Mike Flanagan, nuova stella del cinema horror, tra realtà e sovranaturale

Nel cinema moderno siamo ancora alla ricerca di un vero stile che sappia generare paura e disorientamento, uscendo però dai canoni del cinema anni ‘70 e ‘80 stile Argento e Romero, ma senza eccedere nel

Nel cinema moderno siamo ancora alla ricerca di un vero stile che sappia generare paura e disorientamento, uscendo però dai canoni del cinema anni ‘70 e ‘80 stile Argento e Romero, ma senza eccedere nel Pulp stile Tarantino.

Eppure, nel panorama di Netflix, un autore che ci stava per sfuggire. Si tratta di Mike Flanagan, regista e sceneggiatore che arriva proprio da Salem, città del Massachusetts a cui sono legate storie tradizionali di streghe e incantesimi oscuri. Dal 2018 questo autore ha realizzato una serie di prodotti televisivi, che hanno aperto la strada a un mix di soggetti ossessivi e visionari dal carattere narrativo e scenografico, rigorosamente a tinte dark.

Il risultato è la nascita di un filone/cocktail che mescola thriller paranormale, noir elegante e analisi profondamente psicologica per strizzare l’occhio all’Horror più esplicito, ma con la maestria di non rimanerci intrappolato definitivamente. Dopo la prima serie “The Haunting of Hill House” sono seguiti “The Haunting of Bly minor”, “Midnight Mass” e il nuovissimo “Midnight Club”, la costante rimane quella della sopravvivenza fra due mondi paralleli e l’interrogarsi anche sul senso di una esistenza in bilico fra traumi del passato e incertezze del presente, dove disturbi della percezione diventano visioni dell’aldilà. E la cosa più impressionante è che si riesca a costruirci una suspence tale da risultare anche piacevole, costantemente elegante nella fotografia densa di ombre e a tratti addirittura mistica.

Con rari elementi di scenotecnica: una casa, poche stanze e poche inquadrature lasciate al paesaggio, Flanagan riesce a creare tensioni e drammi emotivi che sembrano richiamare atmosfere teatrali o hitchcockiane o quasi a voler richiamare la rinascita di un ipotetico neo espressionismo. Ottimo anche il lavoro su un cast che ripropone sempre qualche componente fisso come il veterano Henry Thomas o Kate Siegel (compagna nella vita di Flanagan – nella foto in alto insieme a una presentazione).

Giornalista dello scorso millennio, appassionato di politica, cronaca locale e libri, rincorre l’attualità nella titanica impresa di darle un senso e farla conoscere, convinto che senza informazione non c’è democrazia, consapevole che, comunque, il senso alla vita sta quasi tutto nella continua rincorsa. Nonostante questo è il direttore “responsabile”.

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