Lo dice Savoini (l’amico del “Capitano”): «Hitler innocente: tutta colpa dei polacchi»
Nell’autunno del 1939 si spiegava ai bambini, nelle scuole italiane, che il potente e generoso alleato germanico era stato costretto a varcare il confine e a dare inizio alla seconda guerra mondiale per reagire alle
Nell’autunno del 1939 si spiegava ai bambini, nelle scuole italiane, che il potente e generoso alleato germanico era stato costretto a varcare il confine e a dare inizio alla seconda guerra mondiale per reagire alle provocazioni continue dei polacchi.
In questo modo, almeno i figli della lupa e i balilla potevano crescere nella convinzione che Hitler (che aveva definito i polacchi “più animali che essere umani” e che, come ricordava il capo di stato maggiore Halder, ne aveva programmato l’annientamento e lo sterminio) era stato “costretto” a invadere la Polonia, per reagire ad aggressioni e provocazioni. Delle quali la più nota è quella alla stazione radiofonica tedesca di Gleiwitz, in Alta Slesia. Di questo episodio, ecco cosa scrive lo storico Ian Kershaw (ma prima di lui ne aveva scritto chiunque abbia trattato in modo non propagandistico la seconda guerra mondiale): “I disordini, provocati da uomini delle SS in uniformi polacche erano stati progettati settimane prima dal dipartimento di Herydrich. Per corroborare l’autenticità della scena, si trasportarono sul posto vari cadaveri di detenuti nei campi di concentramento, previamente uccisi con iniezioni letali”. William Shirer era stato più preciso: “Da sei giorni Alfred Naujocks, l’intellettuale ribaldo delle SS, si trovava a Gleiwitz, sulla frontiera polacca, in attesa di effettuare un attacco polacco simulato contro la stazione della radio tedesca che si trovava in quel luogo. Il piano era stato riveduto. Uomini delle SS con uniformi polacche avrebbero aperto la sparatoria e alcuni internati dei campi di concentramento, drogati, sarebbero stati fatti trovare morti sul terreno come ‘caduti’ per mano nemica: quest’ultima amena parte dell’operazione aveva l’espressivo nome di ‘merci conservate’”.
Ma la versione ufficiale era che i tedeschi avevano reagito e che Hitler, per difendere il suo popolo era stato costretto (credo a malincuore) ad invadere la Polonia. Figli della lupa e balilla dovevano crescere con questa convinzione. E con questa convinzione è cresciuto, qualche decennio più tardi, anche il balilla Savoini (ne fa testo il video che sta girando in questi giorni – per vederlo clicca qui -), l’amico e uomo di fiducia di Salvini, forse non responsabile, per deficienza di abilità commerciale, di spillare tangenti ai russi vendendo patacche, ma fedele a una visione così rigorosamente nazista della storia che credo faccia sorridere anche a CasaPound.
Piero Pantucci
(20 luglio 2019)