L’orMa, vince il premio Euromobil Under 30
Grande risultato e grande successo per un giovane artista che sta bruciando le tappe nella sua promettente carriera. Stiamo parlando di Lorenzo Mariani, in arte L’orMa. Avevamo già parlato di lui e raccontato la sua
Grande risultato e grande successo per un giovane artista che sta bruciando le tappe nella sua promettente carriera. Stiamo parlando di Lorenzo Mariani, in arte L’orMa. Avevamo già parlato di lui e raccontato la sua storia in uno dei numeri passati del giornale in cui avevamo evidenziato la sua vitalità e passione per il suo lavoro. Oggi L’orMa, torna a far parlare di sé per avere vinto un premio importante, il premio Euromobil Under30 che si è tenuto ad Arte Fiera 2016 di Bologna lo scorso 30 gennaio 2016.
L’opera entrerà a far parte della collezione privata Fratelli Lucchetta ed è il premio più prestigioso a livello nazionale per artisti under 30, che quest’anno è alla sua decima edizione. Lorenzo, presentato da Paola Veronesi della Galleria Spazio Testoni di Bologna, ci confessa che è stato per lui un risultato inatteso, soprattutto per il fatto che la sua opera è particolare, fuori dagli schemi, non si tratta di una pittura e non è nemmeno una scultura come la si intende tradizionalmente. La chiameremo con il nome che lui stesso ha coniato: scultura installativa. Ma di cosa si tratta esattamente?
Si presenta come una teca su fondo nero nella quale sono inseriti due soffioni, allacciati insieme dalle estremità dei gambi, disposti verticalmente in modo speculare, le cui foglie seguono la direzione del soffione più vicino. La pianta si chiama Tragopogon e produce soffioni molto più grandi e alti di quelli del tarassaco, il soffione tradizionale che in genere si trova in abbondanza nei prati e ai bordi delle strade. Una figura semplice ed essenziale, ma estremamente ricca di significato. Innanzi tutto l’elemento principale, il soffione che non è un fiore ma il frutto della pianta, quel batuffolo rotondo che una volta maturo spargerà i semi che verranno portati dal vento e farà nascere nuove piante. Un simbolo di fecondità, da qui il titolo dell’opera, Adam and Eve. In secondo luogo il soggetto sottintende una ricerca intensa del binomio tra concretezza e virtualità. In un mondo che è sempre più digitalizzato, L’orMa sta compiendo uno studio estremo per cercare un punto di incontro tra la realtà concreta e la realtà virtuale, raggiungendo l’apice di tale ricerca in un soggetto del tutto naturale inserito in una presentazione che appare come un ologramma.
Spieghiamo meglio.
Il soggetto è naturale non solo perché esiste in natura, ma perché si tratta di due soffioni veri, colti dall’alveo di un corso d’acqua alla periferia di Milano e trattati con un intervento manuale in modo da mantenere i propri colori naturali e rimanere intatti e invariabili. Sembra un ologramma perché oltre ad essere una struttura tridimensionale, anche guardando da vicino non si riesce a comprendere come possa mantenersi sospeso all’interno della teca senza toccare nessuna delle pareti. Un vero e proprio gioco di prestigio, che vuole confondere e destabilizzare l’osservatore e di cui l’artista serba gelosamente il trucco, se ce n’è uno. La creazione dell’artista vuole essere concreta e reale come la creazione di Adamo ed Eva lo è stata per la storia dell’umanità. L’elemento naturale che viene immortalato nel momento del suo massimo sviluppo e rimarrà uguale a se stesso nel tempo, evoca invece la caratteristica immutabile di una fotografia digitale. Al di sopra di queste due prospettive, si pone l’artista che confonde il reale con l’immaginario, sospende l’opera nel vuoto, vince apparentemente la forza di gravità attraverso un effetto ottico (virtuale?) e vince un premio prestigioso che invece è assolutamente reale e meritato.
Per chi volesse saperne di più su L’orMa (Lorenzo Mariani) e sulle sue creazioni, ricordiamo la sua pagina web: www.lorma.eu
Nadia Mondi
(Marzo 2016)