L’adolescenza il “non-luogo” della vita, un po’ come gli aeroporti

Nel 1992 l’antropologo francese Marc Augé introduce – in opposizione al “luogo antropologico”, connotato da una sua specifica “identità” – il concetto di “non-luogo”. Ovvero di un luogo non “identitario” – e quindi assolutamente sovrapponibile

Nel 1992 l’antropologo francese Marc Augé introduce – in opposizione al “luogo antropologico”, connotato da una sua specifica “identità” – il concetto di “non-luogo”. Ovvero di un luogo non “identitario” – e quindi assolutamente sovrapponibile ai propri simili – essenzialmente legato al presente [“In esso – scrive Augè – vi regnano l’attualità e l’urgenza del momento presente”]. Tipici non-luoghi sono, per lui, aeroporti, stazioni, svincoli stradali, mezzi di trasporto; ma anche catene alberghiere, club vacanze, campi profughi… ovvero tutti quei posti in cui si moltiplicano – con modalità lussuose o disumane – i punti di transito e le occupazioni provvisorie.

“Gli adolescenti sono tutti uguali”. È una semplificazione estrema alla quale difficilmente noi “adulti” riusciamo a sottrarci. Una semplificazione che, se da un lato denota approssimazione, scarsa capacità di analisi (per pigrizia o incompetenza) o disinteresse, dall’altro coglie comunque un’essenza. Ogni adolescente è profondamente diverso da ciascun altro adolescente, ma è anche straordinariamente simile a tutti i suoi… simili.

Tornando ad Augé: gli aeroporti (o i centri commerciali, o gli svincoli autostradali…) sono davvero tutti uguali? Niente di più profondamente falso e vero al tempo stesso. Se adottiamo un criterio euclideo per definire l’uguaglianza, possiamo affermare con assoluta certezza che non esiste un aeroporto uguale ad un altro, ma è altrettanto vero che l’HUB di Francoforte è del tutto uguale all’aeroporto Marconi di Bologna se consideriamo la loro essenza legata alla transitorietà ed al presente.

Sono proprio la transitorietà e il legame fortissimo con il presente che rendono l’adolescenza straordinariamente simile ai non-luoghi augeriani.

Ed anche la “non identarietà” – che caratterizza i non-luoghi dell’antropologo francese – trova una suggestiva corrispondenza con l’adolescenza.

In ogni momento della sua evoluzione e crescita ciascun adolescente ha la sua individuale e connotata identità. Ma è una identità che muta con straordinaria velocità (“cambia da un giorno all’altro”, sostengono gli stessi genitori), tanto da attenuare inevitabilmente l’identità complessiva del singolo soggetto e, al contempo, favorire la sovrapposizione con le “enne” momentanee identità di ogni altro adolescente che, seppure per ciascuno si manifestino in momenti e situazioni diverse, sono assolutamente omologabili (gli adolescenti sono tutti uguali). Proprio come ogni aeroporto che ha i propri cartelli indicatori, i propri duty-free, le proprie postazioni per il check-in collocati in spazi e modi che lo differenziano da ciascun altro, ma che comunque avrà cartelli indicatori, duty-free, e postazioni per il check-in assolutamente omologabili a quelli di tutti gli altri (gli aeroporti sono tutti uguali).

Se vogliamo che questa riflessione – condivisibile o meno che sia – possa essere in qualche modo utile a rendere più saldo e proficuo il rapporto tra adulti e adolescenti dovremmo cercare di non cedere alla comoda pigrizia della semplificazione. Le “linee guida” – che in alcuni ambiti possono essere straordinariamente utili – applicate all’adolescenza sono soltanto una colpevole rinuncia all’attenzione e alla fantasia; alla capacità o alla volontà di leggere le tante importantissime informazioni nascoste “tra le righe”.

Cominciamo dal facile: la prossima volta che partiamo per un viaggio iniziamo a cogliere le sorprendenti differenze tra un aeroporto e l’altro, tra una stazione e l’altra, tra uno svincolo autostradale e l’altro: ci aiuterà a conoscere meglio i nostri adolescenti.

(tratto da “Adò”, rivista di Laboratorio Adolescenza, n. 3-2109)

Maurizio Tucci è nato a Potenza si è laureato in Ingegneria presso l’Università di Bologna e vive a Milano dal 1992. Lavora nel campo della comunicazione e della ricerca sociale. Ideatore e curatore dell'indagine "Abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani" realizzata annualmente dalla Associazione no-profit “Laboratorio Adolescenza”, di cui è fondatore, e dall’Istituto di Ricerca IARD. È Presidente della Associazione “Laboratorio Adolescenza” e membro del Consiglio Direttivo della dalla Società Italiana di Medicina dell'Adolescenza. Giornalista e scrittore, collabora dal 1995 con il Corriere della Sera. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche e saggi e ha scritto tre romanzi.

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