggere una scheda con il resto della classe. Oggi non è più possibile. Il rischio è che qualche alunno possa rimanere indietro è tangibile. Soprattutto ora che i ragazzi si ritrovano a trascorrere molto tempo a casa da soli o comunque senza possibilità di essere seguiti adeguatamente dagli adulti». Proprio per questo motivo, alla Pertini, preside, corpo docenti, rappresentanti di classe sono tutti d’accordo: responsabilizzazione degli studenti e coinvolgimento delle famiglie rappresentano aspetti cruciali per fronteggiare efficacemente l’emergenza e non lasciare indietro nessuno.
Anche dal mondo della scuola insomma, come da tutti gli altri ambiti della nostra vita sociale messi a dura prova dall’emergenza, sale forte il richiamo a remare tutti nella stessa direzione per poter vincere questa sfida nuova e insidiosa che si è affacciata nelle nostre vite. Una direzione che appare però al momento nebulosa e in buona parte da ripensare. Una riflessione sul modo di abitare questo pianeta che dovrà coinvolgere tutti gli ambiti della società, a partire dalla Scuola e dai suoi giovani studenti, i veri protagonisti di un domani ormai alle porte.