Linea M6 in Ripamonti, una sfida per ridisegnare il trasporto pubblico nel Municipio 5. Intervista a Marco Figura e Roberto Biscardini

L'idea: utilizzare la linea rossa da Pagano a Bisceglie e in futuro fino a Baggio, come primo tratto della futura M6, che dal centro di dirigerebbe poi verso Ripamonti. Vantaggi: copertura area città senza metro,

In pochi ricorderanno che nel 2008 – nel pieno dei preparativi per la candidatura di Expo 2015 – era apparsa sul tavolo del governo l’idea di una nuova metropolitana, che avrebbe dovuto collegare l’Ovest con il Sud di Milano, passando per il centro della città, arrivando a Ponte Lambro o Noverasco/Ripamonti.

Un progetto che però nel 2009 perse i finanziamenti, perché le risorse furono spostate sulla ricostruzione dell’Aquila post terremoto. Nel 2014 di M6 si riparlò nel Pums (Piano urbano mobilità sostenibile), definendola utile ma troppo costosa e, comunque, sostituibile con un più economico potenziamento delle linee di superficie.

A 5 anni di distanza Marco Figura, consulente ed esperto di marketing territoriale, sostenuto da Roberto Biscardini, architetto, politico di lungo corso (ex assessore ai Trasporti, consigliere di Regione Lombardia e Città metropolitana, senatore) promotore dello scoperchiamento dei Navigli, si sono chiesti se le condizioni che portarono a far riporre in un cassetto il progetto della M6 non fossero mutate. E la risposta è stata all’unisono: «Forse sì, soprattutto se si ripensa il percorso e si coglie l’occasione dei prolungamenti della linea rossa già finanziati».

Qual è la vostra idea, dottor Figura?
«L’idea è molto semplice: dividiamo il tratto della M1 che va da Pagano a Bisceglie e in un futuro prossimo proseguirà per altre tre fermate a fino al quartiere Olmi. Questo tratto facciamolo diventare il primo tratto della M6, che poi da Pagano prosegue fino a Sempione, incrocia Cadorna per poi dirigersi verso il cuore finanziario della città, con piazza Affari perno centrale, e raggiungere rapidamente alcuni poli attrattivi di primo piano, come il complesso universitario Bocconi e la futura interconnessione con le linee S a Tibaldi, l’asta Ripamonti, fino a raggiungere lo Ieo. Sarebbe una soluzione low cost rispetto ai progetti precedenti, poiché sarebbero sfruttati i quasi 7 km di tunnel del ramo Pagano/Baggio, e la parte nuova misurebbe solo circa 9 km, con l’ultimo tratto, dal capolinea del 24 fino a Macconago, che può essere realizzato in superficie. Dalle nostre stime preliminari i costi dovrebbero essere sotto il miliardo di euro. Con la possibilità anche di euro. Con la possibilità anche di finanziamenti privati».

Quali finanziamenti privati potrebbero arrivare?
«Milano è una città che nei decenni prossimi sarà interessata da grandi investimenti immobiliari – spiega Biscardini –. Lo sbinamento della M6 dalla M1 raddoppierebbe la frequenza delle corse sulla Rossa, che non dovrebbe più alternarsi sui due rami Bisceglie/Rho Fiera. Un sistema non più accettabile una volta realizzati i prolungamenti a Baggio, Monza Bettola e quando sarà realtà Arexpo – il grande progetto di riqualificazione dell’area Expo – che a pieno regime ospiterà circa 80mila nuovi studenti e lavoratori. Chi investe in quest’area potrebbe essere interessato ad avere una linea M1 più efficiente, moderna e dedicata. Allo stesso tempo, a Sud Ovest, il Villaggio Olimpico e la futura riconversione dello Scalo Romana, gli insediamenti circostanti, e lo Ieo, il cui ampliamento, è scritto nel Pgt, è vincolato alla realizzazione di mezzi di trasporto pubblici adeguati, potrebbero essere convolti. La M6 poi alleggerirebbe la pressione sulla M1, colonna portante della mobilità pubblica milanese».

In che modo l’M1 trarrebbe vantaggio dalla realizzazione della M6?
«Oltre al raddoppio delle corse, quindi di fatto un migliore servizio con minor affollamento – illustra Figura – il tratto centrale della M1, da Pagano a Duomo, vedrebbe con le fermate della M6 Cadorna, Borsa e Missori, un percorso quasi parallelo, che eviterebbe praticamente a tutti i viaggiatori della M6 in ingresso dall’Ovest Milano di prendere la Rossa per dirigersi in centro città. Stesso discorso per chi viene da Sud Est».

Secondo la sua esperienza amministrativa, Biscardini, quali dovrebbero essere i passi per recuperare il progetto della M6?
«Occorre che il Comune avvii la progettazione preliminare dell’intera tratta. MM è senz’altro la società che può farlo, decidendo quale sistema di trasporto, automatico o no, adottare in ragione della previsione di domanda di traffico, così da valutare come realizzare il prolungamento verso Baggio, che è già finanziato. Dopo di che bisognerà sottoporre il progetto al Ministero dei Trasporti che, valutata l’opera, la sottopone per l’approvazione al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica – NdR). Il Cipe dovrà inserirla nell’elenco delle infrastrutture strategiche da finanziare, senza dimenticare che una parte dell’opera potrebbe anche essere finanziata da soggetti privati interessati».

I vantaggi per il Municipio 5…

  1. Miglioramento viabilità e traffico nel settore cittadino tra Famagosta e Corvetto. In particolare sulle direttrici Sud –Nord: Bazzi, Ferrari, Ripamonti.
  2. Linea al servizio della Zona 5 (126 mila abitanti su quasi 30 km quadrati di territorio), che oggi dispone solo della fermata M2 di piazza Abbiategrasso.
  3. Linea al servizio futuro Villaggio Olimpico allo Scalo Romana, della successiva nuova urbanizzazione, prevista dopo il 2026.
  4. Linea di servizio allo Ieo e al suo probabile ampliamento, in grado di intercettare l’ingresso in città dalla S.P 412 della Val Tidone.
  5. Sostegno e spinta alla valorizzazione delle numerose aree abbandonate o da riconvertire della parte sud di Milano.

… e quelli per la città

  1. Raddoppio frequenza e capacità M1 ramo PaganoRho Fiera, a servizio dei futuri insediamenti di Arexpo.
  2. Alleggerimento uso M1 in tratta centrale, altrimenti al collasso con i prolungamenti verso Baggio e Monza Bettola.
  3. Opera fondamentale realizzabile a costi contenuti: 4 km già pronti, 3 km già progettati compreso il nuovo deposito (Baggio), 1 km in superficie nell’ultimo tratto di Ripamonti. Possibile sostegno spese da privati.

L’APPELLO
Ci si deve muovere adesso

Sono realmente mutate le condizioni che portarono alla bocciatura della M6? E soprattutto: lo sbinamento della M1 ipotizzato nell’intervista a Marco Figura e Roberto Biscardini e il coinvolgimento dei privati riescono a far pendere la bilancia costi-benefici verso questi ultimi?

Crediamo sia doveroso un approfondimento. Municipio 5 e i consiglieri comunali eletti nel sud Milano, di maggioranza e opposizione, devono chiedere alla giunta di incaricare MM di verificare questa ipotesi di lavoro. La situazione dei trasporti pubblici e del traffico privato nell’area del Vigentino, Verro, Ripamonti è critica e lo diverrà sempre di più, visti gli insediamenti progettati e quelli che con ogni probabilità arriveranno su aree che, a detta di tutti, hanno grandi prospettive di sviluppo e di conseguente aumento di traffico. Certamente è un intervento che se anche fosse deciso richiederebbe anni per essere realizzato. Ma è adesso, nella fase di progettazione del prolungamento della M1 fino a Baggio, che ci si deve muovere, in modo da poter compiere il primo passo per la realizzazione della M6. L’alternativa per la nostra rappresentanza politica è continuare a litigare per qualche fermata in più o in meno di tram, facendo come i capponi di Renzo che si beccavano tra loro mentre si dirigevano verso la cucina di Azzeccagarbugli, convinti che – fuor di metafora – per qualche voto in più valesse la pena fare a chi alza più la voce, lasciando senza seguito il famoso ammonimento di De Gasperi “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista alla prossima generazione.

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

Recensioni
1 COMMENTO

SCRIVI UN COMMENTO